Basta provarci e avere anche un pizzico di fortuna. È il caso di Pescaria, la catena pugliese di fast food che dopo il lockdown ha inaugurato ben due nuovi punti vendita nel giro di pochi giorni, a Bologna e a Roma.
Unica azienda italiana menzionata nei trimestrali di borsa di Facebook per aver dato valore all’economia territoriale creando posti di lavoro, è citata anche da Forbes tra le 50 aziende italiane più influenti su Facebook, dà lavoro a circa 130 persone, è attenta alla sostenibilità ambientale con varie iniziative ed è da un anno del tutto plastic free. I piatti e i bicchieri, anche per la delivery, sono in PLA, materiale derivato dal mais simile alla plastica ma in tutto e per tutto biodegradabile e compostabile.
Con un progetto di formazione professionale e inclusione sociale, inoltre, Pescaria accoglie i migranti. Anche nella sede di Roma sarà possibile ordinare alcune specialità – previa comunicazione sui social e negli store – per contribuire attivamente alla campagna di azione contro la malnutrizione dei bambini nel mondo grazie alla collaborazione con “Ristoranti contro la Fame” e “Azione contro la Fame”, organizzazione umanitaria internazionale. Tutto il concept di Pescaria fa pensare alla freschezza e ai colori del mare e si estende anche all'arredo, nella semplicità dei tavoli e delle sedie alle pareti decorate a tema.
L’ultimo ristorante aperto è proprio quello della capitale, a un passo dai Musei Vaticani. È in via Leone IV, 14 e ripropone i suoi sapori del mare al pubblico romano, notoriamente amante del pesce, crudo o cotto che sia, purché abbia come caratteristica la freschezza. E già all'inaugurazione, con accesso limitato e con tutte le garanzie di sicurezza e di distanziamento, si è visto l'interesse per una proposta che mancava. Ma soprattutto in tempi di crisi della ristorazione - e Roma caput mundi soffre più di altre per la mancanza di turisti - è sempre un incoraggiante segnale assistere ad un'apertura, a fronte delle tante mancate riaperture per difficoltà economiche insuperabili senza l'aiuto delle istituzioni.
Lo chef pugliese Lucio Mele, che firma i menu in tutti i locali della catena, è una garanzia di qualità sia per i piatti dell'offerta, dai frutti di mare fino a quelli più elaborati, sia per i panini farciti. Soprattutto è la formula fast, e a prezzi sempre contenuti, quella a cui punta il format ideato nel 2015 da Bartolo L’Abbate, storico commerciante ittico di Polignano che ha trasformato la sua passione per il mare in una scelta di vita e di lavoro. Titolare della Pescheria Lo Scoglio di Polignano a Mare, L'Abbate lo ha esteso l'anno dopo a Milano, in via Bonnet, e successivamente in Via Solari.
Nel 2019 Pescaria è arrivata anche a Torino, in piazza Carignano, e infine nel capoluogo dell'Emilia Romagna. Tutto il menu, comprese le specialità del giorno, è disponibile su Glovo. Il pesce in menu è sostenibile: ombrina, orata, spigola Cromaris e Cobia, pesce bianco di altissima qualità allevato in ambienti privi di stress e senza ormoni, coloranti e pesticidi.
Il menu dei crudi comprende ostriche che vengono dalla Sardegna e dalla Francia, cozze pelose e nere, scampi, gamberi e carpacci e tartare assortiti. Trionfano le fritture di alici, di paranza e con verdure, l polpette di crostacei e non manca il popolare anglosassone fish and chips. Richiestissimi i panini, di crudi o di cotti farciti con fantasiose salse, da quello con la tartare di tonno a quello con il polpo fritto o il trancio di pesce spada. Ma anche le tipicità pugliesi, come salumi, latticini e verdure combinati con il pescato danno interessanti risultati. In menu inoltre è sempre indicato il peso della materia prima. In tutti i locali, grazie alla partnership con Birra Peroni si possono gustare, tra le bevande, la Peroni Cruda non pastorizzata e la gamma Peroni Gran Riserva, che con le sue quattro varianti al malto italiano.
C'è anche l'acqua Filette, nota come “una delle acque più pure del pianeta”, ma in bottiglie riutilizzabili in alluminio. Interessante la carta dei vini, in gran parte pugliesi come Primitivo, Negroamaro e Nero di Troia, bianchi e rosati. Non mancano buone etichette di bollicine e un paio di Champagne.
Per informazioni: www.pescaria.it
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Alberto Lupini
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