Hotel Eden, a Roma i cocktail cambiano stile
Le creazioni dello stellato Fabio Ciervo si integrano con i cocktail della nuova bar manager, Desirée Verdecchia, che si trova a dover fare i conti con un cliente molto informato
Signature cocktail che virano al futuro e all’avanguardia, da godersi in un rooftop unico con una vista da urlo sullo skyline di Roma. Ed un plus assoluto, le creazioni culinarie stellate dello chef Fabio Ciervo. Si rinnova l’offerta del Giardino Bar all’Hotel Eden, 5 stelle lusso di Dorchester Collection, nel cuore della Capitale, che vanta una posizione privilegiata a due passi da Piazza di Spagna. Un’oasi nel cuore della città con una ricca tradizione in cui, sin dall’apertura nel 1889, hanno soggiornato regnanti, dignitari e celebrità.
Al timone da qualche settimana la nuova e talentuosa bar manager Desirèe Verdecchia. Una carriera ricca di esperienze professionali divisa tra estero ed Italia (tra gli altri Salotto 42, Caffè Propaganda, Il Marchese) con una concezione dell’aperitivo piena di verve approdata sulla terrazza da cui è possibile ammirare la cupola di San Pietro. In questa estate torrida fin dagli esordi niente di meglio che combattere l’afa con due cocktail molto freschi creati da Desirèe: l’Eden’s Passion e il Negroni Bergamotto e Basilico. Il primo, uno dei suoi cocktail d’autore, è in grado di unire i sapori del Messico, Mezcal e sciroppo d’agave, con il sapore europeo del Chartreuse Verte e con le sue inconfondibili note a base di erbe. Il secondo, una versione personale del popolare drink, in questo caso, caratterizzato da un vero e proprio viaggio attraverso i sapori dell’Italia. Il bergamotto calabrese, le foglie di basilico fresco genovese e la piccantezza del classico vermouth italiano contribuiscono alla creazione di un armonico e fresco cocktail estivo.
La filosofia delle creazioni
«I miei drink strizzano l’occhio all’avanguardia - spiega Desirèe Verdecchia - e cercano di interpretare al meglio questa particolare fase storica in cui viviamo. Abbiamo affrontato un grande cambiamento. In fondo veniamo da due anni che hanno inciso molto sul mondo dell’hospitality. Presi da questa voglia di rinnovamento abbiamo apportato significative variazioni alla nostra formula di aperitivo, per adeguarci ai nuovi trend e status imposti dal mercato. Stiamo parlando di un locale cinque stelle, il nostro che rivolge le attenzioni a tutte le innovazioni del mondo del beverage e della mixology. Qui, all’Eden, voglio concretizzare al massimo la mia idea di miscelazione che, in primo luogo, equivale a far vivere l’esperienza del beverage e del food intorno al cliente, a quelle che sono le sue preferenze. Una esperienza, sia ben chiaro riferita a ciò che vuole vivere in un determinato momento, perché magari oggi beviamo per celebrare e domani forse per dimenticare. Non c’è mai una linea abbastanza demarcata».
Nella drink list spuntano tra i signature alcune interessanti variazioni sui classici e non. Si va dal Boulevardier al caffè tostato con Bulliet bourbon, Campari e blend di vermouth infusi al caffè, al Sole d’Oriente, Tanqueray 10, pomodori datterini, limoni di Sorrento, sedano, soia, wasabi, birra, passando per il Vespa special, Beefeater 24, limoni di Sorrento, miele d’acacia, zenzero, goccia di Lagavulin 16. Non può naturalmente mancare un cocktail champagne d’eccezione. Ovvero Ricordi di Roma, con Ketel One, lamponi, ananas e Veuve Clicquot Rosè. Ampia la selezione di cocktail evegreen, spumanti e champagne, vini delle più prestigiose etichette e cantine e spirits. Da accompagnare cicchetti d’eccezione: fiore di zucchina in tempura, supplì alla romana, mozzarella in carrozza, gamberi croccanti, frittura di calamari con salsa aioli, arancino di riso su fonduta pomodoro. Le scelte, al Giardino Bar, accolgono l’evoluzione del gusto, nel Belpaese e all’estero.
I gusti del cliente
«Rispetto a dieci anni fa, - evidenzia Verdecchia - il cliente è davvero cambiato, specialmente in Italia e soprattutto a Roma che è diventata una grandissima metropoli del bere, pari, se non superiore a Milano. Il nostro ospite abituale ormai ha girato e viaggiato tanto, è davvero super informato. Soprattutto beve meglio, conosce tanti dei cocktail internazionali celebri in ogni loro caratteristica, ha acquisito realmente una miriade di competenze. Per me è davvero una sfida. Qui ogni giorno ho a che fare con una clientela internazionale ma anche tanto abituale, high spender e soprattutto avvezza a vivere spesso esperienze culinarie degne di nota. In questi ultimi anni abbiamo assistito a tanti cambiamenti: il Negroni e lo Spritz si sono affermati sui banconi dei quattro angoli del pianeta. Tantissima clientela statunitense chiede sempre più un ottimo spritz. Sulla questione dolce vs. secco secondo me non dipende dal trend o dalle mode ma da ogni singolo palato. Solitamente chi fa i primi approcci al bere, specie i ragazzi più giovani, cercano quasi sempre qualcosa di più dolce o meno strutturato, man mano che si evolve con gusto ed esperienza ci si sposta inevitabilmente verso il secco o le bollicine. E poi come tutti gli hotel non può mancare la richiesta dei Martini. Per quanto riguarda il gin è una moda un po’ passata, sebbene ni italiani, grazie anche alla scuola salernitana in particolare siamo grandi sostenitori. Il gin indubbiamente è un ottimo compromesso che mette d’accordo tutti. Oggi forse il trend si muove verso i distillati d’agave, tutto ciò che è tequila o mezcal ha un tocco magico. Rispetto al gin certamente è un approccio più difficile perché non vi è una base cerealitica però questo è il suo risvolto positivo. Niente hangover o pesantezza nella testa il giorno dopo. Noi comunque promuoviamo sempre un bere responsabile».
L'aperitivo non tramonta mai
Tante le idee pronte a rendere sempre più straordinario il rito dell’aperitivo. «Stiamo lavorando strizzando occhio all’home made con nuovi signature cocktail per raccontare sempre più la nostra idea avvalendoci anche delle competenze del nostro chef stellato, Fabio Ciervo – puntualizza Verdecchia - Diverse preparazioni saranno infatti realizzate in cucina. Un dialogo importante quello tra piatti e cocktail. Sono entusiasta di un fenomeno in ascesa, ovvero il pairing con i drink. Certo, il vino è una tradizione radicata in Italia, però dal mio personalissimo punto di vista “giocare” con i cocktail è più contemporaneo. Alcuni piatti addirittura li chiamano. Penso ad esempio al cinghiale, mangia ghiande e bacche, quindi la risposta implicita sarebbe gin. Il pairing va da sé è più concreto, legato alla terra. Cambiamento perché no? Il mondo evolve. Abbiamo una sezione dedicata a piccoli bites ma avendo la cucina dell’albergo possiamo scegliere tanti piatti. Un indubbio vantaggio per gli ospiti locali e non solo per quelli che soggiornano nell’hotel».
Infine uno sguardo sull’attualità: «Le presenze straniere - conclude Verdecchia - stanno recuperando in modo esplosivo. Tanti arrivi dagli Stati Uniti e ultimamente anche dal Medio Oriente, a fronte dell’inevitabile assenza della componente russa. Si era pensato a una ripresa più graduale invece questi due ultimi mesi siamo andati alla grandissima. Un ritmo frenetico ed un successo che ci ha quasi disorientato dopo che la pandemia ci aveva disabituato a un pieno regime. Il covid e le relative restrizioni sanitarie, ci hanno spinto verso la qualità, tempo e risorse non sono più le stesse quindi privilegiamo l’eccellenza rispetto alla quantità. Stiamo assumendo tanto personale ma c’è sempre bisogno di risorse. Certo l’hospitality è una vita al contrario che porta ad avere una esistenza in contro tendenza. La pandemia ha tolto tanta voglia di lavoro e sacrificio ai ragazzi che hanno riscoperto i propri ritmi, forse più desiderio di godersi il tempo. Questo è un lavoro che richiede tanto sacrificio sebbene regali molte soddisfazioni. Non potrei immaginarmi in una altra dimensione professionale. Il legame che si instaura con il cliente poi, è impagabile. Da noi la fidelizzazione avviene attraverso il sorriso e qualsiasi suggerimento dai nostri clienti abituale è sempre ben accolto. Stiamo anche diventando meno rigidi con il dress code, togliendo outfit obbligati ma preservando lo stile e l’eleganza che hanno reso da sempre l’Eden una perla nel mondo dell’hospitality capitolina».
Hotel Eden
via Ludovisi 49 - 00187 Roma
Tel 06 478121
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Alberto Lupini