Il fascino nascosto dell’Etna in inverno

Il più grande vulcano attivo d’Europa, con i suoi 3.350 metri di altezza, è un paradiso per i viaggiatori di tutto il mondo, mai uguale a sé stesso tra scorci nordici, colline lunari, impianti da sci e fitti boschi . L’Etna è come un faro naturale per questa terra immensa e variegata, per quest’isola che detiene tanti primati

25 dicembre 2022 | 05:00
di Antonio Iacona

La lunga estate 2022 è ormai lontana. E anche nella calda e assolata Sicilia si è dato il benvenuto all’inverno. Scie di ombrelloni colorati, voci di bagnanti esultanti, grida festose di bambini che giocano… tutto questo è ormai così distante. Solo il rumore delle onde del mare è rimasto tale, eppure sempre diverso a se stesso. Il mare che si infrange giorno e notte, ad ogni alba e a ogni tramonto, ora sulle nere scogliere di lava raffreddata da secoli, ora sulle dorate spiagge di sabbia della playa catanese.

L’Etna, ‘a Muntagna

Ma una cosa l’estate non è riuscita a portar via con sé, qualcosa che appartiene a quest’isola da sempre e che appare davvero intramontabile: il suo fascino! Un fascino esercitato in tutte le stagioni, compreso l’inverno, quando cambiano i colori del territorio, la temperatura si fa più fredda. E lei è lì, sempre lì, maestosa e sublime, fiera e spumeggiante, come le onde del mare. È lì, l’Etna, declinata al femminile perché è ‘a Muntagna, per i catanesi; e poi declinato anche al maschile, l’Etna, se si indica la sua natura di vulcano, il più alto d’Europa tra quelli attivi.

I catanesi e tutti gli altri siciliani lo sanno: l’Etna è come un faro naturale per questa terra immensa e variegata, per quest’isola che detiene tanti primati, belli e meno belli, nel cuore del Mediterraneo. Un’isola amata e spesso incompresa, ma che va avanti, come una nobile donna senza tempo e senza età, che si beffa di tutti e che rimane consapevole del proprio valore. E lei è lì, l’Etna, ora calma, contemplativa, soave, generosa… ora calda, arrabbiata, incandescente, nervosa. Proprio come il popolo che contempla, che protegge e che al contempo minaccia da sempre, sia che esso già parlasse in tempi remoti il greco, il latino, l’arabo o altre lingue…

Nella terra del mito

Chi si appresta ad ammirarla, può farlo già mentre l’aereo sta atterrando all’aeroporto internazionale “Vincenzo Bellini” Fontanarossa di Catania, che nel 2021 si è affermato a livello nazionale come primo scalo in Italia per traffico, superando perfino l’aeroporto di Roma Fiumicino, con oltre 4 milioni di passeggeri. E ci si pente subito! Si guarda dal finestrino, si intravede, abbracciato dalle nuvole, il cratere centrale, baciato dal sole dell’alba o coccolato dai raggi del tramonto, e ci si pente di avere acquistato anche il biglietto di ritorno. Perché si diventa subito consapevoli che si sta atterrando nella terra del mito!

I suoi 3.357 metri non sono mai uguali a se stessi. Mutano nel tempo, con il sopraggiungere o il perdurare di nuove eruzioni, di nuove colate. La cenere minaccia spesso voli e traffico aereo, ma le si perdona anche questo. E poi, chi contempla l’Etna, non può farlo separando il paesaggio, ma deve immergersi nella prospettiva dei pittori en plein air, come quegli impressionisti che ammiravano Parigi nei suoi affascinanti angoli e particolari, ma senza dimenticarne il magico “tutto”. E il tutto dell’Etna comincia dal mare Jonio, da quelle onde ora calme ora spumeggianti ora burrascose che accarezzano o schiaffeggiano Catania.

La Città Metropolitana si staglia come una principessa alle falde del vulcano. È la sua amante dichiarata, devota. Chi giunge a Catania impara subito due nomi, due parole d’ordine che non possono prescindere dai sentimenti dei suoi abitanti: Etna e Sant’Agata, la Vergine e Martire Patrona della città, celebrata con una festa di carattere mondiale il 5 febbraio di ogni anno.

Il parco dell’Etna

L’immagine di Sant’Agata ci richiama al cielo. E, se c’è un volo che non è mai disturbato dalla cenere del vulcano, questo è il volo di una splendida coppia di Aquile Reali, che dominano con i loro battiti di ali e le loro scie naturali il Parco dell’Etna. I loro occhi contemplano e ispezionano i 59mila ettari del Parco, in cerca di prede, magari una volpe o una lepre. Il Parco dell’Etna è diviso in 4 zone, denominate A, B, C e D. Affascinante è certamente la zona A, per intenderci quella che nel 2013 è stata proclamata Patrimonio Unesco, inserita ufficialmente nella prestigiosissima Wrold Heritage List. È la cosiddetta “area sommitale”, quella dei crateri, la più elevata.

«Il fascino dell’Etna è certamente immutato, ma dopo i due anni di pandemia da Covid sembra avere ricevuto una nuova energia - dice a “Italia a Tavola” Carlo Caputo, presidente del Parco dell’Etna da due anni - e ancora adesso continuiamo a registrare un aumento sempre crescente di nuovi turisti, soprattutto stranieri. Sono anche semplici camminatori, amanti del trekking, anche a bassa quota, che ammirano e contemplano i paesaggi del nostro vulcano». Anche in autunno e in inverno, infatti, anzi soprattutto in queste stagioni l’Etna assume un fascino del tutto particolare.

«Certamente gioca una parte importante il fenomeno del foliage in autunno - ricorda il presidente Caputo - che anche da noi comincia ad assumere connotati importanti. L’autunno, infatti, si conferma una delle stagioni più belle per vivere appieno i sentieri e i percorsi naturali nel parco. Ci si muove immersi in tappeti di foglie, con i colori tipici che solo questo periodo riesce a regalare, tra il silenzio del bosco e la presenza di castagne».

Senza dimenticare la magia della neve sul vulcano. Tra le esperienze da mettere in programma una volta nella vita c'è, infatti, anche l'emozione di sciare sull'Etna. Il vulcano siciliano d'inverno di riempie di neve e mette a disposizione due comprensori: quello di Nicolosi (a sud, i 1910 e i 2700 metri) e quello di Piano Provenzana - Linguaglossa (sul versante nord, tra 1800 e 2317 metri). Per sciare sospesi tra i crateri e il mare.

Dall’enoturismo allo sci

Anche Carlo Caputo conferma che il turismo sull’Etna continua a destagionalizzarsi. «L’estate appartiene più agli italiani - dice - mentre l’autunno e l’inverno sono più gli stranieri ad essere presenti. Una parte importante la giocano certamente le tante aziende vitivinicole che operano sul territorio, che offrono pacchetti sempre più interessanti con visite e degustazioni nelle cantine, che inevitabilmente si ripercuotono anche sul territorio naturalistico e paesaggistico. Non cerchiamo, però, un turismo di massa questo sarebbe sbagliato per una terra così bella. L’Etna vive e deve vivere di turismo lento, fatto non di grandi presenze, ma di grandi appassionati».

Sull’Etna, come dicevamo, esistono anche degli impianti sciistici, una sul versante sud, a Nicolosi (Ct), e l’altro sul versante nord, a Linguaglossa (Ct). Ma sarebbe sbagliato, come confermato dal presidente da Caputo, puntare sulla monocultura dello sci, non essendo sempre garantita la presenza di neve costante sul vulcano. Molto più importante, invece, destagionalizzare appunto le presenze sull’Etna, mentre l’Ente sta continuando nella sua azione di valorizzazione.

Ultima testimonianza concreta, l’approvazione del Marchio collettivo del Parco dell’Etna, che dà la possibilità alle aziende che operano e producono sul territorio secondo i criteri della sostenibilità e del rispetto dell’ambiente, seguendo rigide politiche green, di fregiarsi di tale marchio. E al centro di tutto questo affascinante ecosistema c’è ancora lei, sempre lei, l’Etna, con il suo confine litologico di 250 km, l’altezza di circa 3.350 m e una superficie di circa 1.260 km quadrati.

Sono 20 i Comuni che ricadono nel territorio del Parco: Adrano, Belpasso, Biancavilla, Bronte, Castiglione di Sicilia, Giarre, Linguaglossa, Maletto, Mascali, Milo, Nicolosi, Pedara, Piedimonte Etneo, Ragalna, Randazzo, Santa Maria di Licodia, Sant’Alfio, Trecastagni, Viagrande, Zafferana Etnea, con una popolazione di circa 250mila abitanti.

 

Cosa vedere sul monte Etna

Le cose da vedere comprendono sia bellezze paesaggistiche sia attrazioni storiche e culturali. La maggiore attrazione rimangono, in ogni caso, i crateri.

I crateri

Il punto accessibile più alto dell’Etna permette di ammirare i crateri sommitali a 3.300 metri di altezza, la cosiddetta bocca del vulcano (o meglio il punto più vicino ad essa). La vista qui è incredibile: appena sotto il cratere, più in là verso l’orizzonte il mar Jonio. I crateri sommitali solitamente inclusi nei tour sono tre: il Cratere Centrale, che comprende quelli noti come Voragine e Bocca Nuova, il Cratere di Nord-Est e il Cratere di Sud-Est.

Un tipico tour ai crateri sommitali inizia con un viaggio in funivia dal Rifugio Sapienza (a 1900 metri) fino a quota 2500, da lì si prosegue in speciali mezzi 4×4 fio a quota 2900 e infine si sale a piedi per circa 2 km (dislivello di circa 400 metri); si ridiscende poi a piedi fino alla funivia. Sono possibili alcune varianti con pezzi a piedi più o meno lunghi ma, in generale, si tratta di un’escursione impegnativa ed è obbligatorio farsi accompagnare da una guida esperta. Da ricordare inoltre che i movimenti del vulcano sono costantemente monitorati e il minimo dubbio sulla sicurezza delle escursioni ne comporta la sospensione.

Più in basso rispetto al cratere centrale, lungo il versante sud si trovano i crateri silvestri, formati con l’eruzione del 1892 e oggi spenti: sono facilmente raggiungibili in auto e pertanto sono i più visitati. La visita ai crateri silvestri non richiede obbligatoriamente una guida ed è adatta anche a chi ha poco tempo a disposizione.

Una via di mezzo tra il cratere centrale e i crateri silvestri sono i crateri laterali ancora attivi a quota 2900 metri. Si raggiungono con una breve camminata dal punto in cui vi si fermano i mezzi 4×4.

Grotte vulcaniche

Tra i tour ce n’è uno davvero spettacolare che permette di entrare “dentro il vulcano” visitando una grotta di scorrimento lavico ora spenta in compagnia di una guida alpina vulcanologica. Le grotte vulcaniche più famose sono la Grotta dei Lamponi, la Grotta delle Palombe, la Grotta del Gelo e la Grotta dei Tre Livelli.

Valle del Bove

La Valle del Bove è una profonda vallata che si estende per circa 7 km ed è delimitata da pareti alte fino a 1.000 metri. Questa grande caldera a ferro di cavallo si trova sul versante orientale del vulcano ed è una zona di grande bellezza.

Borghi etnei

Per conoscere il lato “umano” dell’Etna fondamentale visitare i paesini che sorgono sulle sue pendici tra borghi e cittadine più o meno grandi, palazzi storici, caratteristiche chiese, prodotti tipici locali come vini e pistacchio. Tra i più famosi borghi etnei ci sono Zafferana Etnea, Nicolosi, Bronte e Trecastagni.

Sede dell’Ente Parco

L’ex monastero benedettino San Nicolò La Rena a Nicolosi ospita la sede dell'ente Parco dell'Etna, aperta ai visitatori. Al piano terra è presente un interessante Museo Vulcanologico, ottimo punto di partenza per conoscere questo monte particolare, la storia della sua formazione e le sue caratteristiche geologiche. Proprio all’esterno della sede ha inizio il Sentiero del Germoplasma, un facile percorso lungo il quale crescono numerose erbe aromatiche e officinali, alberi da frutto, vigne.

 

Cosa fare sull’Etna

Andare sull’Etna non è un’avventura, ma tante avventure diverse: avventurosa, romantica, scientifica, sportiva, lenta, malinconica, adrenalinica…

Trekking

Le possibilità di trekking sul monte Etna sono davvero tantissime: si va da facili camminate di un’ora o poco più, adatte anche a bambini, a escursioni impegnative di più giornate che richiedono forza fisica ed esperienza in montagna. A seconda del livello e dell’esperienza che si vuole fare esistono sentieri escursionistici da fare da soli, in compagnia di una guida privata o partecipando a un tour trekking di gruppo. Il più famoso tra i sentieri adatti a tutti è chiamato Schiena dell’Asino: lungo 5 km, inizia nei pressi del Rifugio Sapienza e raggiunge un punto da cui è possibile ammirare la valle del Bove. Un’altra possibilità per chi volete camminare senza guida è un sentiero di circa 4 km sul versante nord-est che parte dal Rifugio Citelli

Escursioni in bici

L’Etna è anche il paradiso per gli amanti della mountain bike che qui trovano tanti percorsi tra cui scegliere, compresa la possibilità di effettuare la scalata dell’Etna. I paesaggi da esplorare in bici sono diversissimi, così come i terreni su cui pedalare: pinete, boschi, strade asfaltate, piste fuori strada, sentieri con fondo di sabbia e roccia vulcanica. Molte agenzie organizzano bike tour con guida o self-guided e offrono il servizio di noleggio bici elettriche.

Tour in jeep o a cavallo

I meno sportivi che non vogliono rinunciare a questa esperienza possono optare per diverse altre soluzioni come tour in jeep, a cavallo o in sella a un asino. È, inoltre, possibile vedere l’Etna dall’alto partecipando a un tour in elicottero. Per gli appassionati di fotografia esistono anche photo tour che conducono nei punti più adatti a fermare in uno scatto la potenza e la spettacolarità di un’eruzione o piccoli dettagli in cui si rivela la peculiare bellezza di questo luogo.

Sciare sull’Etna

Sono due i comprensori sciistici del monte Etna: il più grande si trova sul versante sud a Nicolosi, l’altro è quello di Piani di Provenzana-Linguaglossa sul versante nord. Entrambi gli impianti comprendono piste di diversi livelli, dai principianti agli esperti.

Il giro del vulcano in treno

C’è un modo insolito e altamente romantico per visitare l’Etna, ossia salendo a bordo dei treni della ferrovia Circumetnea. Si tratta di uno storico percorso ferroviario che corre intorno al vulcano toccando tutti i principali borghi della zona in circa tre ore. La partenza è dalla stazione di Catania Borgo e l’arrivo è a Riposto. Il treno rimane a bassa quota, quindi non è possibile vedere i crateri durante la corsa, ma rappresenta un mezzo affascinante per ammirare l’Etna nella sua interezza. È un mezzo utile per raggiungere i borghi da cui partono i sentieri ma, non essendo un treno turistico, è bene programmare l’itinerario consultando gli orari aggiornati.

Sempre legato alla Ferrovia Circumetnea c’è il Tour del Treno dei vini dell’Etna: un viaggio slow alle pendici del vulcano alla scoperta di vini, prodotti tipici, paesaggi e piccoli borghi. Si parte da Riposto e si arriva a Randazzo; da qui con il Wine Bus si visitano territori e cantine accompagnati da un esperto tra informazioni enoiche e storiche.

Come arrivare

In auto: l’Etna dista da Catania meno di un’ora. Da Catania basta prendere l’autostrada A18 Catania-Messina, uscire a Gravina di Catania e seguire le indicazioni per Nicolosi-Etna Sud. È anche possibile salire sul versante nord-est (dal lato di Zafferana Etnea), in questo caso l’uscita consigliata è Giarre.

In aereo: l’aeroporto più vicino è il Fontanarossa di Catania, che si trova a circa 40 chilometri dal Vulcano.

Mezzi pubblici: con i mezzi pubblici si può optare di visitare il vulcano dal “basso” con i treni della ferrovia Circumetnea oppure arrivare al Rifugio Sapienza, punto di partenza della ferrovia, con un bus della compagnia locale Ast in partenza da Catania. C’è una sola corsa al giorno e la durata del viaggio è di un’ora.

In camper: l’area sosta più comoda è Spuligni a Zafferana Etnea in via Paracquara 7.

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Alberto Lupini


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