“Da Mimmo” perde il suo fondatore Bergamo Alta rinacque dalla sua pizza
21 agosto 2017 | 10:07
di Federico Biffignandi
Nato a Reggio, era arrivato a Milano iniziando a fare esperienza nella ristorazione prima di arrivare in Città Alta e aprire il suo di locale sfidando tutto e tutti perché a quei tempi regnava la povertà e la semplicità da quelle parti. Lui diede il via invece alla rinascita della parte storica di Bergamo fino a diventarne un simbolo indiscutibile. Per la posizione estremamente strategica, per la particolarità delle ricette proposte e per il suo carattere: forse brusco, poco appariscente, spiccio, ma professionale e capace di dare un’opportunità a tutti, di trarre il meglio dai suoi collaboratori e - soprattutto - di insegnare e far appassionare i suoi figli alla ristorazione. Non tutti perché di sette che Angelina ne ha messi al mondo solo Massimo e Roberto hanno dato seguito alla tradizione, ma lì pulsa comunque il cuore dell’intera famiglia.
La clientela anche nel giorno della sua scomparsa ha continuato ad arrivare nel suo ristorante, quasi a rendergli omaggio e la grande macchina del ristorante stesso non ha voluto fermarsi, timorosa di ricevere un altro rimprovero del grande “padrone”. Uno stop però è doveroso, avverrà oggi alle 14.30 nel Duomo di Bergamo Alta in occasione dei funerali.
© Riproduzione riservata
• Leggi CHECK-IN: Ristoranti, Hotel e Viaggi
• Iscriviti alle newsletter settimanali via mail |
• Abbonati alla rivista cartacea Italia a Tavola |
• Iscriviti alla newsletter su WhatsApp |
• Ricevi le principali news su Telegram |
“Italia a Tavola è da sempre in prima linea per garantire un’informazione libera e aggiornamenti puntuali sul mondo dell’enogastronomia e del turismo, promuovendo la conoscenza di tutti i suoi protagonisti attraverso l’utilizzo dei diversi media disponibili”
Alberto Lupini