I Love Poke è da record: 80 ristoranti aperti in dieci mesi
Il brand che per primo ha portato le poke hawaiane in Italia inaugura il suo centesimo punto vendita ad Assago, in provincia di Milano, ma non vuole fermarsi. “Altri cento, anche all'estero”, dicono i fondatori
Il poke, cibo originario delle Hawaii, è stato al centro in Italia di un vero e proprio boom. È stato infatti il protagonista assoluto del 2021 e la sua fama non sembra destinata a calare. A beneficiarne è stato senza dubbio I Love Poke, il brand che per primo ha fatto conoscere il poke agli italiani, aprendo quattro anni fa la prima pokeria a Milano.
Oggi I Love Poke taglia un traguardo che testimonia il suo successo. Apre infatti il 4 marzo un nuovo ristorante ad Assago, in provincia di Milano, ed è il suo centesimo punto vendita in Italia. Dopo gli stop imposti dalla pandemia, infatti, dal mese di maggio 2021 la strategia commerciale di I Love Poke è ripartita con grande slancio portando all’apertura in soli dieci mesi di ben 80 nuovi punti vendita sul territorio nazionale (caso per ora unico nel settore della ristorazione).
Ad Assago apre il 100esimo I Love Poke
A poco più di quattro anni dall’apertura della prima pokeria a Milano, I Love Poke raggiunge quota cento store in Italia con il nuovo punto vendita di Assago (MI) in Piazza degli Incontri: uno spazio importante di 120 mq, in un’area commerciale molto frequentata, con venti posti a sedere interni e altri venti nel dehors.
Cinque milioni di bowl vendute
La centesima apertura arriva all’inizio di un anno che per la catena fondata da Rana Edwards e Michael Nazir Lewis si prospetta ricco di obiettivi da raggiungere. Dopo aver chiuso il 2021 con un giro d’affari di 40 milioni di euro, un Ebitda stimato superiore al 20% e ben 5 milioni di bowl vendute, I Love Poke spinge l’asticella un po’ più in alto, puntando al raddoppio del fatturato. Un traguardo da raggiungere grazie all’apertura di nuovi store non solo in Italia, ma anche all’estero (è in programma l’approdo in diversi paesi europei, tra cui Francia, Germania, Inghilterra e Polonia) per un totale di ulteriori cento punti vendita. Un piano di sviluppo molto importante che determinerà di conseguenza nuovi posti di lavoro: e se già nel 2021 l’organico di I Love Poke è passato da 100 a 800 collaboratori, nel 2022 si stima un ampliamento dell’organico con l’inserimento di ulteriori 500 persone.
Il boom dei poke in Italia
I numeri raggiunti dalla catena e quelli registrati in generale dal poke in Italia, sostengono il desiderio di espansione di I Love Poke: le famose bowl, infatti, stanno riscontrando sempre più interesse da parte dei consumatori, tanto che l’Istat ha inserito il piatto di origini hawaiane tra i prodotti alimentari nel paniere 2022 degli italiani. Inoltre, secondo i dati Istat, nel 2020 il poke è stato l’ottavo cibo più ordinato a domicilio (+133% rispetto al 2019) e nell’anno clou della pandemia il mercato delle pokerie in Italia ha registrato un valore di 86 milioni di euro fatturato, salito a ben 98 milioni nel 2021. E il futuro si presenta ancora più roseo: secondo quanto emerso dal report "Il mercato del poke in Italia" realizzato da Cross Border Growth Capital, il comparto nel 2024 dovrebbe raggiungere i 143 milioni di giro d’affari. In quello stesso anno l’obiettivo di I Love Poke è poter contare 350 punti vendita.
Il modello americano
«La nostra catena – dichiarano Rana Edwards e Michael Nazir Lewis – è costruita su modello americano. Anche se nell’ultimo periodo abbiamo affrontato diverse problematiche, tra cui quelle legate all’aumento dei costi e alla disponibilità della materia prima, nonché al caro trasporti, siamo stati in grado di superarle grazie alla nostra organizzazione di supply chain, al nostro centro di produzione centralizzato, e al nuovo centro di logistica che offre servizi a tutta la catena. Ciò ci permette di essere allo stesso tempo il fornitore e il distributore di noi stessi e garantire così il controllo diretto dell’origine dei prodotti, seguire la materia prima dalla a alla z, essere consapevoli e sicuri di ciò che serviamo. Nonostante le difficoltà, quindi, abbiamo continuato ad andare avanti e il nostro obiettivo è crescere ancora nei prossimi anni».
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Alberto Lupini
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