Enoturisti in pellegrinaggio sul sentiero del Pinot Nero

Il Sentiero del Pinot Nero, tra i comuni di Ora, Montagna ed Egna, privo di pericoli, sicuro e adatto anche alle famiglie, è percorribile tutto l’anno. Lungo i suoi 14 chilometri tanti i punti di interesse

15 maggio 2022 | 12:30
di Piera Genta

Potremmo dire che sia un vero e proprio pellegrinaggio, quello che gli amanti del vino (e non solo) possono compiere sulla Strada del vino dell’Alto Adige: 150 chilometri con una superficie coltivata a vigneti di circa 4mila ettari che inizia a Nalles, in provincia di Bolzano e corre parallela alla valle dell’Adige, attraversa la Bassa Atesina fino a Salorno. Tra i vari percorsi imperdibile quello dedicato al Pinot nero che attraversa le zone più famose di coltivazione del vitigno. Il percorso, lungo 14 chilometri, si trova nell’area del Parco naturale del Monte Corno e attraversa i comuni di Ora, Montagna ed Egna della Bassa Atesina alla scoperta delle migliori zone di coltivazione, Mazzon, Gleno e Pinzano.


Trentasei tappe per un percorso adatto a tutti

È possibile scegliere tra una gita di un giorno oppure tre escursioni di mezza giornata. Un percorso enodidattico alla portata di tutti, percorribile tutto l’anno, con splendidi punti panoramici suddiviso in 36 tappe.


L’intuizione di un arciduca

Il Pinot nero è presente da quasi due secoli in Alto Adige grazie all’arciduca Giovanni d’Asburgo che fondò nei primi dell’800 l’associazione agraria del Tirolo e Vorarlberg con lo scopo di diffondere qui ogni tipo di conoscenza agraria a favore della viticoltura, e a Bolzano creò un campo sperimentale con 20 varietà di viti di origine francese, tra cui il Pinot nero. Da qui il Pinot nero si diffuse nella tenuta agricola dell’erede dell’arciduca, il figlio Franz von Meran. Anche altri proprietari terrieri di Bolzano seguirono i consigli dell’arciduca e piantarono vari vitigni, tra cui il Pinot nero. Oggi la superficie è di circa 500 ettari e rappresenta quasi il 10% del vigneto altoatesino.


Mazzon la zona più vocata

L’altopiano di Mazzon, frazione del comune di Egna, è una delle zone più vocate per il Pinot nero per il suo clima, la protezione dai venti freddi, l’intervento della brezza pomeridiana che soffia dal Garda e il terreno formato da rocce calcaree, con prevalenza di arenarie particolarmente adatto per un pinot nero di grande qualità; mentre a Gleno, frazione del comune di Montagna adiacente a Mazzon, la produzione del Pinot nero è molto più recente di Mazzon e non ha la sua stessa fama internazionale.


Per mettere in evidenza le peculiarità dei vini provenienti da diverse aree del territorio altoatesino, il Consorzio dei Vini Alto Adige sta pensando di intraprendere un processo di zonazione. Il lavoro si concluderà con l’introduzione di Menzioni geografiche aggiuntive, che potranno essere poi utilizzate per indicare in etichetta il luogo di produzione del vino.


Tra storia, giochi ed esperienze lungo il cammino

Lungo la via si incontrano luoghi storici come il sito archeologico di Castelfeder, il tracciato della vecchia ferrovia della Val di Fiemme, la Chiesa di Santo Stefano a Pinzano con l’altare tardo-gotico a opera di Hans Klocker, la Chiesa di San Michele a Mazzon, le rovine di Castel Kaldiff o Castel d'Enna. Pannelloni informativi e diverse stazioni interattive comunicano la storia e le particolarità di questa zona vinicola.


Sul sentiero che va da Montagna a Castelfeder è possibile far suonare le botti usate per invecchiare il Pinot nero, oppure giocare con Memo, in cui bisogna scoprire le tessere a coppie. Sul sentiero della vecchia ferrovia di Montagna, una delle piste ciclabili più belle del panorama cicloturistico del Trentino Alto-Adige, si incontra la Ruota della fortuna dove riconoscere i vini partendo dalle loro caratteristiche olfattive e organolettiche. Ed incontrare il Saltner, il guardiano delle vigne, fino all’inizio del Novecento una professione, oggi una figura leggendaria.


Il vigneto didattico della Tenuta Pfitscher

Nel percorso si passa vicino a numerose cantine, in cui sostare per una degustazione. Poco prima del centro storico di Montagna la Tenuta Pfitscher, la prima cantina in Italia a ottenere la certificazione CasaClima Wine che valuta la compatibilità ambientale dell’edificio e il comfort abitativo, il consumo di energia e acqua nella produzione dei vini, la scelta degli imballaggi ma anche le conseguenze del trasporto. Interessante il piccolo vigneto didattico dove si trovano alcuni filari con tutte le varietà di uva che si trovano sul territorio. Il Pinot nero Matan della zona di Glen è il biglietto da visita dell’azienda.


I tre cru della cantina Castelfeder

Altra cantina: Castelfeder di Egna, con i suoi tre cru di Pinot nero, tra cui Buchholz, prodotto a un'altitudine compresa tra 440 e 500 metri sopra la cittadina di Salorno, nella parte più meridionale dell'Alto Adige. L’etichetta della bottiglia è dedicata al Nano Perkeo, ideale custode della botte di vino più grande del mondo. Il Pinot nero Glen porta, invece, sull’etichetta l’immagine della vecchia ferrovia della Val di Fiemme e Mazon il castello di Caldiff. I tre Pinot nero sono vinificati tutti allo stesso modo.


La centenaria Waldthaler Clemens

Nel centro di Ora troviamo Waldthaler Clemens, azienda dalla storia centenaria: la struttura del maso attorno a cui si estendono i filari di vigneti risale addirittura al XIII-XIV secolo. L’azienda è gestita dalla settima generazione della famiglia. Il 70% dei 7 ettari di proprietà sono destinati a produrre vini rossi (Lagrein, Pinot nero, Merlot, Cabernet e Schiava) e solo il restante 30% è dedicato ai vini bianchi, a testimonianza di come da queste parti i vitigni che rendono al meglio sono proprio quelli a bacca nera.


Una giovane enologa per Tenuta Carlotto

La Tenuta Carlotto a Ora è, invece, gestita dalla giovane enologa Michela Carlotto con il padre Ferruccio. Celebre il loro Pinot mero, Filari di Mazzon.


Luis Wine, tra i vigenti più antichi della zona

Sempre a Ora troviamo Luis Wine, di proprietà di Luis Oberrauch: l’azienda di 4 ettari possiede i vigneti tra i piu` vecchi della zona (tra i 30-80 anni), tutti allevati a pergola su terreni dove la vite ha radici profonde e soffre difficilmente gli stress idrici causati dalle condizioni climatiche estreme. Cosi` come in cantina anche in vigna le lavorazioni vengono fatte per la maggior parte manualmente conoscendo cosi` le esigenze di ogni singola vite.


La tenuta sperimentale Happacherhof

La tenuta sperimentale Happacherhof, una costruzione storica risalente al Seicento, ristrutturata di recente, ospita la Scuola superiore per l'agricoltura della Provincia autonoma di Bolzano gestita da docenti e dai loro studenti che qui hanno la possibilità di imparare le tecniche di coltivazione partendo da zero.


Cantina Kurtatsch, struttura moderna integrata con il territorio

A Cortaccia merita una sosta la moderna struttura della Cantina Kurtatsch, storica realtà vitivinicola altoatesina, inaugurata nel 2020 e progettata dall’architetto Egon Kelderer. Il suo profilo riprende quello frastagliato della parete Milla, la spettacolare formazione dolomitica alta cinquanta metri che fa da cornice e garantisce le condizioni ideali per la barricaia. Il percorso di visita inizia dall’enoteca con una spettacolare terrazza, scendendo nei piani inferiori si trovano delle grafiche che illustrano le singole zone iniziando da quella più alta (Graun a 900 metri) a quella più bassa, Brenntal.


La cantina è stata fondata nel 1990 e oggi sono le 190 famiglie che coltivano i 190 ettari. Ne è presidente Andreas Kofler. Due sono le linee: "Selection" (prima selezione) e "Terroir" (etichette di spicco), la quale porta in prevalenza i nomi dei migliori terroir di Cortaccia.

 


A caccia di borghi da fiaba

Tanti, come dicevamo, i tesori che si incontrano lungo questo sentiero. A partire dai piccoli borghi e dai paesaggi da fiaba nordica. Ne è un esempio Egna. La cittadina, inserita tra i borghi più belli d’Italia, di fondazione altomedioevale si trova ai piedi della collina di Castelfeder. Divenne un importante centro per gli scambi commerciali tra il nord e il sud, grazie alla sua posizione strategica lungo la Via Claudia Augusta e alla vicinanza del fiume Adige.


Un borgo magico con il nucleo antico a portici, tutto estremamente curato. Alcune case hanno ancora i deliziosi erker, i tipici balconi chiusi che sporgono sulla strada e le fontane di pietra. Proprio in un’antica casa ha sede il Museo di cultura popolare, nato grazie alla passione di Anna Grandi Müller che dal secondo dopo guerra in poi, è riuscita a recuperare tantissimi oggetti di uso comune di molte famiglie altoatesine raccontando così un pezzo di storia popolare locale tra il 1815 e il 1950. In fondo ai portici si trova la chiesa parrocchiale di Egna, in stile gotico e dedicata a San Nicolò, patrono del paese. A sud del, in frazione Laghetti, sorge uno dei pochi esempi in Europa di un ospizio per viandanti e pellegrini diretti in Terra Santa risalente al XIII secolo ancora completamente conservato.


A Castelfeder tra storia e leggende

L’area di Castelfeder, una collina di porfido, è situata nella Bassa Atesina tra Ora e Montagna ed è un importante luogo sacro nella cultura precristiana. Si estende su diverse pianure con inconsuete formazioni di pietre e rocce formate dai ghiacciai durante la glaciazione con vegetazione submediterranea, protetta come biotopo. Riguardo la storia di Castelfeder, esistono numerosi leggende e racconti. Della struttura originaria di Castelfeder si sono conservati tratti di una cerchia medievale, in origine pensate come mura di difesa e parti della cappella gotica di Santa Barbara, la cui origine è databile al VI secolo. Da non perdere lo scivolo della fertilità, uno scivolo di porfido ripido e liscio, considerato il fulcro di un antico culto della fertilità, su cui le donne desiderose di procreare scivolavano a pancia in giù.


Ora e il suo Rio Nero

A nord della collina di Castelfeder sulla sinistra orografica dell’Adige, si trova Ora. Da non perdere la parte vecchia del paese per il dedalo di vicoli ben conservati e per la suggestiva cascata del Rio Nero. Ora è il punto di partenza ideale per gite in bicicletta ed escursioni, tra cui quella alla gola del Bletterbach, patrimonio umanità dell’Unesco.


Ai margini del paese si trova il Rio Nero. Il torrente nasce dal Corno Bianco e scende fino ad Ora. Per molto tempo è stato il principale motivo di preoccupazione e di pericolo per la popolazione, a causa delle numerose inondazioni avvenute nel corso dei secoli. Il rio è collegato con la cascata. Talvolta può anche essere asciutto, dato che l’acqua viene utilizzata per irrigare i frutteti. Durante la ripida salita della “Katzenleiter”, composta da 540 scalini di roccia, si può osservare molto bene la cascata.


Tra i luoghi di interesse citiamo il Castello di Ora costruito attorno al 1200 come opera difensiva divenuto proprietà privata nel XIX secolo.


Il comune diffuso di Montagna

Montagna è un comune diffuso che comprende oltre al centro principale cinque piccole frazioni. Dall’alto domina il Castel d’Enna, eretto intorno al XII secolo, ristrutturato e ampliato alcune volte, mentre nel XVII secolo fu infine venduto a un patrizio veneziano ed è ancora oggi di proprietà dei suoi discendenti. Per questo motivo il castello non è visitabile. Una volta all’anno (12 agosto) nel cortile interno del castello ha luogo il concerto della banda musicale di Montagna e ha ospitato la premiazione della 24° edizione delle Giornate del Pinot Nero.


Interessante il sentiero “Vino, bosco, acqua” che poco prima di giungere al Castel d’Enna propone un percorso per le terapie basate sul metodo Kneipp. Per chi vuole affrontare un’escursione più lunga, di oltre 12 chilometri, altamente panoramica, una meta consigliata è Malga Cislon nel Parco naturale del Monte Corno, un’area protetta particolarmente apprezzata per i boschi, la flora, le torbiere, i laghetti e la sua fauna.


Dove dormire

L’Hotel Das Alte Rathaus si trova nel centro del paese di Egna. Si tratta di un luogo storico del Settecento con una lunga storia iniziata nel 1586 con il nome di casa Valgoi. Nel 1910 è stato fatto un risanamento importante della struttura per fare spazio alla nuova sede del municipio fino agli anni '40.

Pochi anni dopo la costruzione è diventata sede distacca della scuola media tedesca e del Kvw ospitando anche una macelleria. Dal 2016 è un hotel con 13 camere, ristorante e cocktail bar. Nel 2019 è stato inaugurato il primo albergo diffuso, 17 camere distribuite in diverse locations del centro storico.

© Riproduzione riservata


“Italia a Tavola è da sempre in prima linea per garantire un’informazione libera e aggiornamenti puntuali sul mondo dell’enogastronomia e del turismo, promuovendo la conoscenza di tutti i suoi protagonisti attraverso l’utilizzo dei diversi media disponibili”

Alberto Lupini


Edizioni Contatto Surl | via Piatti 51 24030 Mozzo (BG) | P.IVA 02990040160 | Mail & Policy | Reg. Tribunale di Bergamo n. 8 del 25/02/2009 - Roc n. 10548
Italia a Tavola è il principale quotidiano online rivolto al mondo Food Service, Horeca, GDO, F&B Manager, Pizzerie, Pasticcerie, Bar, Ospitalità, Turismo, Benessere e Salute. italiaatavola.net è strettamente integrato
con tutti i mezzi del network: i magazine mensili Italia a Tavola e CHECK-IN, le newsletter quotidiane su Whatsapp e Telegram, le newsletter settimanali rivolte a professionisti ed appassionati, i canali video e la presenza sui principali social (Facebook, X, Youtube, Instagram, Threads, Flipboard, Pinterest, Telegram e Twitch). ©® 2024