Eleonora Andriolo guida l'Acchiappagusto Gioventù, curiosità e ricerca ai fornelli
Il ristorante Acchiappagusto di Arcugnano (Vi), nel cuore dei Colli Berici, si affida totalmente alla gioventù, all’istinto, alla ricerca, curiosità e alle capacità della cuoca Eleonora Andriolo, 27 anni
04 giugno 2018 | 18:50
La sua cucina rispecchia il suo modo di essere: caparbia, determinata, tenace, coraggiosa e vivace. Un amore totalizzante quello di Eleonora Andriolo, iniziato più di dieci anni fa, quando, dopo aver messo definitivamente nel cassetto il diploma di ragioneria, si è dedicata alla realizzazione del suo sogno: diventare cuoca.
Il ristorante è stato avviato assieme al padre Flavio quattro anni fa e, da quest’anno, è guidato in maniera indipendente da Eleonora assieme a una squadra tutta al femminile: in sala ci sono la sorella Sofia, Marta Sofia, la compagna del padre Flavio, mentre Anna aiuta Eleonora in cucina. Trenta posti a sedere e una terrazza panoramica che si affaccia sui Colli Berici. «Non serviamo più di trenta persone a servizio», spiega Eleonora che controlla ogni piatto prima del servizio.
Nel 2015, ha frequentato numerosi corsi di alta cucina, per poi, nel 2016, impegnarsi in uno stage prolungato al ristorante stellato “Esplanade” di Desenzano del Garda (Bs) dove ha affiancato Massimo Fezzardi in cucina. Il 2018 è stato dedicato alla pasticceria.
Nel 2018 decide di affinare le sue conoscenze e frequenta una master class di alta pasticceria con la pluripremiata Chef Pâtissière Cècile Farkas Moritel. «Cos’amo della pasticceria? L’estrema precisione: se sbagli una crema, la butti via. Adoro il tempo che richiede la preparazione di un dolce: io lavoro in silenzio, soprattutto nelle prime ore del mattino, quando non c’è ancora nessuno nel ristorante. Provo e riprovo nuovi dolci, sperimento».
La passione per la cucina è nata molti anni fa nella cucina di nonna Elvi, dove Eleonora, allora bambina, trascorreva lunghi pomeriggi mentre mamma e papà erano al lavoro. La cucina di Eleonora Andriolo è attenta alla tradizione veneta, vicentina e veneziana. «La cucina è espressione di tradizioni, abitudini, della storia di un territorio - spiega Eleonora Andriolo - Nonna Elvi, mi regalò un ricettario scritto a mano con oltre mille ricette: un gesto che mi fece riflettere dandomi la consapevolezza dell’importanza del ruolo di ciascun Chef nel preservare le tradizioni culinarie del territorio veneto cercando di evolvere la cucina, ma con un profondo rispetto per lo stile italiano».
La cucina di Eleonora ha anche il sapore di terre lontane, luoghi scelti come meta nei suoi viaggi di formazione. «Come tutti gli chef, non ho molto tempo libero - spiega - quindi quando posso parto e le mete che scelgo rappresentano le tappe di un lungo viaggio programmato per affinare le mie conoscenze in materia di tradizioni culinarie». Dai suoi viaggi sono nati piatti come “La mia Marrakech”, Risotto alla barbabietola con tartufo, carcadè e crema di Vezzena e “Orchidea framboise”, una torta monoporzione a base di mousse di vaniglia del Madagascar e lamponi, o ancora la “Battuta di scampi di Manfredonia al lime con granita di bergamotto e prosecco”.
Nel rispetto della territorialità Eleonora Andriolo presta molta attenzione all’origine della materia prima, preferendo servirsi da piccoli artigiani del gusto presenti nel territorio circostante: la verdura, l’insalata e la valeriana da Ivano Scalco che ha dieci serre a Gambugliano, il miele per accompagnare i formaggi e guarnire i dolci è Oromel, prodotto a pochi metri dal ristorante ad Arcugnano. Le trote sono pescate al lago di Fimon a pochi chilometri di distanza.
Tra le 140 etichette della carta dei vini spiccano le selezioni italiane e un posto di riguardo è riservato alle etichette della Strada dei Vini dei Colli Berici. Non mancano incursioni extraterritoriali, come il pesce dall’Adriatico, dalla Sardegna oppure dalla vicina Chioggia.
Per informazioni: www.acchiappagusto.it
Eleonora Andriolo
«È ciò che ho scelto e oramai è parte di me e della mia vita - ha detto - lo so: stare in cucina è faticoso, talvolta logorante. Non mi faccio scoraggiare. Sono determinata, forse un po’ folle, ma attraverso i miei piatti riesco a raccontare ciò che mi circonda: è un atto con cui dono una parte di me stessa agli altri». Il ristorante è stato avviato assieme al padre Flavio quattro anni fa e, da quest’anno, è guidato in maniera indipendente da Eleonora assieme a una squadra tutta al femminile: in sala ci sono la sorella Sofia, Marta Sofia, la compagna del padre Flavio, mentre Anna aiuta Eleonora in cucina. Trenta posti a sedere e una terrazza panoramica che si affaccia sui Colli Berici. «Non serviamo più di trenta persone a servizio», spiega Eleonora che controlla ogni piatto prima del servizio.
Nel 2015, ha frequentato numerosi corsi di alta cucina, per poi, nel 2016, impegnarsi in uno stage prolungato al ristorante stellato “Esplanade” di Desenzano del Garda (Bs) dove ha affiancato Massimo Fezzardi in cucina. Il 2018 è stato dedicato alla pasticceria.
Nel 2018 decide di affinare le sue conoscenze e frequenta una master class di alta pasticceria con la pluripremiata Chef Pâtissière Cècile Farkas Moritel. «Cos’amo della pasticceria? L’estrema precisione: se sbagli una crema, la butti via. Adoro il tempo che richiede la preparazione di un dolce: io lavoro in silenzio, soprattutto nelle prime ore del mattino, quando non c’è ancora nessuno nel ristorante. Provo e riprovo nuovi dolci, sperimento».
La passione per la cucina è nata molti anni fa nella cucina di nonna Elvi, dove Eleonora, allora bambina, trascorreva lunghi pomeriggi mentre mamma e papà erano al lavoro. La cucina di Eleonora Andriolo è attenta alla tradizione veneta, vicentina e veneziana. «La cucina è espressione di tradizioni, abitudini, della storia di un territorio - spiega Eleonora Andriolo - Nonna Elvi, mi regalò un ricettario scritto a mano con oltre mille ricette: un gesto che mi fece riflettere dandomi la consapevolezza dell’importanza del ruolo di ciascun Chef nel preservare le tradizioni culinarie del territorio veneto cercando di evolvere la cucina, ma con un profondo rispetto per lo stile italiano».
La cucina di Eleonora ha anche il sapore di terre lontane, luoghi scelti come meta nei suoi viaggi di formazione. «Come tutti gli chef, non ho molto tempo libero - spiega - quindi quando posso parto e le mete che scelgo rappresentano le tappe di un lungo viaggio programmato per affinare le mie conoscenze in materia di tradizioni culinarie». Dai suoi viaggi sono nati piatti come “La mia Marrakech”, Risotto alla barbabietola con tartufo, carcadè e crema di Vezzena e “Orchidea framboise”, una torta monoporzione a base di mousse di vaniglia del Madagascar e lamponi, o ancora la “Battuta di scampi di Manfredonia al lime con granita di bergamotto e prosecco”.
Nel rispetto della territorialità Eleonora Andriolo presta molta attenzione all’origine della materia prima, preferendo servirsi da piccoli artigiani del gusto presenti nel territorio circostante: la verdura, l’insalata e la valeriana da Ivano Scalco che ha dieci serre a Gambugliano, il miele per accompagnare i formaggi e guarnire i dolci è Oromel, prodotto a pochi metri dal ristorante ad Arcugnano. Le trote sono pescate al lago di Fimon a pochi chilometri di distanza.
Tra le 140 etichette della carta dei vini spiccano le selezioni italiane e un posto di riguardo è riservato alle etichette della Strada dei Vini dei Colli Berici. Non mancano incursioni extraterritoriali, come il pesce dall’Adriatico, dalla Sardegna oppure dalla vicina Chioggia.
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Alberto Lupini
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