Non ci sono più eventi e banchetti: gli Alajmo chiudono La Montecchia

Aperto nel '94 da Erminio Alajmo, il ristorante nel 2009 aveva ottenuto una stella Michelin. Un locale da cui è partita l'avventura di uno dei più importanti gruppi della ristorazione italiana. Una chiusura causa Covid

26 dicembre 2020 | 17:37
Se c’era bisogno di un esempio di come la situazione attuale è più che critica, basterebbe vedere cosa succede in casa Alajmo, una delle più importanti famiglie di ristoratori italiani. Dopo 26 anni di gloriosa attività col 31 dicembre, chiude il ristorante La Montecchia di Selvazzano Dentro (Pd). Parliamo del primo locale che ha preso una stella in famiglia, dove il tristellato Massimiliano e il fratello Raffaele hanno le prime esperienze e che è sempre stato guidato dal papà Erminio, colonna fra l’altro della Fipe-Confcommercio veneta. La Montecchia è un elegante ristorante al primo piano della struttura che dà sul golf club ai piedi dei Colli Euganei. Era stato aperto nel 1994.

                                                Una sala de La Montecchia (archivio Alajmo)


Nel 2019, in occasione dei festeggiamenti per i 25 anni, la famiglia non aveva lasciato trapelare nulla, ma ieri è arrivata l’ufficialità: «Avevamo intenzione di chiudere alla fine dl 2021, il Covid ha anticipato i tempi di un anno - spiega il manager Raffaele Alajmo - rispetto al 1994 è cambiata la proprietà. Con la famiglia Casati ci eravamo già accordati per terminare l’esperienza il prossimo anno. Poi è arrivato il Covid e, da quando abbiamo riaperto, c’è stata un’importante flessione, non tanto del ristorante ma degli eventi. Da febbraio non facciamo più banchetti, matrimoni, feste e questa sarebbe stata la prospettiva per l’autunno, l’inverno e, secondo le più pessimistiche previsioni, anche del prossimo anno. Ci fermiamo quando abbiamo il vento in poppa».


Erminio Alajmo (archivio Alaimo)

Erminio Alajmo, 75 anni (ancora oggi in sala quando l’ospite ordina la sua famosa «Tartare»), che portò la prima stella a Padova con le Padovanelle, è dispiaciuto: «In questi anni ho visto crescere la Montecchia, dalla stella del 2009 all’apertura del bistrot ‘Abc’. Spero di essere riuscito a trasmettere la mia esperienza alle persone che hanno lavorato con me». Fra queste possiamo citare il direttore di sala Mauro Meneghetti e lo chef Simone Camellini, che rimarranno a Selvazzano sino alla fine dell’anno. E, volgendo lo sguardo al passato, a Enrico Bartolini (oggi pluristellato) e Andrea Valentinetti di «Radici». Raffaele Alajmo spiega che ora le energie saranno concentrate su altri progetti, a cominciare da Venezia, dove l’Hosteria in Certosa nella Lagunasi trasformerà nel 2021 da un «popup» temporaneo in un ristorante definitivo e si allargherà abbracciando altre proposte di ristorazione. Locale che per il momento sta “svernando” a Cortina.

Ricordiamo che a oggi questa è la realtà del gruppo Alajmo:

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Alberto Lupini


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