Ristorante Il Moro, la Sicilia e il Mediterraneo nel cuore di Monza

Ogni ospite è al centro della filosofia de I Butticè, tre fratelli, Vincenzo, Salvatore e Antonella, che dal 1996 si prendono cura de Il Moro di Monza, proponendo una cucina gourmet di chiara vocazione siciliana

18 ottobre 2021 | 11:26
di Vincenzo D’Antonio

Monza, a torto intesa quasi come un quartiere di Milano, è città molto bella, con suo peculiare fascino dato anche dalla conclamata separatezza dalla vicina metropoli. In centro, di spiccata eleganza negli arredi, seducenti le tonalità del grigio, confortevoli i ben distanziati tavoli, commendevoli i doverosi controlli all’ingresso in termini di green pass e controllo della temperatura, Il Moro. Ad accoglierci, con garbo innato e prorompente simpatia, la maître Antonella Butticè, che è anche sommelier di notevole competenza. In cucina il prode chef Salvatore, fratello di Antonella, membro di Euro-Toques Italia: piacevolmente loquace nel racconto delle sue originali creature.


Viaggio in Sicilia al sapore di pistacchio e…

I Butticè, l’altro fratello Vincenzo è anch’egli impegnato nell’impresa, sono siciliani di Raffadali, nell’Agrigentino: terra di pistacchio. Dallo scorso marzo il Pistacchio di Raffadali ha conseguito la Dop.


Definire la linea di cucina dei Butticè, come cucina siciliana potrebbe indurre in errore. Qui la Sicilia, il suo pescoso mare e la sua generosa terra, costituiscono la pietra angolare dalla quale partire per il viaggio gastronomico che Antonella e Salvatore suadentemente suggeriscono, ma giammai il mero recinto aldilà del quale non osare.


… ostriche

E difatti, nell’affidarci saggiamente alla loro articolata proposta, cominciamo con un sensuale abbraccio tra la Dop a loro cara, il Pistacchio di Raffadali, con la preziosa Ostrica Fine de Claire Igp.


Perché “de Claire”? Le claire sono le antiche saline di argilla del distretto francese di Marennes-Oléron. L’ostrica si affina quindi per minimo 28 giorni, immersa nelle claire con una densità di 3 kg per metro quadrato. Quindi, pietra angolare è Raffadali con il suo pistacchio Dop e destinazione di elezione l’ostricoltura francese con l’Ostrica Fine de Claire Igp.


Vino siciliano e pane fatto in casa

Nell’appropriato calice, a supportare abilmente tutto il sontuoso pranzo, un eccellente Etna Rosato Doc da sole uve Nerello Mascalese, fatto da Cottanera. Squisiti, ben portati a tavola in elegante scrigno di legno, i pani fatti in casa.


Il pescato del Mediterraneo

Dopo il mare dell’ostrica, il mare del Mediterraneo meridionale. Nel pescoso tratto di mare tra la costa meridionale della Sicilia ed il Marocco, diretto ed affidabile il circuito di approvvigionamento, bel lavorato in cucina da Salvatore, giunge in tavola il Polpo imbufalito. Pregevole il contrappunto tra la salinità del polpo e la cremosità della bufala.


Ben memori di quando la Sicilia era famosa anche per il suo riso, Salvatore ci propone una sua creazione originale: Riso Carnaroli Riserva San Massimo, zafferano, ricci di mare e caffè. Il Carnaroli Riserva San Massimo è l’eccellenza lombarda alla quale, con creativa sapienza, lo chef affianca il prelibato riccio di mare.


Corale l’abbraccio goloso della portata successiva: bottoni, porcini, Vastedda del Belice Dop e tartufo. Quale gioia, quale sprone all’ottimismo circa le sorti della nostra cucina, constatare l’opportuna presenza della Vastedda del Belice Dop. La Vastedda del Belice Dop è l’unico formaggio ovino a pasta filata: una chicca per gli esigenti palati gourmet, eppure ancora poco nota e quasi assente nella ristorazione fuori dalla Sicilia.


L’Etna Rosato Doc by Cottanera continua a svolgere egregiamente il suo ruolo anche quando sopraggiungono a tavola, in successione, lo squisito Filetto di pescato e melanzane alla norma e poi, ragguardevole per intensità di gusto, l’Animella, carciofo, liquirizia e menta.


Cassata siciliana in una nuova veste

Una quenelle di Mango abilita il netting del palato e ci mette nella condizione ideale per gradire la talentuosa interpretazione della cassata siciliana fatta da Salvatore. In apposito bicchiere il Salina Passito Malvasia Igt "Capofaro" 2019 fatto da Tasca d’Almerita, in dolce sorriso ci lascia intendere che il viaggio gastronomico reso possibile da Antonella e Salvatore Butticè è giunto a compimento.


Pietra angolare, si diceva è la Trinacria, la culla del Mediterraneo, e luoghi di destinazione, dell’anima ancor prima che geografici, sono quelli che Salvatore e Antonella hanno scoperto e continuano a scoprire nel loro viaggio. A cornice di ciò, a beneficio dei loro esigenti clienti, la bella città di Monza.


Il Moro
Via Parravicini, 44
20900 Monza (Mb)
Tel 039 327899
Chiuso il lunedì a pranzo
www.ilmororistorante.it

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Alberto Lupini


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