Ol Giopì e La Margì, 40 anni in nome della cucina bergamasca
Era il 27 ottobre 1983 quando in Borgo Palazzo aprì ristorante Ol Giopì e La Margì con l'obiettivo di promuovere e diffondere le tradizioni della cucina tipica attraverso i migliori prodotti del territorio
Quaranta anni di attività, proprio precisi! Era il lontano giovedì 27 ottobre dell’anno 1983, quando in Borgo Palazzo, nella Città Bassa di Bergamo aprì ristorante Ol Giopì e La Margì. Patron e fondatore del ristorante Ol Giopì e La Margì fu il competente, appassionato e talentuoso chef Ivar Foglieni. Innesco di questa ardua intrapresa la passione evergreen che Ivar nutre per il territorio bergamasco, così generoso nei suoi prodotti agroalimentari e così ricco nelle le sue tradizioni.
Ol Giopì e La Margì, baluardo della tradizione bergamasca
Arrivava la “nouvelle cuisine” e Ivar decise di puntare sulla cucina tipica della schietta tradizione bergamasca. Il suo meritorio e lodevole intento fu promuovere e diffondere le tradizioni della cucina tipica attraverso i migliori prodotti del territorio bergamasco, dalla polenta ai salumi, dai formaggi al tartufo. Da quaranta anni, un successo continuo!
Ivar Foglieni ha saputo e voluto fare il cosiddetto passo indietro e nel suo permanere in cabina di regia, tutto supervisionando, ha ceduto il governo della sala al figlio Alioscha e il governo della cucina al figlio Darwin. Alioscha e Darwin, entrambi bravissimi nei rispettivi ruoli, a loro volta hanno saputo creare brigate valenti, compatte e appassionate.
Ol Giopì e La Margì, la cena per i 40 anni
Ai tavoli, tutti insieme per festeggiare questi primi 40 anni di attività, clienti affezionati, fornitori divenuti durante il cammino amici e partner, forte e vincente il rapporto fiduciario, stampa di settore, familiari e amici.
I fingerfood sono di appoggio a sorprendenti bollicine: Metodo classico brut 914 sboccatura 2022 ottenuto da sole uve pinot nero, fatto sui Colli Tortonesi da Cantine Volpi. I vini di Cantine Volpi, fornitore storico di Ivar Foglieni, saranno impeccabilmente versati negli appropriati calici durante la cena. L’antipasto è di spiccata pregevolezza: Spalla di Schilpario marinata all’olio e limone, senape e maggiorana con funghi porcini, carciofi, pecorino e verdure all’agro. La Spalla di Schilpario è un insaccato tipico della Valle di Scalve.
A seguire due primi piatti che connotano da sempre la cucina del ristorante. Giungono in tavola i Tagliolini all’uva Isabella caramellata con salsiccia, salvia e polvere di pomodoro. L’uva Isabella è la cosiddetta uva fragola. E poi, vera squisitezza, il Carnaroli mantecato al Taleggio di grotta e tartufo nero pregiato. Su entrambi i primi, il Timorasso Colli Tortonesi Doc 2022 da sole uve cortese.
La convivialità è genuinamente vistosa. Si conversa amabilmente, giusto l’innesco del patron Ivar, sulle difficoltà emergenti e progressive che si incontrano nel mantenere viva la tradizione culinaria del territorio a fronte del problema costituito dalla carenza di personale qualificato; insomma, un turn over generazionale che né si vede e né si profila attuabile nel termine breve. Altro trionfo della tradizione è il memorabile secondo piatto: Ol Brasat, ovvero Cappello del prete in lenta cottura con polenta di mais rosso di Rovetta e funghi finferli. Il cappello del prete è un taglio della spalla del bovino, davvero un classico della nostra cultura culinaria.
Il Mais Rostrato Rosso di Rovetta è una varietà di mais che spicca per il seme piccolo e vitreo o semi-vitreo e la spiga allungata, con chicchi arancioni rossastri ed il caratteristico rostro. Nel calice, quale piacevole fragranza di profumo, il Barbera Superiore dei Colli Tortonesi Doc 2022 da sole uve barbera.
La Bergamo di ieri e la Bergamo che sarà
Piacevoli conversari sulla Bergamo che fu, quella di quaranta anni fa, e la Bergamo attuale. Lieve decremento demografico compensato da immigrazione. Santuari della società industriale, mai denominarli relitti, che generano spazi appropriati per l’industria del sapere. Sapere che innerva e a sua volta cresce su spinte accademiche. Trasporto aereo che pone la città quale punto di flesso per destinazioni non solo domestiche bensì continentali. Alta Velocità che migliora tangibilmente il trasporto su rotaia. Quello su gomma quanto, ma proprio tanto tanto!
E cosa si fa, adesso che siamo arrivati al dolce, potrebbe non starci la torta che reca effigiato l’anniversario?! Quaranta anni, mica bruscolini! Torta Chantilly alle creme, manufatta dalla Pasticceria Sant’Anna in quel di Borgo Palazzo. Nel bicchierino, il Moscato Piemonte Doc 2022 ottenuto da sole uve moscato bianco. La cena è giunta gioiosamente a compimento. Nessuna voglia di andare via.
La storia del Papa Buono
Overview sui grandi bergamaschi di ogni tempo: Caravaggio, Donizetti, Manzù, ma anche il grande Luigi Veronelli, bergamasco di adozione. Non proprio di città, ma dalla sua provincia… nello scorso secolo venne un uomo nato a Sotto il Monte. Si chiamava Giovanni. Fu il Papa buono. Prima beatificato (anno 2000) e poi santificato (anno 2014). Tremebondi ma al contempo impavidi, consapevoli del rischio di blasfemia per come si azzarda accostare al profano il sacro, osiamo chiudere con il Papa buono.
È la sera dell'11 ottobre 1962, al termine della fiaccolata che conclude la giornata di apertura del Concilio Ecumenico Vaticano II, Papa Giovanni in piazza San Pietro pronuncia parole che commuoveranno il mondo intero: «Cari Figliuoli, sento le vostre voci. La mia è una voce sola, ma riassume la voce del mondo intero: qui tutto il mondo è rappresentato. Si direbbe che persino la luna si sia affrettata stasera, osservatela in alto, a guardare questo spettacolo. La mia persona conta niente: è un fratello che parla a voi, diventato padre per la volontà di nostro Signore... Continuiamo dunque a volerci bene, guardandoci così nell'incontro: cogliere quello che ci unisce, lasciare da parte, se c'è, qualche cosa che ci può tenere un po' in difficoltà... Tornando a casa, troverete i bambini, date una carezza ai vostri bambini e dite: questa è la carezza del Papa. Troverete qualche lacrima da asciugare: dite una parola buona». Ieri sera era plenilunio!
Ol Giopì e La Margì
Via Borgo Palazzo 27 - 24121 Bergamo
Tel 035 242366
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Alberto Lupini