Hotel Raphaël a Roma, residenza di lusso dove vivere appieno l'accoglienza italiana
15 febbraio 2017 | 17:39
di Andrea Radic
Al Raphaël l’esperienza è anche artistica, opere d’arte di straordinario valore accolgono gli ospiti, dalla collezione unica di ceramiche di Picasso ai dipinti di Mirò, Morandi e De Chirico, da una serie di pregevoli manufatti di arte Maya fino a mobili, sedie antiche ed arazzi. Perché questo albergo ha il carattere di una residenza, di un luogo intimo ed elegante, misurato e ricco di dettagli.
Recenti ricerche sul settore alberghiero hanno indicato che la maggioranza dei viaggiatori cerca l’esperienza, vuole vivere un’emozione. Ecco, il Raphaël offre tutto questo con professionalità e cura. La posizione certamente aiuta, salire alla terrazza Bramante e godere di uno straordinario panorama a 360° sui monumenti della capitale è un’esperienza da non mancare.
Fondato e creato da Spartaco Vannoni nel 1963, l’Hotel Raphaël, 5 stelle lusso, dal 2010 è associato della prestigiosa “famiglia” dei Relais & Châteaux. Una storia che va avanti da oltre 60 anni quella di Relais & Châteaux, quando nel 1954 Marcel e Nelly Tilloy, una coppia di artisti di varietà e proprietari dell’hotel-ristorante La Cardinale, sulle rive del Rodano, ebbero l’idea di cominciare a presentare otto strutture alberghiere dello stesso territorio sotto il progetto comune di “La Route du Bonheur”. Otto Dimore in luoghi unici, autentici, situate tra Parigi e Nizza, lontane dalle città, unite da valori comuni: servizi di altissimo livello, un’offerta gastronomica d’eccezione.
Oggi sotto quello stesso principio e con i medesimi valori le “Routes du Bonheur” sono diventate 65 in 64 Paesi e comprendono 530 strutture associate Relais & Châteaux che condividono il meglio dell’arte di ospitare, di ricevere, di prendersi cura dell’ospite facendogli vivere un’emozione che resterà nel tempo. In Italia questi piccoli o grandi luoghi del cuore sono 43. Il carattere e il lavoro che accomuna le dimore associate Relais & Châteaux sono riassunti in un vero e proprio manifesto che si prefigge di preservare le tradizioni culinarie in tutto il mondo, condividere la passione per le cose buone e belle della vita, essere promotori di un mondo più umano.
Questa attenzione, dedizione a dare il meglio dell’ospitalità al Raphaël la si nota nel corso di tutta la “giornata alberghiera”, dalla prima colazione che include anche una scelta di centrifughe e prodotti bio, al servizio ai piani attento e meticoloso, alla cortesia della reception. Numerosi gli ospiti stranieri. Al Raphaël è molto apprezzato il carattere “green” di tutta la struttura: dai prodotti biologici al risparmio energetico, ai materiali utilizzati.
Inoltre il ristorante Mater Terrae al sesto piano dell’hotel è un “must” della cucina vegetariana e vegana, con i piatti firmati dallo chef Pietro Leemann del Joia di Milano ed eseguiti da Ettore Moliteno. In sala il maître e sommelier Teseo Geri. Splendido l’ambiente, raccolta e luminosa la vista sulla cupola di San Pietro.
La sala del ristorante è nel medesimo stile dei due piani dell’hotel, pensati e disegnati da Richard Meier, con camere e suite che portano la sua firma inconfondibile in ogni dettaglio: qui il legno di quercia e le finiture in pelle si alternano al marmo statuario di Carrara, allo splendido Giallo di Siena, al Nero di Portoro e al Travertino Navona, in un capolavoro di architettura contemporanea.
Diceva Marcel Tilloy nel 1954: “l’albergatore e il ristoratore devono lasciar parlare il cuore”. All’Hotel Raphaël è così.
Per informazioni: www.raphaelhotel.com
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Alberto Lupini