Il Piennolo "adotta" i prodotti locali Così aiuta il territorio dopo il Covid
Nel suo locale di Cetara, lungo la Costiera Amalfitana, Gianluca D’Uva ha inserito nel menu nuovi prodotti, come il liquore Concerto e lo Spumone cetarese, per dare una mano ai produttori locali
29 giugno 2020 | 06:50

di Vincenzo D’Antonio

Gianluca D'Uva e Carlo Fiamma
Stefano Cavaliere è lo chef di “Alici come prima” e ne è anche patron insieme con Gianluca D’Uva. Giovanissimo, Gianluca fece una riflessione forte e profonda che sintetizzeremmo in “elogio dell’incompetenza”. La sua fervida intelligenza, la sua arguzia, il suo saper fare, agevolato dalla lietezza di quella combinazione magica che porta a nascere ed a vivere a Cetara, gli fanno orgogliosamente dire cosa “non” sa fare, piuttosto che cosa sa fare. E così scopre che “non” sa fare il cuoco, “non” sa fare il pizzaiolo, “non” sa fare il pasticciere. Quindi cosa sa fare? E qui dall’elogio dell’incompetenza passiamo all’elogio della conoscenza.

La pizza con la colatura di alici
Sa “conoscere”, sa cogliere i fenomeni, sa aggregare le persone, sa avere vision e sa trasmetterla per condividerla. Quindi alla fin fine sa fare una cosa importante e non da tutti: sa avere idee imprenditoriali innovative e sa renderle attuabili e vincenti grazie al saper costruire la squadra. Così nella scorsa estate, parliamo di giugno 2019, a poche decine di metri dalla spiaggia, Gianluca D’Uva si cimenta con la pizzeria a cui conferisce nome “Il Piennolo”. Estate ed autunno a gonfie vele, poi il congenito rallentamento della stagione invernale quando è tutta la Costiera ad andare in letargo e poi pronti per la primavera! Ma arriva il lockdown e Gianluca, piuttosto che lamentarsi e piangersi addosso, si inventa una label accattivante: “100% Costa Divina”, un originale percorso di degustazione da proporre alla clientela che da subito, dal primo giorno della riapertura, riempie il suo locale, angusto indoor e con spazi ampi outdoor.
Perché questa idea? Ce lo dice Gianluca: «Abbiamo sempre fatto grande uso di prodotti del nostro territorio e dopo l’emergenza Covid-19 abbiamo deciso di sostenere ancora di più l’economia locale inserendo in carta anche altre specialità della nostra tradizione come il liquore Concerto e lo Spumone cetarese».
Ed eccoci alla degustazione. Si comincia con la montanara Alici come Prima con pomodorini di Corbara e alici di Cetara. Ma Gianluca, ricordiamoci della sua incompetenza, non sa fare il topping della montanara. Nessun problema, si avvale della competenza specifica del suo amico socio Stefano Cavaliere.
Dopo la deliziosa montanara, proseguiamo con la pizza Colatura di Alici in cui il pregiato preparato cetarese irrora i pomodorini gialli di Corbara, a loro volta poggiati su vellutata di olive nere, primo sale di Tramonti e zeste del Limone Costa d’Amalfi IGP. Pizza molto buona ma da ripensare in termini di impatto cromatico. E non sia mai detto che la degustazione non includa anche la Margherita della Costiera, fatta adoperando il fiordilatte di Tramonti e i pomodorini di Corbara.
La Margherita della Costiera
Ma non si era detto che Gianluca “non” sa fare le pizze? E allora ci si avvale della competenza specifica del bravo pizzaiolo Carlo Fiamma. Negli appropriati calici, garbato e cordiale il servizio ai tavoli, i vini Costa d’Amalfi Doc delle Cantine Ida Giordano. Ci vorrebbe un dolce, per chiudere in dolcezza! Arriva così un gradevolissimo Spumone cetarese. Ma Gianluca non sa fare né il pasticciere e né il gelatiere. E allora lo spumone è di palese fornitura esterna: il bar Miramare, ubicato proprio di fronte alla pizzeria di Gianluca.
Nulla da abbinare allo spumone? Ma sì, un bicchierino di Concerto, liquore conventuale nato a Tramonti: all’infuso di erbe del luogo si aggiungono orzo e caffè. Bravo Gianluca. Avercene di altri Gianluca così incompetenti in Costiera Amalfitana. Si piangerebbe di meno e si lavorerebbe meglio.
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