Noblesse e Oblige: a Vignola il fine-dining è un “eterno ritorno”

Cocktail bar e ristorante nato dall’idea di quattro amici. Christian Sotira al bancone e Sebastiano Randieri in cucina guidano le sorti di un luogo dalla doppia anima di estremo interesse

14 gennaio 2023 | 11:39
di Gabriele Pasca

Siamo a Vignola (Mo), nella patria di Jacopo Barozzi (iconico architetto rinascimentale), figura ispiratrice dell’omonima torta dalla ricetta segreta che proprio qui è ancora prodotta dalla celebre Pasticceria Gollini. Novantadue, tanti i metri che, in una sorta di tragitto tra modernità e innovazione, separano questo luogo sacro dell’arte dolciaria da un nuovo, interessantissimo indirizzo del fine dining, anzi, due, Noblesse e Oblige: il primo cocktail bar, il secondo ristorante. Un progetto interessante e coraggioso, non foss’altro per il fatto che i piccoli centri non serbino spesso un’affezione di stampo metropolita per la ristorazione moderna: eppure l’idea di quattro giovani, amici prima, soci poi, ha preso forma nel poco lontano 2021, in fine d’anno. Noblesse Oblige è, dunque, il tentativo, ben riuscito, di unire aperitivo, cena e dopocena in un’unica idea (circolare!) ma in due luoghi distinti, congiunti solo da una porta interna a disposizione dei clienti in “transito”.


Noblesse cocktail bar, tra confort e ricerca

Quando la stagione non ci permette di godere della deliziosa vista di palazzo Barozzi, grazie ai tavolini esterni, i pochi gradini che dall’ingresso scendono verso il bancone ci proiettano in una dimensione di confort, data dai colori pacati e dall’illuminazione intima (forse anche troppo!).


La proposta spazia, pur senza esagerare, dai distillati ai vini, con una buona proposta anche al calice. Va da sé, però, che i protagonisti sono i miscelati creati da Christian Sotira, bartender e socio: nel rifinito menu, ogni cocktail è incorniciato e contestualizzato con indicazioni stilistiche ma anche tecniche. Di tutti incuriosiscono i nomi, per nulla piacioni, forse velatamente (o volutamente) “cringe”, per usare un neologismo in voga tra i figli della generazione Z: come il “Silvestre Stallone”, che più che all’attore fa riferimento allo sciroppo agli aghi di pino miscelato con whisky; punta di diamante dell’offerta, forse anche per prezzo (14 euro) è un uramaki liquido a base vodka: “obamaki al salmone”, questo il nome del cocktail, è un concentrato di sapidità e dolcezza, un gioco delicato sul terreno del contrasto estremo in cui vince con grazia la piacevolezza di un ottimo apripista per la cena.


Oblige Ristorante, il palcoscenico di Sebastiano Randieri

Congedate le nostalgie (o le tensioni sognanti) nipponiche, la famosa porta interna si apre per proiettare il passante nella dimensione della cena: una cesura netta per colori e luci che ci rammenta in maniera seria ma poco seriosa la primazia della proposta gastronomica.


Alla guida della cucina di Oblige c’è Sebastiano Randieri, poco più che trentenne chef di origini siciliane con importanti esperienze alle spalle in ristoranti di fama mondiale: parliamo del Mirazur, tre Stelle Michelin con Mauro Colgreco, e Arnolfo, due Stelle Michelin con Gaetano Trovato.


Il rapporto di Randieri con il prodotto è quasi viscerale, come testimonia lo stretto legame che Oblige ha con i piccoli produttori che riforniscono la dispensa del ristorante e che lo stesso chef elenca con la stessa intensità di chi ricorda a memoria la formazione di Italia ’82.


La proposta e i menu degustazione

La proposta, oltre ai piatti alla carta, prevede due percorsi degustazione: uno da cinque (60 euro escluse bevande) e uno da 7 portate (75 euro escluse portate), quest’ultimo “cart blanche”.


Il menu, per tornare al gergo calcistico, è un 5-5-5 tra antipasti, primi e secondi piatti: il tratto emiliano è tangibile ma ben incastonato in una dimensione internazionale che sa parlare più linguaggi e che dalla terra sicula ci porta alla Francia, passando per Napoli e il Centro Italia.


D’impatto per colori e consistenze è senza dubbio l’antipasto vegetale a base di finocchio: un’opera in pieno stile Jackson Pollock, nella quale la dolcezza del finocchio ben si sposa con l’umami della polvere di oliva e della crema di mais.

Tra i primi si annida un ottimo risotto fusion che ai sapori tipicamente giapponesi dell’anguilla e dell’umeboshi (condimento a base di prugne salate) unisce l’intensità tutta calabra della liquirizia; unico appunto ad un piatto piacevole è quello di dosare meglio, e comunque per difetto, un sapore forte come quello di questa particolare radice.


Anche il pollo, dall’alta cucina spesso bistrattato in favore di piume più nobili, trova patria in questo menù; non solo: Randieri propone, ingentilendo, tutte le parti del volatile: sfilacciate, grigliate, “rollate”. Il risultato è un piatto piacevolissimo e godurioso.


Mangiar bene non basta: ce lo dice il servizio in sala

E che il protagonista di una buona cena non sia solo il cibo ce lo dice l’ottimo servizio di sala, guidato da Fabio Venturelli, anch’egli socio e impeccabile “padrone di casa”: una chiara idea di accoglienza e una sempre apprezzata discrezione nei movimenti e nelle “incursioni” al tavolo sono un companatico che eleva la cena e ci fa apprezzare in purezza l’esperienza gustativa.


Noblesse e Oblige
Via Jacopo Barozzi - 41058 Vignola (Mo)
Tel 0595802603

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Alberto Lupini


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