Roma, l’Imàgo riaccende la cucina Apre anche il terrazzo panoramico
Il ristorante di Trinità dei Monti, con vista su Roma, torna ad accogliere i suoi clienti martedì 16 giugno, con le proposte (italianissime) nel nuovo menu dello chef Andrea Antonini
09 giugno 2020 | 14:41
Imàgo, il rooftop stellato con vista sulla scalinata di Trinità dei Monti, torna ad accogliere i suoi clienti. Situato al sesto piano dell’Hotel Hassler, l’esclusivo ristorante nel cuore di Roma, riaprirà le sue porte martedì 16 giugno, per tornare a deliziare i palati dei suoi ospiti con le prelibatezze gourmet dello chef romano Andrea Antonini.
Per la ripartenza che a Roma è stata in generale molto zoppicante, il capo brigata della cucina stellata non si fa trovare impreparato e presenta un nuovo menu che vede, come protagonisti, le cotture espresse, i sapori della tradizione italiana e i prodotti locali e di nicchia, sinonimo di qualità ed eccellenza. Nella carta, oltre alle tante ‘new entry’, ritroveremo naturalmente anche i piatti iconici di Imàgo, artefici della riconferma della stella nella Guida Michelin 2020. Tra questi, la Triglia con panzanella e limone - che ha fatto conquistare il Premio Creatività ad Antonini quando lavorava nel tristellato iberico Celler de Can Roca - ma anche la Capasanta all’italiana e, ancora, il Pollo con peperoni in raviolo e il Piccione e camomilla 2.0.
In occasione della riapertura arriva anche una novità assoluta, come spiega Roberto Wirth, proprietario e general manager dell’Hotel Hassler: «Per la bella stagione alle porte i nostri clienti troveranno una nuova location unica ed esclusiva dove cenare. Apriremo, per la prima volta nella nostra storia ultracentenaria, il terrazzo panoramico del settimo piano (fino a ora, destinato a una suite). In questo riservato angolo del palazzo, tempo permettendo, si potrà mangiare in due turni, alle ore 19 e alle ore 21. I tavoli saranno pochi ed esclusivi e la cucina avrà un sapore più che mai italiano, che parla di eccellenza, di ricerca e di immediatezza. Ho creato Imàgo 12 anni fa per essere il luogo in cui assaggiare il futuro. E chi meglio di uno chef giovane ed entusiasta, alla guida di una brigata di ragazzi che non superano i trent’anni a testa, può raccontare la cucina che verrà?».
Lo chef Antonini, oggi 28enne si affida a padelle e casseruole, per lavorare e cuocere i prodotti solo sul momento. Il fuoco è infatti il principe della sua cucina: «Il sapore e il gusto - racconta - che si ottiene con cotture brevi e vivaci sono inarrivabili rispetto a qualsiasi altra tecnica: gli umori sigillati e mantenuti all’interno di carni, pesci, verdure, permette di non perdere idratazione, valori nutritivi e profumi. La mia cucina è concepita per esprimere puro piacere: un piacere forte, sorprendente, equilibrato ma anche terribilmente spinto verso sapori affilati e dalla grande personalità. È una visione originale e potente, con cui spero di colpire al cuore i nostri ospiti: si innamoreranno ancora una volta dei piatti di Imàgo!».
I suoi piatti parlano italiano, nonostante si rivolgano a una clientela per lo più internazionale, e lo fanno usando il linguaggio rassicurante dei sapori della cucina mediterranea, riproposti con piglio creativo e un guizzo contemporaneo. Leggendo i menu firmati Antonini, si ha la sensazione di una tavola patriottica e radicale, fatta di eccellenza e di artigianalità. Come spiega lo chef: «Il cliente che viene all’Imàgo arriva da tutto il mondo, osserva la bellezza di Roma e vuole mangiare l’Italia, vuole la pasta, vuole le nostre cotture, vuole il crudo. La mia filosofia culinaria è quella classica del Belpaese. La tecnica non ci manca - lo dimostrano il percorso fatto da me e dalla mia brigata, tornato ai gesti della cucina italiana, togliendo il sottovuoto, il roner, le basse temperature - ma resto italiano. Preferisco usare le padelle e lavorare una materia prima eccellente che reperisco facendo un grande lavoro di ricerca tra i piccoli produttori. Con Roberto Wirth ci siamo trovati subito in accordo: vogliamo tutto il meglio solo per noi».
Così, Antonini, dopo tre mesi, torna al timone del team di giovani e talentuosi professionisti della cucina dell’Imàgo (come Matteo Taccini, suo sous-chef, e Marco Amato, alla guida della grande brigata di sala e vero hassleriano, in hotel da oltre 20 anni) onorando per la tavola i piccoli gesti, che vanno dal pane preparato e poi tagliato in sala per ogni tavolo alla pasta impastata e stesa a mano, dai fondi di cottura preparati quattro volte alla settimana alla scelta rigorosa di pesce e crostacei per taglia, dimensione e colore.
Andrea Antonini e Roberto Wirth
Per la ripartenza che a Roma è stata in generale molto zoppicante, il capo brigata della cucina stellata non si fa trovare impreparato e presenta un nuovo menu che vede, come protagonisti, le cotture espresse, i sapori della tradizione italiana e i prodotti locali e di nicchia, sinonimo di qualità ed eccellenza. Nella carta, oltre alle tante ‘new entry’, ritroveremo naturalmente anche i piatti iconici di Imàgo, artefici della riconferma della stella nella Guida Michelin 2020. Tra questi, la Triglia con panzanella e limone - che ha fatto conquistare il Premio Creatività ad Antonini quando lavorava nel tristellato iberico Celler de Can Roca - ma anche la Capasanta all’italiana e, ancora, il Pollo con peperoni in raviolo e il Piccione e camomilla 2.0.
In occasione della riapertura arriva anche una novità assoluta, come spiega Roberto Wirth, proprietario e general manager dell’Hotel Hassler: «Per la bella stagione alle porte i nostri clienti troveranno una nuova location unica ed esclusiva dove cenare. Apriremo, per la prima volta nella nostra storia ultracentenaria, il terrazzo panoramico del settimo piano (fino a ora, destinato a una suite). In questo riservato angolo del palazzo, tempo permettendo, si potrà mangiare in due turni, alle ore 19 e alle ore 21. I tavoli saranno pochi ed esclusivi e la cucina avrà un sapore più che mai italiano, che parla di eccellenza, di ricerca e di immediatezza. Ho creato Imàgo 12 anni fa per essere il luogo in cui assaggiare il futuro. E chi meglio di uno chef giovane ed entusiasta, alla guida di una brigata di ragazzi che non superano i trent’anni a testa, può raccontare la cucina che verrà?».
L'interno del ristorante
Lo chef Antonini, oggi 28enne si affida a padelle e casseruole, per lavorare e cuocere i prodotti solo sul momento. Il fuoco è infatti il principe della sua cucina: «Il sapore e il gusto - racconta - che si ottiene con cotture brevi e vivaci sono inarrivabili rispetto a qualsiasi altra tecnica: gli umori sigillati e mantenuti all’interno di carni, pesci, verdure, permette di non perdere idratazione, valori nutritivi e profumi. La mia cucina è concepita per esprimere puro piacere: un piacere forte, sorprendente, equilibrato ma anche terribilmente spinto verso sapori affilati e dalla grande personalità. È una visione originale e potente, con cui spero di colpire al cuore i nostri ospiti: si innamoreranno ancora una volta dei piatti di Imàgo!».
La brigata di cucina
I suoi piatti parlano italiano, nonostante si rivolgano a una clientela per lo più internazionale, e lo fanno usando il linguaggio rassicurante dei sapori della cucina mediterranea, riproposti con piglio creativo e un guizzo contemporaneo. Leggendo i menu firmati Antonini, si ha la sensazione di una tavola patriottica e radicale, fatta di eccellenza e di artigianalità. Come spiega lo chef: «Il cliente che viene all’Imàgo arriva da tutto il mondo, osserva la bellezza di Roma e vuole mangiare l’Italia, vuole la pasta, vuole le nostre cotture, vuole il crudo. La mia filosofia culinaria è quella classica del Belpaese. La tecnica non ci manca - lo dimostrano il percorso fatto da me e dalla mia brigata, tornato ai gesti della cucina italiana, togliendo il sottovuoto, il roner, le basse temperature - ma resto italiano. Preferisco usare le padelle e lavorare una materia prima eccellente che reperisco facendo un grande lavoro di ricerca tra i piccoli produttori. Con Roberto Wirth ci siamo trovati subito in accordo: vogliamo tutto il meglio solo per noi».
Così, Antonini, dopo tre mesi, torna al timone del team di giovani e talentuosi professionisti della cucina dell’Imàgo (come Matteo Taccini, suo sous-chef, e Marco Amato, alla guida della grande brigata di sala e vero hassleriano, in hotel da oltre 20 anni) onorando per la tavola i piccoli gesti, che vanno dal pane preparato e poi tagliato in sala per ogni tavolo alla pasta impastata e stesa a mano, dai fondi di cottura preparati quattro volte alla settimana alla scelta rigorosa di pesce e crostacei per taglia, dimensione e colore.
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Alberto Lupini
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