L'Orangerie a Bossolasco, dove la cucina del Piemonte incontra la Campania
A Bossolasco il relais di lusso Le Due Matote ospita L’Orangerie, ristorante guidato dallo chef beneventano Luca La Peccerella. Viaggio tra orto simbiotico e piatti che uniscono Campania e Piemonte
A Bossolasco (Cn), borgo sospeso tra le colline delle Langhe a 850 metri sul livello del mare, si trova il relais di charme Le Due Matote, una struttura dal grande fascino che unisce natura e autenticità. È qui che lo chef campano Luca La Peccerella, alla guida del ristorante L'Orangerie, ha trovato il suo habitat ideale e porta avanti una cucina che mescola radici mediterranee e rispetto profondo per il territorio piemontese.
La storia di chef Luca La Peccerella de L'Orangerie
Originario di Benevento, terra che vive di vino e campagna, è proprio da questo meraviglioso e a volte sottovalutato territorio che lo chef ha imparato a conoscere il valore della terra e dei suoi frutti. «Arrivare qui, a Bossolasco, è stato come tornare a casa - dice La Peccerella - Tra la mia Benevento e questo angolo di Piemonte c'è una somiglianza che va oltre la geografia: è una questione di ritmo, di stagioni, di terra vissuta intensamente».
Luca La Peccerella è approdato a Bossolasco dopo una lunga carriera in ristoranti di alto profilo, tra Milano, Dubai e Miami, ma sentiva il bisogno di tornare alla sostanza. «Stavo aprendo format, bistrò, concept innovativi, ma mi mancava l'essenza: cucinare davvero, impastare il pane, mettere le mani nella terra. Ho ritrovato tutto questo qui, nel relais Le Due Matote».
Il progetto de L'Orangerie e de Le Due Matote
L'Orangerie, ristorante gourmet del relais, è nato da un progetto che ha coinvolto ogni aspetto della struttura, dalla cucina agli arredi. «Non è solo un lavoro di cucina: ho montato letti, trasportato divani, conosciuto ogni angolo di questo luogo. Con Arianna Cefis, la proprietaria, abbiamo costruito tutto insieme, passo dopo passo. Lei aveva vissuto quarant'anni a Londra e, tornando in Italia, voleva creare un luogo che fosse accogliente e autentico. Il risultato è il relais che vedete oggi». La struttura include sei suite, una maison nel centro del paese con spa e piscina, e due staff house che ospitano i ragazzi del team. «Abbiamo creato un'organizzazione familiare, ma con standard elevati. Tutti noi viviamo qui, e questo crea una sinergia unica tra lavoro e comunità».
L'orto de L'Orangerie
Uno degli elementi centrali della filosofia di La Peccerella è l'orto simbiotico del relais, che fornisce il 55% delle verdure utilizzate al ristorante. «Ogni giorno, prima di entrare in cucina, passo nell'orto. È un rituale che mi riconnette alla terra e dà senso al mio lavoro. Coltiviamo topinambur, patate, porri e molto altro. Andrea, il nostro giardiniere, cura tutto con una passione incredibile».
Il legame con la terra si concretizza nel menu “Dal nostro orto”, che celebra i vegetali con piatti come la melanzana al carbone con yogurt affumicato e miso, accompagnata da un brodo garum di melanzane e cardamomo. «La terra qui ha una forza che non si percepisce subito. È un luogo che insegna a rallentare e ad ascoltare, e i piatti ne sono il risultato».
La cucina de L'Orangerie
La cucina de L'Orangerie è un “dibattito” continuo tra la Campania e il Piemonte. «Ho sempre cercato di unire questi due mondi, rispettandone le peculiarità. Il raviolo Omaggio a Nonna Ida è il simbolo di questa filosofia: un plin ripieno di ragù napoletano. È un piatto che racconta due storie, le mie radici campane e la mia nuova vita nelle Langhe».
Il vitello tonnato è un altro esempio di questa unione. «Lo prepariamo in modo essenziale, ma con un tocco che richiama i sapori partenopei: lo serviamo, cioè, sulla pizza fritta. Voglio che ogni piatto sia diretto, leggero ma pieno di significato». Dall'orto arrivano anche sette varietà diverse di pomodoro: «un produttore locale mi ha insegnato a trattare il pomodoro come un frutto, a non sprecarne nemmeno una goccia. Da allora, lo cucino in tutti i modi: tostandolo, bruciandolo, caramellandolo in modi diversi, per poi assemblare tutto in un risultato unico».
L'Orangerie e il territorio che accoglie
Bossolasco, noto come il paese delle rose, è una comunità piccola ma calorosa, che ha accolto lo chef e il suo team. «Qui vivono circa 600 persone, e ognuno conosce tutti. Ogni mattina una signora mi regala un'insalata fresca dal suo orto, e io le mando in cambio una pagnotta appena sfornata. Questo relais è diventato un punto di riferimento per il paese, e per noi è un onore farne parte». Una storia, quella del relais, che testimonia questo legame con il territorio. «Era un casale abbandonato, pieno di rovi. In tre anni, Arianna l'ha trasformato in quello che vedete oggi, rispettando tutti i dettagli originali. Anche la più piccola pietra ha un significato, e noi cerchiamo di esaltarlo con il nostro lavoro».
L'Orangerie, esperienza che va oltre la tavola
Il menu propone piatti che giocano con le percezioni, come il risotto alla zucca con erborinato Des Martin e mostarda, un omaggio al maestro Filippo Gozzoli. «Filippo mi ha insegnato a pensare in termini di equilibrio, a lavorare ogni ingrediente con rispetto. Questo risotto rappresenta il mio percorso, la mia crescita». Anche i dessert seguono questa filosofia, come il “Carota… Carota… Carota”, un biscotto di carota con namelaka di ricotta di Seirass e spuma di carota viola.
L'Orangerie, futuro di condivisione
Accanto a Luca, una squadra giovane e appassionata lavora ogni giorno per offrire un'esperienza di alto livello. «Con il mio sous chef Lorenzo Manosperti stiamo sviluppando nuovi piatti, sempre esplorando il territorio e sperimentando tecniche diverse. Voglio che il nostro lavoro sia una condivisione continua, tra di noi e con i nostri ospiti». L'Orangerie è aperta a cena dal giovedì alla domenica e offre anche brunch nel fine settimana. «Non imponiamo percorsi rigidi: chi viene qui deve sentirsi libero di vivere l'esperienza come preferisce. L'accoglienza per noi è tutto». La Peccerella chiude il suo racconto con una riflessione sulla cucina e la vita a Bossolasco. «Questo progetto mi ha permesso di ritrovare me stesso. Non si tratta solo di cucinare, ma di creare connessioni: con la terra, con le persone, con ciò che ci circonda. Qui ho trovato la mia pace, e voglio condividerla con chi sceglie di vivere questa esperienza insieme a noi».
L'Orangerie
Località Prato Freddo - 112060 Bossolasco (Cn)
Tel 0173 388668
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Alberto Lupini