Vi sveliamo un'osteria "Segreta" a Roma

In una delle vie più iconiche di Roma, un ambiente su due livelli, con un’ampia sala a pianoterra e un bancone riservato ad una ricercata mixology per un cocktail in pairing con i piatti della tradizione campana

08 febbraio 2024 | 11:43
di Sabino Cirulli

«L’ubicazione un po’ celata al grande pubblico che quotidianamente in gran numero affolla via del Babuino e Piazza di Spagna. Ma anche il richiamo alla mia villa omonima ad Amalfi in cui sono in corso lavori per farne una struttura ricettiva dal carattere innovativo. Un futuro albergo baratto dove gli ospiti, in cambio di un contributo professionale, potranno soggiornare in una struttura a strapiombo sul mare cristallino della Costiera. Sono queste le due motivazioni che mi hanno spinto a chiamare La segreta, l’osteria aperta da pochissimo in Via Margutta».

Con queste parole, l’architetto campano Antonio Girardi, spiega il suo nuovo progetto di ristorazione che, nel cuore della Capitale ha trasformato, l’ex Osteria Margutta in una location che ricorda, grazie alla predominanza del colore blu la sua terra d’origine.

Osteria La Segreta, tra buon cibo e mixology di qualità

Un ambiente su due livelli, con un’ampia sala a pianoterra e un bel bancone riservato ad una ricercata mixology con cui eventualmente scegliere un cocktail in pairing con i piatti, mentre al piano superiore un soppalco da cui poter ammirare le numerose opere d’arte ma soprattutto uno sfarzoso lampadario proveniente da un antico hotel londinese che qualche anno addietro aveva messo all’asta i suoi arredi.

All’Osteria La Segreta menu di ispirazione campana

«Il nostro menu è disegnato per esser condiviso come da tradizione campana - evidenzia Girardi - ritengo che sedersi a tavola coincida innanzitutto con il piacere di stare con gli altri assaggiando insieme il meglio della tradizione enogastronomica che, in questo caso è virata ovviamente sulla Campania e sul Sud dell’Italia». Questa filosofia si traduce innanzitutto nella “Spicciolatapartenopea, ovvero una carrellata di antipasti di ogni genere, dalla carne al pesce, passando per le verdure per immergersi d’emblée in un’esperienza nel segno della convivialità.

È lo stesso Girardi ad approfondire questo approccio: «Ho acquisito questo spazio in una delle vie più iconiche di Roma, rifugio storico di artisti ed ispiratrice di film, canzoni e romanzi, dopo aver analizzato attentamente l’offerta ricettiva. Ho notato che, in un’area ad alta densità turistica, mancava la possibilità di gustare, in tranquillità, una cucina schietta, dove protagonisti fossero i sapori e le materie prime, e non come spesso accade elaboratissime tecniche di cottura o impiattamenti e guarnizioni fini a sé stessi. In estrema sintesi volevo una cucina di casa, senza troppi ricami, dove il commensale potesse apprezzare lo splendido paniere enogastronomico della Campania. Una regione unica dal punto di vista morfologico con la commistione di pianura, mare e montagna che ha una cucina stratificata che passa in continuità dal pescato alla carne ai frutti dell’orto. E per poter offrire il meglio attingo a piccoli produttori e fornitori con cui ho stabilito un filo diretto rispettando il diktat imposto dalla stagionalità».

Cosa si mangia da Osteria La Segreta

Nel menu dell’Osteria La segreta ecco dunque far capolino per la spicciolata un invitante plateau di crudi ricco di alici, gamberi, tonno, baccalà, tartufi di mare, tagliatelle di calamari, scampi. Per chi ama il cotto, si può sbizzarrire fra un’impepata di cozze, o un soutè di frutti di mare, polpo alla Luciana, gamberi al sale o insalata di verdure croccanti con polpo verace. Ricche le proposte di verdure. Dall’orto arrivano zucchine alla scapece, peperoni saltati con olive, acciughe e capperi, scarola ripassata con pomodoro del piennolo, alici, capperi e olive. Immancabili la parmigiana di melanzane alla napoletana, i friarielli saltati con aglio, olio e peperoncino, i funghi cardoncelli saltati. Se resta dello spazio, un assaggio di mozzarella di bufala proveniente da un’azienda biologica di Paestum è d’obbligo.

I primi puntano su sapori semplici ma decisi. Si va dallo spaghettoni di Gragnano alle vongole veraci, alla pasta mista con fagioli e cozze senza tralasciare un pacchero ai tre pomodori o lo gnocchetto di patate alla Nerano con gambero rosso. Il tutto poi è suscettibile a quello che offre il mercato; quindi, talvolta entrano in carta anche i ricci di mare.

Nei secondi oltre al pescato del giorno, al sale, alla griglia o all’acqua pazza e ad un delizioso stoccafisso con capperi e olive, incursioni nella carne con polpette alla napoletana, salsiccia e friarielli o un filetto di manzo alle erbe di campo con funghi cardoncelli saltati.

Dulcis in fundo, un excursus tra i dessert tipici campani, ovvero babà, caprese, delizia al limone. È d’obbligo poi un buon abbinamento al menu con cocktail e soprattutto vini ricercati e di qualità, con un occhio al territorio come quelli di Abbazia di Crapolla, prodotti da una società agricola di Vico Equense, posta a 300 metri sul mare.

«La nostra proposta – continua Girardi – è stata subito apprezzata dalla mia clientela. Non solo il pubblico internazionale che è ospite dei grandi alberghi del centro storico ma anche da tanti italiani e romani che, abbiamo notato con grande orgoglio, si sono subito fidelizzati. Abbiamo diversi clienti che scelgono il nostro locale almeno due volte a settimana e spesso approfittano della stagionalità del prodotto per provarlo ripetutamente. Parlo dei funghi piuttosto che dei ricci di mare. Ritengo che offrire piatti non estremamente complessi sia stata una scelta vincente. Credo altresì che la cucina gourmet e il mood del fine dining più estremo stia un po’ perdendo appeal. Spesso sono in viaggio per lavoro in Italia e all’estero e sempre più avverto questo trend. Il pubblico predilige sempre più la semplicità e piatti caratterizzati da una grande riconoscibilità e materia prima di livello. Qualcuno potrebbe ribattere con il mantra dell’esperienza. Verissimo. Ma quanti stellati provi al mese? Tutti avvertono poi la necessità di rifugiarsi nella quotidianità in una confortevole cucina che sembra quella di casa. Per non parlare del successo della dieta mediterranea. Difficile trovare qualcuno che non senta il bisogno di un approccio alla tavola healthy, siamo tutti super sportivi e cerchiamo di star bene a tavola. D’altronde il primo passo verso un corretto e salutare stile di vita parte proprio da lì».

Il progetto de La Segreta però è in continua evoluzione. «Sono un grande appassionato d’arte – conclude Girardi – e personalmente credo di non essere l’unico ad avere un piacere maggiore nel cenare in un ambiente ricco di quadri importanti, magari di artisti che hanno fatto la storia di Via Margutta, come Mario Schifano. Non escludo in futuro di stabilire collaborazioni con alcune gallerie per proporre esperienze immersive di arte e cucina. Riproponendo quegli ambienti tipici dei palazzi nobiliari partenopei che deliziavano gli ospiti con splendide quadrerie».

All’interno dell’Osteria La Segreta spazio all'arte

Osteria La Segreta, il cui design è firmato dallo Studio Antonio Girardi Architect che ne ha curato la ristrutturazione, ambisce infatti a divenire un vero e proprio spazio espositivo in cui le diverse opere d’arte vengono esposte ciclicamente, a seconda delle collaborazioni con le gallerie di via Margutta e non solo. L’insegna, con le sue cornici, il marmo e le colonne della zona bar, è già oggi portavoce della grande abilità del corniciaio limitrofo, dello storico marmista e dello scultore Patrick Alò, con il suo studio adiacente. Un modo per dare ancora più lustro agli artigiani di questa storica via romana e contribuire a salvaguardare l’eccellenza artigiana della Capitale.

Osteria La Segreta
Via Margutta 82 - 00187 Roma
Tel 06 5198 0314

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Alberto Lupini


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