Flam Osteria Contemporanea Gusti decisi e prezzi modesti
Un ristorante, anzi un’osteria contemporanea, in pratica gourmet, in pieno centro storico a Palermo, a pochi metri da due monumenti imperdibili: lo Spasimo e la Magione
27 gennaio 2018 | 15:11
La mission è conservare i gusti di una volta interpretandoli, senza stravolgerli, con un pizzico di fantasia ed una chiave più moderna. Due fratelli: Flavio, un trentenne chef che ha fatto tante esperienze anche stellate, e Mirco Mannoia, sommelier Ais che oltre a fare il maitre consiglia e guida gli avventori nella scelta dei vini e in percorsi sensoriali.
Flavio appena uscito dalla scuola alberghiera ha iniziato lavorando in un ristorante marinaro dove oltre a cominciare la sua esperienza ha capito cosa voleva fare: il cuoco. Continua quindi ad imparare e ad operare in un ristorante stellato per 4 anni dove ha avuto la fortuna di apprendere la manualità dal sous chef giapponese e il modo di pensare e di creare dalla chef Patrizia Di Benedetto. Poi diventa chef nel secondo ristorante di Patrizia, quindi in giro anche in Europa tra lavoro e stage vari.
Tre anni fa i fratelli Mannoia decidono di intraprendere un’attività tutta loro, Mirco addirittura lascia un ambito posto fisso alle Poste e segue i corsi di sommelier, e oggi gestiscono un’osteria-ristorante che in futuro, non lontano, farà parlare di sé, specialmente quando i curatori delle guide lo scopriranno. Sono 40 coperti divisi in 3 piccole sale, quindi intimità in un ambiente sul rustico, nella bella stagione tavoli all’aperto. nell’antistante piazzetta.
Mirco chiaramente cura la carta dei vini discretamente ampia con giusto rilievo ai siciliani e nell’immediato futuro la amplierà di nazionali, di cui già oggi propone, con successo, denominazioni meno note e diffuse. Flavio adatta il menù ai periodi stagionali o addirittura mensili con proposte anche giornaliere secondo quello che il mercato offre. Tutto quello che si mangia nasce dalla sua cucina: dai pani e grissini con lievito madre, agli affumicati di pesce, ai dolci, la vasta esperienza gli è servita. La sua tecnica e il suo proposito sono orientati a non contrastare gli ingredienti, anzi a valorizzarli.
L’attuale carta comprende sette pietanze per ogni portata oltre ai piatti del giorno. Sarà vostro estro scegliere quelle che vi incuriosiscono o che riscuotono maggiormente il vostro gusto o addirittura immergersi nel menu degustazione. I nostri consigli, per altro casuali, comprendono: la stigghiola di pesce del giorno con spezzatino di patate, un piatto must da non perdere dove il pescato del giorno, nel nostro caso lampuga e calamaro, e il cipollotto sono avvolti nel velo di maiale, cotti al forno, saltati in padella, conditi con la polvere del nero di calamaro essiccato e dall’olio al carbone che dona il gusto affumicato; polpo arrosto su macco di fave secche; spaghetti alla tarantina con crema di carciofi alla brace, salsa di pomodoro equilibrata, cozze freschissime e carnose; tortelli ripieni di melanzane su bisque di gamberi, guarniti da cialde corallo al prezzemolo e ciuffi di stracciatella; spaghetti con le sarde scottate, crema di finocchietto selvatico e polvere di limone candito; porchetta di coniglio apparecchiato cotto a lungo a bassa temperatura, poi arrostito e finito in padella con olive bianche, capperi, sedano, accompagnato da verdurine selvatiche; cotoletta di capone (lampuga) impanata al sesamo e salsa al limone; involtini di pesce spada panato con gamberi marinati ed insalata pantesca; passata di loti con krapfen fritto, gelato vaniglia e granella di cioccolato.
Tutti le pietanze sono cotte a puntino, anche con le tecniche più moderne, gustosissime, dalle giuste consistenze, equilibrate e dagli abbinamenti felici, con qualche ingrediente che dona una spinta in più, ben presentate senza inutili o pseudo decorativi orpelli. Alla fine il conto contribuisce a rallegrare maggiormente il pasto, lo spirito e la tasca: prezzi modesti, quasi da taverna, specialmente tenendo conto delle materie prime scelte, della sapienza culinaria, del servizio attento diretto da Mirco.
Per informazioni: www.facebook.com/RistoranteFlaMPalermo
Flavio e Mirco Mannoia
Flavio appena uscito dalla scuola alberghiera ha iniziato lavorando in un ristorante marinaro dove oltre a cominciare la sua esperienza ha capito cosa voleva fare: il cuoco. Continua quindi ad imparare e ad operare in un ristorante stellato per 4 anni dove ha avuto la fortuna di apprendere la manualità dal sous chef giapponese e il modo di pensare e di creare dalla chef Patrizia Di Benedetto. Poi diventa chef nel secondo ristorante di Patrizia, quindi in giro anche in Europa tra lavoro e stage vari.
Tre anni fa i fratelli Mannoia decidono di intraprendere un’attività tutta loro, Mirco addirittura lascia un ambito posto fisso alle Poste e segue i corsi di sommelier, e oggi gestiscono un’osteria-ristorante che in futuro, non lontano, farà parlare di sé, specialmente quando i curatori delle guide lo scopriranno. Sono 40 coperti divisi in 3 piccole sale, quindi intimità in un ambiente sul rustico, nella bella stagione tavoli all’aperto. nell’antistante piazzetta.
Mirco chiaramente cura la carta dei vini discretamente ampia con giusto rilievo ai siciliani e nell’immediato futuro la amplierà di nazionali, di cui già oggi propone, con successo, denominazioni meno note e diffuse. Flavio adatta il menù ai periodi stagionali o addirittura mensili con proposte anche giornaliere secondo quello che il mercato offre. Tutto quello che si mangia nasce dalla sua cucina: dai pani e grissini con lievito madre, agli affumicati di pesce, ai dolci, la vasta esperienza gli è servita. La sua tecnica e il suo proposito sono orientati a non contrastare gli ingredienti, anzi a valorizzarli.
L’attuale carta comprende sette pietanze per ogni portata oltre ai piatti del giorno. Sarà vostro estro scegliere quelle che vi incuriosiscono o che riscuotono maggiormente il vostro gusto o addirittura immergersi nel menu degustazione. I nostri consigli, per altro casuali, comprendono: la stigghiola di pesce del giorno con spezzatino di patate, un piatto must da non perdere dove il pescato del giorno, nel nostro caso lampuga e calamaro, e il cipollotto sono avvolti nel velo di maiale, cotti al forno, saltati in padella, conditi con la polvere del nero di calamaro essiccato e dall’olio al carbone che dona il gusto affumicato; polpo arrosto su macco di fave secche; spaghetti alla tarantina con crema di carciofi alla brace, salsa di pomodoro equilibrata, cozze freschissime e carnose; tortelli ripieni di melanzane su bisque di gamberi, guarniti da cialde corallo al prezzemolo e ciuffi di stracciatella; spaghetti con le sarde scottate, crema di finocchietto selvatico e polvere di limone candito; porchetta di coniglio apparecchiato cotto a lungo a bassa temperatura, poi arrostito e finito in padella con olive bianche, capperi, sedano, accompagnato da verdurine selvatiche; cotoletta di capone (lampuga) impanata al sesamo e salsa al limone; involtini di pesce spada panato con gamberi marinati ed insalata pantesca; passata di loti con krapfen fritto, gelato vaniglia e granella di cioccolato.
Tutti le pietanze sono cotte a puntino, anche con le tecniche più moderne, gustosissime, dalle giuste consistenze, equilibrate e dagli abbinamenti felici, con qualche ingrediente che dona una spinta in più, ben presentate senza inutili o pseudo decorativi orpelli. Alla fine il conto contribuisce a rallegrare maggiormente il pasto, lo spirito e la tasca: prezzi modesti, quasi da taverna, specialmente tenendo conto delle materie prime scelte, della sapienza culinaria, del servizio attento diretto da Mirco.
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Alberto Lupini
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