Viaggio a Pavia con gli 883 dove l'uomo ragno vive ancora

L'eredità degli 883 a Pavia è viva in luoghi simbolici come il Liceo Copernico, le discoteche, il Ponte della Ferrovia e il Bar Dante. Qui, Max Pezzali e Mauro Repetto trovarono ispirazione per le loro canzoni . Per chi visita oggi la città, c'è la possibilità di ripercorrere i luoghi che li hanno ispirati, immergendosi anche nella tradizione culinaria pavese, dalle osterie storiche ai nuovi locali da sogno americano

10 novembre 2024 | 05:00

Max Pezzali e Mauro Repetto e la città di Pavia sono praticamente inseparabili, come il juke-box e il brano che fa ballare tutti. È qui, infatti, tra motorini, discoteche e la noia ruggente della provincia anni '90, che gli 883 hanno trovato la loro anima. La loro è l'epopea di chi, con pochi spicci in tasca e tanti sogni in testa, ha trasformato una piccola città in un mito. E allora visitiamo anche noi Pavia sulle orme degli 883 (e della fortunata serie tv Hanno ucciso l'Uomo Ragno - La leggendaria storia degli 883, diretta da Sydney Sibilia) non solo come un viaggio musicale, ma anche come un simbolico ritorno a un passato in cui tutto sembrava possibile e i sogni erano grandi. Per provare a darci anche noi una risposta a quella domanda tanto amata dai fan degli 883 e che rimane sempre attuale: "Chi cerchiamo noi?"

Pavia e la nascita degli 883

Al Copernico, il liceo dove Max e Mauro si incontrano, nasce la prima scintilla. Sono solo due ragazzini in felpa larga, ma l'immaginazione vola sulle Harley delle loro fantasie. Pavia è il loro terreno di gioco, il posto dove si danno appuntamento per passare i pomeriggi al bar o in sala giochi, dove serate estive si consumano a parlare di musica e moto, a fantasticare su vite "mitiche" che si snodano tra i pochi locali della città. Gli 883 non sono solo un duo musicale, sono il manifesto di una gioventù che vive intensamente anche con un "deca" in tasca.

Tra discoteche e mitiche sale giochi

E così, la "provincia" di Pavia diventa non solo una cornice, ma la protagonista dei loro successi. Brani come "Con un deca" e "Hanno ucciso l'Uomo Ragno" sono un tributo a quei luoghi iconici dove Max e Mauro passavano le loro serate, i pomeriggi, le fughe dalla routine: il Docking e il Celebrità (poi Matisse, poi Insomnia), le discoteche pavesi dove l'intera generazione andava a ballare. Con il solo obiettivo di passare una notte di libertà, di dimenticare la scuola, di sentirsi grandi. Nella loro musica Pavia diventa universale, e certi luoghi, come il Ponte della Ferrovia, simbolo di "Un giorno così", acquisiscono un'aura leggendaria. È lì che Pezzali descrive quella sensazione di ribellione e di desiderio di fuga che solo gli adolescenti conoscono. Per chi ascolta, quel ponte non è solo un passaggio sul Ticino, ma un portale verso la libertà.

E poi c'è il Jolly Blue: una semplice sala giochi di Viale Vittorio Emanuele II, ma anche il paradiso dei ragazzi di Pavia. Passare i pomeriggi tra flipper e videogiochi, una Sprite in mano e la compagnia giusta, è un rito che non si dimentica. Max e Mauro qui erano di casa, sognavano la gloria tra una partita e una risata, circondati da amici e speranze. È proprio questa atmosfera che ispira i versi di "Jolly Blue".

Dal Bar Dante al Bronx pavese

Al Bar Dante, in Viale Ludovico il Moro, Max trova un angolo di ispirazione per "Gli Anni". Quel piccolo bar diventa un rifugio, una finestra sulla realtà della provincia italiana che lui osserva, immagina, trasforma in musica. E con "Gli Anni" descrive un periodo della vita che è sia malinconico che pieno di nostalgia. È lì che Max vede le auto passare e scrive quella frase destinata a diventare iconica: “Sembrano chiedermi chi cerchiamo noi”.

Anche il Bronx, citato in "Hanno ucciso l'Uomo Ragno", non è il quartiere di New York, ma un misterioso locale pavese in Via Bernardino da Feltre, oggi occupato dalla Taverna del Gentiluomo. È in questi posti che gli 883 trovano la loro ispirazione, che le loro storie di provincia prendono vita e si trasformano in musica. Pavia è ovunque nei loro testi: tra le righe, nei dettagli, nelle immagini vivide che raccontano la gioventù italiana di quegli anni.

Quando nel 1992 arriva il successo di "Hanno ucciso l'Uomo Ragno", Pavia è più di una città: è la musa che ha ispirato l'intera discografia di Max e Mauro. Gli 883 diventano le nuove stelle del pop italiano, ma Max non dimentica mai la sua città. Tanto che oggi ci è tornato a vivere forse per rispondere a quella sua domanda senza tempo: “Chi cerchiamo noi?” e che, forse, ha trovato risposta tra le vie di Pavia, lì dove tutto è cominciato e dove, per Max e Mauro, tutto ha ancora un senso.

Visitare Pavia sulle orme degli 883

Questa la storia, ma che cosa è rimasto di quegli anni oggi di quella Pavia? Seguendo le tracce di Max e Mauro è possibile vivere una sorta di tour musicale che ci porta a scoprire la Pavia raccontata nei testi degli 883, quella fatta di sale giochi, bar storici, serate in motorino e amori da discoteca.

Non si può iniziare un tour sulle orme degli 883 senza passare dal Liceo Scientifico Niccolò Copernico, il luogo dove Max e Mauro si sono conosciuti, dando inizio all'avventura. Oggi il Copernico è una fermata quasi d'obbligo per chi vuole scoprire da vicino il luogo dove si sono formate le idee che avrebbero dato vita alla band. Anche se non aperto al pubblico, il liceo si trova in un'area facilmente raggiungibile a piedi, ideale per un primo scatto ricordo.

Negli anni '90, le discoteche erano i templi della socialità per i giovani di provincia, e Pavia non faceva eccezione. Una tappa fondamentale del tour è visitare le storiche discoteche di cui gli 883 parlavano in "Con un deca", oggi purtroppo chiuse. Tra le più iconiche c'erano il Docking (in via Rezia 42) e il Celebrità (diventato poi Matisse, in via Cravos). Un altro luogo simbolo per i fan degli 883 è il Ponte della Ferrovia, citato nella canzone "Un giorno così". Per chi visita Pavia oggi, il Ponte della Ferrovia è una passeggiata suggestiva: con il rumore dei treni e l'odore del ferro che riempie l'aria, ci si può fermare a immaginare quella sensazione di libertà adolescenziale che solo un giorno così poteva regalare.

E poi chi non ha mai sognato di trovarsi nel Jolly Blue, la mitica sala giochi degli 883? Situato in Viale Vittorio Emanuele II, questo luogo è un pezzo di storia per i fan della band. Anche se oggi la sala non esiste più, la strada e l'edificio mantengono il loro valore simbolico: un luogo dove ancora sembra di sentire l'eco delle risate e dei sogni di una generazione. Tra i luoghi più iconici di Pavia e della storia degli 883 c'è senza anche dubbio il Bar Dante. Oggi, il bar in Viale Ludovico il Moro è un luogo perfetto per fare una sosta, sorseggiare un caffè e lasciare che la musica degli 883 risuoni in sottofondo.

Il Bronx de l'uomo ragno oggi una taverna fanatsy

E per mangiare? Come abbiamo detto, il famoso Bronx che ispirò la canzone "Hanno ucciso l'Uomo Ragno" in realtà era un locale della città. Situato in via Bernardino da Feltre, questo era il regno degli outsider e dei ragazzi che volevano un po' di movimento. Oggi al suo posto c'è la Taverna del Gentiorco, un risto-pub ideale per i fan di saghe fantasy come Il Signore degli Anelli, Harry Potter o World of Warcraft.

Si cena in un'ambientazione che sembra uscita direttamente dai mondi immaginari dei videogiochi o dei film, con tavoli di legno massiccio, lampade a muro a forma di torcia, e piatti in terracotta che ricordano le taverne medievali popolate da orchi, elfi, cavalieri e principesse. Se il locale richiama l'epoca medievale, il menu non è da meno, con piatti ispirati “all'epoca di mezzo". Gli amanti della selvaggina troveranno piccioni arrosto, zuppe ricche di sapori e piatti di carne saporiti che sembrano quasi venire dritti dalla corte di un re. Per chi non è un appassionato di carni selvatiche, niente paura: ci sono anche hamburger e insalate per soddisfare ogni palato, ma sempre con un occhio alla tradizione gastronomica che ruota attorno ai piatti rustici e corposi. Un menù per chi ha voglia di avventure culinarie e un pizzico di originalità.

Taverna del Gentilorco | Via Bernardino da Feltre 27 - 27100 Pavia | Tel 0382 151 4493

Nella Pavia di una volta: mangiare in Osteria

Pavia, città dalle radici storiche e universitarie, ha trovato il suo equilibrio perfetto tra innovazione e tradizione, anche in cucina. Passeggiando per le sue vie a caccia della storia degli 883, non solo troverete chiese romaniche e monumenti che raccontano storie di imperatori, ma anche una tradizione gastronomica che affonda le radici nei piatti della cultura contadina nelle sue osterie storiche.

Osteria della Madonna

Se pensate che una foratura sia solo un imprevisto fastidioso, vi sbagliate! A Pavia, una gomma forata può trasformarsi in un momento epico (quasi come in una canzone degli 883) come racconta la leggenda dell'Osteria della Madonna. Il nostro eroe? Un famoso personaggio locale, che dopo aver forato la gomma della sua auto, si rifugiò nell'Osteria di Pompeo Rotondi (oggi gestita dalla figlia Valentina) per chiamare il carro attrezzi. In attesa, non solo si fece un pranzo degno di nota, ma decise di invitarci pure amici e parenti! La cucina locale, dalla carne di Varzi alla tradizione dei risotti, ha il potere di trasformare anche una foratura in un'esperienza gustosa e memorabile.

Osteria della Madonna | Via dei Liguri 28 - 27100 Pavia | Tel 0382 302833

Osteria del Previ

A pochi passi dal Ponte Coperto, l'Osteria del Previ è il luogo dove la tradizione pavese incontra il Ticino in un abbraccio che sa di accoglienza e piatti fatti con amore. Qui, l'architettura gioca un ruolo fondamentale, con i pentoloni appesi che raccontano storie di tempi passati e un menu che fa venire l'acquolina in bocca. Che scegliate il menu degustazione o un piatto alla carta, vi troverete davanti piatti come le chicche di castagne al ragù di lepre e la scaloppa di storione alla borgo, dove ogni boccone è una celebrazione della gastronomia pavese.

Antica Osteria del Previ | Via Milazzo 65 - 27100 Pavia | Tel 0382 26203

Osteria del Povero Lele

Se avete voglia di un'esperienza gastronomica autentica, l'Osteria del Povero Lele è il posto che fa per voi. Situata nel cuore del Borgo Ticino, qui si respira il vero spirito della cucina pavese, quella che si tramanda da generazioni senza fronzoli. I piatti, come l'insalata di nervetti o il risotto con salsiccia e Bonarda, sono l'ideale per chi cerca la sostanza, e magari anche qualche opera d'arte nel piatto, visto che il locale è decorato con le opere di Matteo Domenico Borioli. Il prezzo? Abbordabile per tutte le tasche, ma comunque un viaggio nei sapori che vale più di mille parole.

Osteria del Povero Lele | Via dei Mille 146 - 27100 Pavia | Tel 0382 539654

Antica Trattoria Ferrari

Se siete alla ricerca di un ristorante che sia anche un viaggio nel tempo, l'Antica Trattoria Ferrari è la vostra meta. Qui, Mario Soldati e Gianni Brera nel 1957 hanno degustato rane fritte, salumi d'oca e bolliti, ma sono ancora oggi le stesse specialità a farla da padrona, circondate da un'atmosfera che sa di storia. Il menu offre piatti tipici della tradizione pavese, con paste fatte in casa e dolci come la torta di zucca e mandorle che vi faranno sentire come se foste appena entrati in un racconto della nonna.

Antica Trattoria Ferrari | Via dei Mille 111 - 27100 Pavia | Tel 0382 539025

I locali da “sogno americano” alla 883 a Pavia

E se siete alla ricerca di qualcosa di più linea con il sogno americano degli 883? Perfetto il Jumbo Smash Burger. Jumbo è molto più di un semplice burger bar: è una meta per gli amanti del panino perfetto. Qui, ogni hamburger è un'esperienza, grazie alla qualità delle carni selezionate, come diaframma e cuore di noce, e ai soffici buns artigianali. Le combinazioni di sapori uniscono ingredienti gourmet come tartufo, caprino e salse fatte in casa, mentre il tutto è accompagnato da patatine croccanti e una vasta scelta di milkshake.

Jumbo Smash Burger | Via Lanfranco 12 - 27100 Pavia | Tel 333 388 7043

Ma se vogliamo essere un po' come Max Pezzali e Maurio Repetto al Bar Dante, l'indirizzo da segnarsi è il Miccone. Il nome? È quello del pane tipico pavese, il miccone, che viene servito in generose fette croccanti e perfette per accompagnare salumi e formaggi rigorosamente locali. Con due sedi, una in Borgo Ticino e una in Piazza Duomo, il Miccone offre un'esperienza gastronomica a km zero: persino la birra, creata dal birrificio Biova, è realizzata utilizzando gli scarti del pane! E per chi ama un brunch sostanzioso, c'è un'ottima proposta a 18 euro.

Miccone Borgo Ticino | Via dei Mille 36 - Pavia | Tel 0382 304752
Miccione Piazza Duomo | Via Cardinal Riboldi 48 - Pavia | Tel 0382 190906

Pavia tra musica, piatti storici e vini

Insomma, oltre ad avere ispirato la musica degli 883, Pavia è una città che sa come viziare il palato: qui la tradizione incontra la fantasia, e la varietà culinaria si adatta a ogni gusto. In ogni caso non potete lasciare la città senza aver assaggiato la famosa Torta Paradiso, un dolce soffice che sa di semplicità, così come i piatti di riso che esplorano accostamenti curiosi come il risotto alle rane o quello alla certosina con pesce di fiume.

E per una serata davvero pavese, non può mancare una Zuppa Pavese, un piatto caldo che unisce uova e brodo e che ha una storia pittoresca: è, infatti, nata dalla sconfitta dell'esercito francese di Francesco I a Pavia nel 1525. Leggenda narra che, esausto e affamato dopo la battaglia, il re francese si rifugiò in una cascina locale, dove gli venne offerta una zuppa improvvisata con pane raffermo, uova e un brodo di borragine, diventata poi celebre come "zuppa pavese." Ironia della sorte, quel pasto di ripiego è stato trasformato in un piatto amato, noto ben oltre i confini italiani.

Senza dimenticate che l'Oltrepò Pavese è una vera mecca per gli amanti del vino. Le colline pavesi regalano vini eccezionali come il vivace Bonarda, il regale Pinot Nero e il profumato Riesling, ognuno con il suo carattere. E non manca il misterioso "Sangue di Giuda," un rosso dolce perfetto per chi cerca qualcosa di insolito. Tra bollicine, bianchi aromatici e rossi intensi, la storia antica del territorio si riflette nei calici di oggi, tutti da scoprire.

E il nostro “giorno cosìsi conclude un mix di nostalgia ma anche di speranza. Perché anche se cresciamo e la vita va avanti, ci sarà sempre una canzone degli 883 pronta a riportarci indietro.

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Alberto Lupini


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