La Cucina di Rho: ecco perché non è il solito ristorante

"La Cucina - non il solito ristorante” è il ristorante di Gaetano Marinaccio e Nadia Petronio, animato dall’estro dello chef Alfonso Daviducci. Un angolo mediterraneo tra le fiere e la nebbia di Milano

04 maggio 2024 | 18:00
di Guido Gabaldi

«Non si può pensare di teletrasportare il Cilento o la Costiera Amalfitana a Rho (Mi), terra di fiere e di nebbie, ma bisogna ringraziare questi ragazzi per l'angolino di paradiso che hanno costruito». Inizia così la presentazione dedicata dalla guida “Identità Golose” al ristorante “La Cucina - non il solito ristorante” di Gaetano Marinaccio e Nadia Petronio, animato dall’estro dello chef Alfonso Daviducci. Il riconoscimento è fresco di stampa (o di webpage) in quanto “La cucina” è fra i nuovi ingressi della Guida 2024, online dal 22 aprile. Ci starebbe bene un “Cominciamo bene!” a questo punto, dato che il locale ha poco più di tre anni (meno, se consideriamo i lockdown), ma vogliamo essere scaramantici e perciò omettiamo i soliti auguri di un radioso futuro.

La storia de La Cucina di Rho

E siccome non c’è un futuro senza una storia, per quanto breve, ricapitoliamo un po’ cosa è successo nella “terra di fiere e di nebbie”; a Rho, in altre parole, da ottobre 2020 ad oggi. Ci facciamo aiutare dal maître ma anche esperto di vini ma anche patron Gaetano Marinaccio.

«Siamo partiti con 26 coperti ed oggi siamo a 18 - puntualizza Gaetano il polivalente - e insieme al nostro interior designer abbiamo immaginato degli spazi adatti a offrire un’esperienza per pochi… pochi alla volta, intendo dire. Il commensale che ci sceglie deve infatti avere tutta l’attenzione del personale di sala e cucina, senza sconti. L’alta cucina, come la vediamo io e Nadia, non può rivolgersi a più di trenta ospiti tutti assieme, ed è proprio questo che volevamo intendere quando abbiamo scelto la denominazione commerciale. Che è  “La cucina - non il solito ristorante”: vogliamo essere un ritrovo gastronomico che punta a distinguersi. Innanzitutto rispetto agli altri ristoranti di Rho, che non mi sembra offrano niente di simile, a livello di qualità degli ingredienti, di servizio e di attenzione alla clientela».

Come è l’interno di La Cucina di Rho

In questa ricerca dell’eccellenza l’ambientazione fa la sua parte: all’inizio del 2024 il restyling voluto da Gaetano e Nadia, anche grazie alle luci soffuse, ha inteso trasformare il piccolo ristorante in una specie di scena teatrale, dove protagonista è la presentazione della portata.

L'introduzione di elementi d’arredo, tavoli e sedute di design non è solo una scelta estetica ma rispecchia una precisa filosofia, in cui ogni elemento vuole creare un ambiente accogliente e sofisticato; e così ogni pasto può diventare un'esperienza intima, da assaporare sottovoce.

Cosa si mangia da La Cucina di Rho

Lo chef Daviducci, classe ‘89, mette a disposizione dei commensali la sua estesa conoscenza della tradizione mediterranea, arricchita da esperienze in ristoranti stellati. I diversi menu degustazione proposti (“Degusterò”, “Bosco & Natura”, “Materia”, solo per citarne alcuni) non sono altro che un viaggio fra sapori, consistenze e aromi: ingredienti semplici trasformati in creazioni gourmet di grande impatto visivo e gustativo. Gli ospiti possono iniziare con amuse-bouche come pizzette cotte a vapore e fritte, seguite da chips di alghe e rivisitazioni di classici come le alici con burro e mais affumicato. Il percorso va avanti con piatti di sostanza che esaltano i prodotti del mare e della terra, come il sashimi di ricciola del Mediterraneo accompagnato da passion fruit, mela verde, zenzero e misticanza, e piatti di carne sofisticati, come la giovenca in primavera.

La degustazione ci ha impresso nella memoria il sashimi di ricciola; la battuta a coltello di scottona con shiso, cipolla fermentata, limone salato, verdurine affumicate in agrodolce e brodo freddo di finocchio, ma potete anche chiamarla “giovenca in primavera”; la pasta mista, o mescafrancesca, di Gragnano Igp con piselli decorticati, panna acida e limone; la guancia di scottona beneventana cotta a bassa temperatura, sedano rapa e pak-choi arrostito.

E il risotto giallo? Lo abbiamo lasciato apposta al di fuori dell’effettivo ordine di arrivo delle portate, per il suo insolito mix di semplicità e rigore tecnico e perché è diventato il piatto-bandiera, in questo angoletto di Rho: è preparato con riso Acquerello, noto per la sua capacità di assorbire i condimenti mantenendosi al dente, ed è impreziosito dal Parmigiano-Reggiano stagionato 100 mesi, per una ricchezza gusto-olfattiva memorabile, e dall’aggiunta di polline, fava tonka e olio al cipresso fatto in casa.

“Non il solito ristorante”, dicevamo, questo il raccontino dell’insegna: alla fine della degustazione ce ne siamo convinti anche noi, con tutte le perplessità e i rischi che un viaggio per non più di 18 intimi comporta. Ma ne vale la pena, devono aver pensato Marinaccio, Petronio e Daviducci, e abbiamo sperimentato che ci sono ottime ragioni per essere d’accordo.

La Cucina: non il solito ristorante
Via Porta Ronca, 86, 20017 Rho (Mi)
Tel 338 829 7415

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Alberto Lupini


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