Gli squisiti piatti della buona tavola Un trionfo millenario a Siracusa e Gela

12 agosto 2017 | 16:15
di Claudio Riolo
Coloni greci sbarcarono in Sicilia 2.700 anni fa alla ricerca di un territorio più ampio e fertile della loro terra d’origine. Tucidide racconta che Gela, nel 689 a.C. fu la prima colonia greca fondata sulla costa sub occidentale siciliana, pochi decenni dopo la colonizzazione di Siracusa. Per centinaia di anni le città dell’isola furono in armi per l’egemonia o per combattere nemici esterni come i Cartaginesi. Di quel periodo lontano si conosce il gusto per la buona tavola e per i piatti raffinati, il piacere del ben mangiare e dei vini era insito nello stile di vita dei Siciliani di allora.



Nel 330 a.C. un singolare poeta-cuoco, Archestrato, scrisse il documentato trattato Gastronomia, prendendo spunto da un banchetto di letterati. Nato a Gela, aveva viaggiato nel Mediterraneo, compresa Siracusa. Nel suo poema inizia proprio con “il dono di Demetra dalla bella chioma” cioè la farina e il pane. Elenca i più celebri e migliori per qualità e luogo di produzione. (Pensate a chi si accontenta del pane prodotto nel Grande Nord!). Dopo antipasti, dolci, pesci, carne, termina con i vini. E che vini. (da “Carmelo Fucarino- L’Artusi siciliano: Archestrato di Gela. 2002”).

Il Darsena di Siracusa, nato come trattoria, è oggi un affermato cenacolo
Prende nome dal caratteristico specchio d’acqua a Ortigia; la posizione è splendida, tranquilla e sul mare. L’ampia sala moderna e luminosa, è suddivisa in spazi più raccolti, l’ambiente è lindo e accogliente. Porte e vetrine si affacciano al dehor con tavoli a due passi dal mare. Davvero notevole la stuzzicante esposizione di vassoi sul buffet degli antipasti: melanzane, peperoni, zucchine, patate, verdure grigliate e al forno, caponata, gustose frittatine, peperoni ripieni e pesce in guazzetto, fritto, in agrodolce, in insalata, solo per fare qualche esempio.

Il menu del giorno è ampio e invitante: dalla impepata di cozze al carpaccio di pesce spada e tonno, alle cruderie di mare. Fra i piatti alla Darsena segnalo la pasta con pesce all’acqua di mare e patate; la pasta fresca della Darsena con pistacchi di Bronte e zucca rossa è un’idea della moglie Daniela; aggiungo la pasta con le triglie; gli spaghetti ai ricci o alle vongole. Il pesce, anche di paranza, si prepara alla griglia o fritto; zuppa di pesce; gamberoni; scampi, astice, pesce del giorno. Impossibile elencare tutto, tenendo conto dell’offerta quotidiana del mercato. Golosi dolci preparati in casa.


Gaetano Sessa

La trattoria, come testimoniano le foto d’epoca alla parete, fu aperta nel 1965 da Sebastiano Sessa, detto Ianuzzo. Il figlio Gaetano (nella foto), dopo la Scuola alberghiera e il diploma, affiancò il padre nel locale dedicandosi alla cucina. Quindi s’impegnò nella gestione; pur elevando il tono del ristorante con una clientela di ceto sociale elevato, ha mantenuto il profilo di semplicità e cordialità. Ebbe ben presto successo anche con i vacanzieri di tutto il mondo. Ama colloquiare con i clienti e consigliarli. La carta dei vini propone oltre 200 etichette scelte tra le migliori delle regioni italiane più vocate e della Sicilia. Chiuso il lunedì.

Ambasciatore delle Arti: Gaetano suggerisce la visita al Museo Archeologico di Siracusa Paolo Orsi, uno dei più ricchi della Sicilia.

Per informazioni: www.ristorantedarsena.it

Lido Sport Center di Gela: mare immenso, pesce e pizza
Il Lido, oltre a bagnanti in cerca di relax, mare, sport, è pizzeria, bar e ristorante. La definisco trattoria per la piacevolezza del luogo, la lunga esperienza di chi ci lavora, la genuinità di cibi e delle atmosfere. In più è un luogo meraviglioso, vi assicuro. La spiaggia di bianca arena finissima è lunga 23 km. È larga anche 200 metri. A parte alcuni lidi non invasivi, lo spazio è libero, nulla a che vedere con i villaggi di cabine cui siamo abituati in tutta Italia. Il Lido, gestito da una cooperativa, di cui presidente Gaetano Mancuso, è nato nel ’90 per affittare ombrelloni e sdraio.


Juan Bucceri e Giuseppe Aletta

Nel 2007 è arrivato il ristorante, con Juan Bucceri in sala e il cuoco Giuseppe Aletta; il servizio è curato e cordiale, pranzo e cena ottimi, i cibi genuini, la cucina è professionale ma si avverte il buon gusto della cucina di casa. Vi propongono menu di stagione con vari tipi di pasta e gustosi condimenti di pesce; pesce locale, molluschi e crostacei si gustano anche fra i secondi, cotti al forno, in padella, fritti, solo per fare qualche esempio. Ortaggi grigliati e in ricette tipiche. Davvero ottime le pizze che danno fama al pizzaiolo. Si pranza nelle ampie sale interne o nel dehor affacciato al mare. Bar accogliente verso la passeggiata, elegante e architettonica.

Noi eravamo in viaggio di lavoro e abbiamo sostato in un accogliente albergo affacciato al mare e a un parco. Per arrivare a Gela abbiamo attraversato la Sicilia agricola, un immenso territorio coltivato di ogni varietà commestibile, dal grano agli ortaggi, alla frutta, ai legumi, ai vini. Gela (Cl) è una cittadina che non gode di buona fama per l’impianto industriale. Ma è in buona compagnia con Milazzo, Termini Imerese, Augusta - Siracusa, dove la cosiddetta civiltà ha invaso il territorio. Ma il petrolchimico ora è dismesso, si nota in lontananza. Il borgo vecchio si arrocca sulla collina, ricco di strade lastricate di pietra, antichi palazzi, l’imponente chiesa Matrice.

Ambasciatore delle Arti: il Lido suggerisce il Museo Archeologico; è un gioiello, ricco di statue, gioielli, vasi di bellezza inimmaginabile. Comprende anche un parco fiorito che cinge la città.

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