Maremma Toscana, perla italiana con vocazione al turismo sostenibile

Dalla città alla collina, fino al mare questa fetta di Toscana regala bellezze e tanto gusto. Tanti i turisti in cerca di qualcosa di diverso e green che arrivano da queste parti

20 ottobre 2022 | 05:00
di Vincenzo D’Antonio

Immenso il suo fascino, evergreen la sua bellezza famosa nel mondo. Ella, di ciò ben consapevole, indulge nel suo comportamento in sorta di compiacimento che la porta ad indossare quasi sempre solo i suoi gioielli più preziosi e di migliore impatto veloce sui suoi ammiratori che si contano, non paia ciò eccessivo, oramai in miliardi di persone. Stiamo parlando di Madonna Toscana. Mai altera, mai villana, sorniona sempre.

I suoi consolidati gioielli in mostra si chiamano Firenze, che scrigno di per sé, a sua volta inanella capolavori unici al mondo. Gioiello è Pisa, e lo è anche Lucca, per non parlare della bellissima Siena. Via via, per villeggiature poco propense a vacanza one shot, è gioiello anche la Versilia. Basta così? Assolutamente no. Ancora ve ne sono ed è giunto il momento propizio di comunicare al mondo, al mondo nuovo che sta uscendo dalla pandemia e che auguriamoci possa presto nuovamente vivere in pace (la guerra c’è e si comincia a patirla), la loro fin qui sommessa presenza.

 

Il tesoro della Maremma

In auto, comoda la superstrada, si giunge a Grosseto, che della visita a quel gioiello che è la Maremma con la sua area circostante diviene il punto base.

Dacché si è in città, nel centro storico si scoprono le opere della Biennale dello Scarto eseguite dall’artista e bioarchitetto Rodolfo Lacquaniti che così facendo, ovvero realizzando le sue opere con materiali di scarto, vuole parlare alle coscienze e al cuore dell’uomo sull’importanza di fare qualcosa di concreto, per salvare il nostro pianeta.

Tutte le opere sono molto interessanti; imperdibile in piazza Baccarini: “Il cavallo e il cavaliere” Qui l’artista Lacquaniti lega, attraverso il cerchio della vita, tutte le specie viventi e le colloca in un progetto più ampio; la fierezza del cavallo che guarda l’orizzonte e la plasticità del cavaliere slanciato nello spazio sono legati l’uno all’altro dal cerchio magico della vita. Esiste un’altra dimensione dove non ci sono guerre da combattere, territori da conquistare ma la consapevolezza di far parte di un progetto più grande che va al di fuori dei confini planetari.

Altrettanto imperdibile, al Cassero Senese “Le tre formiche”, di circa sei metri per tre. L’opera si ispira alla straordinaria capacità delle formiche di risolvere i problemi durante la ricerca di cibo. Le formiche sono state realizzate con gli scarti di gommoni usati, che ricordano i viaggi nel Mediterraneo degli immigrati. Sempre al Cassero Senese: “Ragazza su oggetto non identificato”, ispirata alla ragazza sulla palla di Pablo Picasso. Qui, però la ragazza non sta su una palla ma su una bomba. L’opera è realizzata con scarti agricoli e post-industriali e un serbatoio di gasolio della seconda guerra mondiale sganciato da un aereo.

 

Dalla città alla collina 

Ci si sposta a Gavorrano per visitare il Parco Colline Metallifere. Il Parco nazionale delle Colline Metallifere - Tuscan Mining Unesco Geopark, è un’area protetta nazionale istituita dal ministero dell’Ambiente nel 2002. Esso è costituito da un consorzio di cui fanno parte il ministero dell’Ambiente e della Transizione Ecologica (MiTe), il Ministero della Cultura (MiC) (ex Ministero dei Beni e delle Attività Culturali (Mibact), Regione Toscana, Provincia di Grosseto, Unione dei Comuni Montana Colline Metallifere e le sette amministrazioni comunali interessate. 

 

 

Il Parco è anche un Geoparco, parte della Rete Mondiale dei Geoparchi Unesco, che sono attualmente in numero di 160. Il Parco delle Colline Metallifere è stato il primo in Italia ad aderire al progetto Geofood con l’obiettivo di valorizzare la provenienza geografica delle produzioni agroalimentari, di esse enfatizzando la correlazione tra diversità geologica, composizione del terreno, materie prime e produzione alimentare: una vera ed efficace brand identity (identità di marchio).

Da qui, la collaborazione con la filiera Drago, con i gruppi di acquisto locali, con le Comunità del Cibo e nell’ambito di progetti come la “mineralità del gusto” in partnership con la condotta Slow Food Monteregio di Massa Marittima.

 

Uno scrigno da scoprire

Si va a Seggiano per visitare un piccolo tesoro ancora poco noto: Il giardino di Daniel Spoerri. All’inizio degli anni ’90 l’artista svizzero Daniel Spoerri iniziò ad installare delle sculture in un parco della Toscana meridionale. E così, nel giro di pochi anni, si era nell’anno 1997, “Il Giardino di Daniel Spoerri” fu inaugurato ed aperto al pubblico da Pasqua fino ad ottobre. Attualmente sono presenti 113 opere di 55 artisti diversi, da scoprire in un terreno di circa 16 ettari.

Ammantata di fulgida atmosfera mistica la visita, che si suggerisce non sia frettolosa, al Monastero di Siloe, ubicato su di un alto colle che domina la valle dell’Ombrone. In lontananza, il Monte Amiata e la Val d’Orcia. Il borgo più vicino è Poggi del Sasso. Il Monastero è di recente costruzione e già questo fatto è singolare alquanto, abituati come siamo ad osservare e talvolta a visitare Monasteri edificati nell’età medievale. Qui la piccola comunità monastica, osservando la Regola di San Benedetto, trascorre la giornata secondo “Ora et Labora”.

E se “Ora” si espleta con la preghiera comunitaria strutturata: 05.30 Ufficio delle letture; 07.30 Lodi; 08.45 Terza; 12.30 Sesta; 15.00 Nona; 18.00 S. Messa e Vespro; 20.45 Compieta, “Labora” è frutto di una laboriosa attività di recupero di una serie di appezzamenti che si trovano sul versante nord della proprietà di pertinenza del monastero stesso e che erano in uno stato di quasi totale abbandono produttivo. Con il lavoro delle mani, costante, faticoso, estirpando piante infestanti, togliendo sassi e pietre, recuperando produttivamente i terreni e governando il bosco in modo razionale, quegli appezzamenti di terreno sono tornati rigogliosi, tanto che venti ettari sono dedicati alla coltivazione dell’olivo: 2.500 piante, tra preesistenti e di nuova piantumazione, nelle varietà frantoiano, leccino e moraiolo, cultivar tipici della Maremma Toscana.

Quindi, quotidiano e benedetto lavoro agricolo volto al recupero di varietà vegetali antiche ed autoctone quali il grano duro triticum Turanicum, un grano antichissimo originario delle regioni dell’antica Mesopotamia; il farro, cereale antichissimo già alla base dell’alimentazione degli antichi romani, “messo ai margini” dall’agricoltura moderna che predilige la “quantità” piuttosto che la “qualità” delle coltivazioni; il vitigno Ciliegiolo, antico vitigno autoctono della Maremma Toscana, un tempo il più comune di questi luoghi, ma poi gradualmente sostituito da vitigni più conosciuti; il cece nero, un legume antico ormai quasi in via di estinzione, ma un tempo molto conosciuto dalle famiglie più povere che lo usavano come sostituto della carne;

lo zafferano, anch’esso una varietà tipica di alcune zone della Maremma; i peperoncini di quattordici diverse varietà. Insomma, un’agricoltura biologica volta al recupero di varietà vegetali antiche ed autoctone.

 

Il Parco della Maremma 

Ed eccoci, meta ambita, nel cuore del Parco della Maremma. Il territorio su cui si estende il Parco della Maremma copre circa 18mila ettari, di cui circa la metà è area protetta e l’altra metà area contigua, all’interno di 3 Comuni: Grosseto, Magliano in Toscana e Orbetello.

Da nord a sud, lungo circa 30 km di costa, il Parco della Maremma va da Principina a Mare sino a Talamone e comprende la foce del fiume Ombrone. Il Parco della Maremma è un territorio ricco di ecosistemi, dove ambienti naturali e selvaggi si intrecciano con paesaggi in cui si avverte la presenza dell’uomo sin dai tempi remoti, in un equilibrio dinamico attento alla conservazione della sua grande biodiversità.

Si suggerisce vivamente di visitare il Parco in carrozza, così vivendo emozioni nella natura incontaminata della Maremma. Nel mezzo dei pascoli, attraversando sentieri immersi nella macchia mediterranea, si incontrano vacche, cavalli maremmani e animali selvatici. Splendido il paesaggio che si ammira dalla spiaggia del Parco dell’Uccellina.

 

Birdwatching

Ultima tappa, Castiglione della Pescaia, laddove con partenza dalla Casa Rossa Ximenes si effettua escursione con barchino per ammirare la Riserva Naturale della Diaccia Botrona.

Diaccia Botrona è una riserva naturale protetta costituita da un ambiente paludoso, posto nella pianura tra Grosseto e Castiglione della Pescaia.

È una zona una volta coperta dal lago Prile, oggi prosciugato dalle opere di bonifica fatte per combattere la malaria. La zona è stata riconosciuta “a grandissima importanza per la sosta, lo svernamento e la nidificazione dell’avifauna acquatica” di diverse specie. Difatti 

Diaccia Botrona ospita il maggior numero di uccelli acquatici svernanti, oltre a popolamenti floristici caratteristici con numerose specie igrofile rare. Caso probante del veloce mutamento climatico, il cambiamento della salinità dell’acqua causa la riduzione della presenza di alcune specie e l’incremento di altre. 

 

Caso pilota di turismo sostenibile

Fattore comune di questo lembo di Toscana è la meritoria attenzione al turismo sostenibile; si tratta, sfida ardimentosa di promuovere il territorio lanciando seri messaggi di sensibilizzazione al riuso e alla sostenibilità. Sostenibilità da intendere non solo come volano di valore economico ma anche come emergente cultura diffusa.

La tematica del turismo sostenibile, va detto, non può prescindere da come ci si attrezza per l’hospitality e per la mobilità. Si diceva di Madonna Toscana che ama adornarsi sempre delle sue preziose gemme già famose.

Ecco, in Toscana, essa contribuendo a rendere ancor più attrattiva e conosciuta a flussi emergenti dei nuovi turisti, i turisti in armonia con lo sviluppo sostenibile, esiste quel piccolo tesoro nascosto (small hidden treasury) chiamato Maremma e sua area circostante.

Comunicare e promuovere la Maremma e la sua area circostante non è solo un diritto degli operatori turistici maremmani e degli altri soggetti imprenditoriali e sociali, bensì esso diviene anche un dovere! Luoghi così tanto belli e fascinosi del Creato sono fatti affinché a fruirne gioiosamente e consapevolmente siano tutti i cittadini del nostro piccolo pianeta.

  

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