La sperimentazione avviata un anno fa per introdurre anche in Italia la cultura della doggy bag, il conteni-tore che permette di portare a casa il cibo e le bevande ordinate ma non consumate durante una cena al ristorante, è stata un successo. Il “rimpiattino”, nome frutto della fantasia del titolare del ristorante Du-ke’s di Roma, ha fatto il suo ingresso in 875 ristoranti in 22 città: 35mila contenitori, il 70% per il cibo, gli al-tri per il vino, sono stati distribuiti ad Aosta, Torino, Genova, Varese, Bergamo, Mantova, Vicenza, Porde-none, Ferrara, Firenze, Grosseto, Ancona, Ascoli Piceno, Chieti, Roma, Rieti, Foggia, Catania, Palermo, Ra-gusa, Cagliari e Sassari.
Il rimpiattino distribuito dalla Fipe
È il primo passo dell’iniziativa per combattere lo spreco di cibo promossa dalla Fipe, la Federazione italia-na dei Pubblici Esercizi in collaborazione con Comieco, Consorzio per il riciclo e il recupero di carta e car-tone, che ha presentato i risultati del primo anno di sperimentazione a Milano in occasione di Host, la principale fiera internazionale dell’ospitalità e del fuoricasa.
Un appuntamento cui hanno partecipato il consigliere di Fipe, Rodolfo Citterio, il Direttore generale di Comieco, Carlo Montalbetti e l’onorevole Maria Chiara Gadda, deputata di Italia Viva e firmataria della legge 166/16, nata con lo scopo di ridurre gli sprechi lungo tutta la filiera agroalimentare, favorendo il re-cupero e la donazione dei prodotti in eccedenza.
«Il nostro obiettivo primario - spiega il consigliere di Fipe,
Rodolfo Citterio - è quello di coinvolgere nella lotta allo spreco alimentare i principali attori della catena, ovvero i ristoranti. Un anno fa ci eravamo dati l’obiettivo di portare il rimpiattino in mille locali e possiamo dire di averlo sostanzialmente raggiunto. Ciò che più conta però è lo spirito con cui i ristoratori si sono avvicinati a questa iniziativa: non si sono limitati ad esporre i contenitori, ma hanno sensibilizzato prima i loro dipendenti e poi i clienti, aiutandoli a vincere quell’imbarazzo che, come ci confermano le ricerche su questo argomento, rappresenta il principale freno alla diffusione della cultura della doggy bag. Ecco, con questa iniziativa speriamo di aver messo in moto un processo virtuoso».
Nel corso dell’ultimo anno sono stati distribuiti 35mila rimpiattini a 875 ristoranti sparsi in 22 città italiane. Il 70% dei contenitori consegnati è pensato per l’asporto del cibo il 30% per le bottiglie di vino. Il 51% dei ristoratori ha ricevuto i rimpiattini da almeno sei mesi, mentre un altro 40% li ha acquistati tra i 3 e i 6 mesi fa. Complessivamente, ciascun ristoratore ha utilizzato il 41% dei rimpiattini per il cibo che aveva ricevu-to in dotazione. La percentuale scende al 30% se si guarda ai contenitori per il vino.
Tra gli avventori che hanno deciso di portare a casa le pietanze non consumate interamente durante la cena, 3 su 4 hanno chiesto di poter utilizzare il rimpiattino per il cibo. Solo il 16% ha chiesto invece di por-tare con sé la bottiglia di vino avanzato. Per il momento nella maggioranza dei casi sono i camerieri di sala o i titolari dei locali a informare i clienti dell’opportunità di utilizzare il rimpiattino per portare via ciò che non è stato consumato, ma la sensibilità degli avventori è in crescita.
Il design dei contenitori distribuiti da Fipe e Comieco piace sia ai ristoratori - 6 su 10 ritengono che que-sta sia la caratteristica migliore del packaging - che agli avventori che ritengono il rimpiattino essenziale per contrastare lo spreco alimentare. L'80% dei ristoratori ritiene che l’operazione rimpiattino abbia un im-patto positivo per la sua attività a livello di immagine agli occhi degli avventori. E secondo 3 ristoratori su 4, grazie a questo strumento, sarà possibile assestare un duro colpo allo spreco di cibo. Ecco perché il 76% dei ristoratori coinvolti non solo si dice pronto a ripetere l’esperimento, acquistando direttamente i rimpiattini, ma assicura che consiglierà anche ai colleghi di adottare questa buona pratica.