Il ritorno di Antonio Pisaniello A Caserta, nella cucina di “Nunziatina”

29 maggio 2017 | 12:50
di Vincenzo D’Antonio
È come suole dirsi, frase fatta; ma qui contestualizzata, essa dice semplicemente e con il pregio della sintesi, il vero. La frase fatta è: “La classe non è acqua”. Ed è proprio così quando trattasi di uno chef patrimonio della cucina campana: Antonio Pisaniello.


Antonio Pisaniello

Antonio Pisaniello è figlio di ristoratori e difatti si fa le ossa nella trattoria di famiglia in Irpinia, a Ponteromito. Si innesta su team adagiato ai canoni della cucina casareccia dell’ultimo decennio dello scorso secolo ed in breve tempo arreca il suo valente contributo fatto di competenza crescente, di passione mai sopita e, indubbiamente, di innato talento.

Dopo anni di successo e di fama crescente, Antonio, dalla moglie sommelier ed a governo della sala coadiuvato, si sente pronto ad un cimento arduo ma non velleitario: da trattoria in quel di Ponteromito, a ristorante in quel di Nusco. Breve distanza su rotabile, siderale distanza per anelito, per vision e per non sottaciuta ambizione a riconoscimenti prestigiosi.



È La Locanda di Bu. A fronte di pochi clienti persi, tanti nuovi che proclamano nei fatti La Locanda di Bu, in Irpinia, ristorante di destinazione, e non solo per i gourmet campani. Ed arriva anche l’ambito riconoscimento: la stella Michelin. Considerevoli i costi di gestione, la voglia di cimento ulteriore con ideazione ed attuazione di scuola di cucina, erogazione di consulenze, il riavvio, dopo renaming, del locale di famiglia. E mestamente, va detto, La Locanda di Bu chiude. Antonio Pisaniello per breve tempo si eclissa. Ma il suo è percorso carsico: non sta fermo. Riemerge più forte e tenace di prima e volentieri, appassionatamente, accetta il challenge: conduzione di ristorante stracittadino nel centro di Caserta.

Ed è un piacere, perciò, ritrovarlo, allegro, sornione, impeccabile come al solito, nel luogo di elezione: la cucina. Brigata piccola, inevitabile la fase di rodaggio, in poche settimane “Nunziatina” (il nome del ristorante) è già divenuto meta di clientela che sa esigere e sa apprezzare sia il pranzo veloce ma non per questo mediocre che la cena sontuosa. Siamo al centro di Caserta, che, come dire, più centro non si può. A pochi metri il Duomo, il Municipio, la Questura, la Prefettura, l’albergo “buono” del centro, la sede di Bankitalia, negozi, uffici. Da Nunziatina, è chiaro, ci si arriva a piedi.



Menu scritto su grande lavagna e poi, eventualmente, raccontato non solo dal personale di sala ma dallo stesso chef che, abitudine già sua, lascia per qualche istante i fornelli per rendersi disponibile verso i clienti. Proposte giornaliere secondo mercato; struggente per quanto radicata, la scelta di servire il pesce prevalentemente di venerdì. Pesce azzurro, pescato locale: grandi piatti a tavola. Ci si è deliziati con pasta (by Pastificio dei Campi) con fagioli e cozze, impeccabilmente eseguita dallo chef. Ed alici indorate e fritte; così saporite erano soltanto nello scrigno della nostra memoria.

La cucina è a vista ed, aggiungeremmo, anche a “gomito” per come quasi non vi è distanza con la sala. Tavoli sobri e pochi, per poco più di trenta coperti; servizio cortese. Sorprendente benvenuto dalla cucina, eseguito all’istante. Il dolce, diverso giorno dopo giorno, è fatto da Antonio.



Carta dei vini work in progress, con etichette non solo campane; virtuosa la modalità di servizio al calice.
Conto di commovente bontà. Bevande escluse, a pranzo è possibile mangiare bene spendendo una dozzina di euro. Nell’intorno dei trenta euro per cena memorabile. Ben tornato, caro chef Antonio Pisaniello.

Per informazioni: www.osterianunziatina.it

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