Crudi, fritture e bottarga: i sapori de Al faro verde a Porticello
Al faro verde, ristorante storico di Porticello, Maurizio Balistreri racconta la Sicilia con piatti a base di pescato locale. Crudi, fritture e primi saporiti celebrano tradizione e innovazione, in un angolo di mare e storia
In questo piccolo angolo di paradiso marino le onde accarezzano la Sicilia da secoli, facendo risuonare da sempre la stessa incantevole melodia: la voce del mare… Questo piccolo angolo dell’Isola è chiamato Borgo San Nicolicchio, a Porticello. Siamo nel territorio di Santa Flavia, in provincia di Palermo, gradevolmente contesi tra Casteldaccia e Bagheria, terra nobile dagli antichi racconti e leggende. È qui che la famiglia Balistreri ha sempre fatto ciò che fa la maggior parte delle famiglie del borgo marinaro: lavorare col mare. Partiti come pescatori, qualcuno in famiglia continua a farlo. Qualcun altro, invece, una cinquantina d’anni fa ha deciso che nel mare non doveva solo pescarci, ma doveva trovarci la risposta ai sapori autentici e genuini della cucina. È nata così (46 anni fa, per la precisione) la storia de Al faro verde, ristorante baciato da quelle onde e che ha trovato albergo in un sito storico: un tempo chiesa dedicata proprio a San Nicola, poi sconsacrata, poi divenuto opificio per la conservazione delle acciughe e del tonno ed ancora ormeggio dei tonnaroti, per conservare appunto gli ormeggi e le barche. A testimonianza della sua storia, al suo interno si ergono archi che hanno circa 400 anni, che si sono sposati con la moderna architettura.
La cucina di Maurizio Balistreri de Al faro verde
A testimonianza, invece, di una storia molto più recente, ma importante per l’enogastronomia della Sicilia, ci sono i piatti, le ricette, le interpretazioni del mare e del territorio da parte dello chef, Maurizio Balistreri.
Maurizio rappresenta la generazione moderna de Al faro verde, assieme al titolare, suo fratello maggiore Stefano, che si occupa della parte amministrativa e che è sempre stato l'anima del ristorante, a cui si aggiungono il fratello Marcello e infine Francesco, purtroppo scomparso nel 2022. Una tradizionale famiglia di Porticello, che oggi propone alla propria clientela (fatta di siciliani e di molti turisti, anche stranieri) una cucina territoriale, che trova concretezza ed espressione nel pescato quotidiano della borgata, dove sorge una delle marinerie più importanti della Sicilia, anche per tonnellaggio, con Mazara del Vallo e Sciacca.
«I nostri nonni e, ancor prima, i nostri antenati erano pescatori - ci racconta Maurizio Balistreri – e, infatti, da sempre noi non acquistiamo dai mercati del pesce, ma abbiamo rapporti diretti e di fiducia con i pescatori del luogo. Il ristorante è aperto tutto l’anno e chiude solo qualche settimana a novembre e a febbraio, ma questo periodo ci serve, a me e alla mia brigata di cucina, per studiare nuovi abbinamenti e un’accoglienza sempre più precisa dei commensali. Il nostro obiettivo è quello di proporre nel piatto e di interpretare al meglio i sapori autentici del mare, principalmente, ma anche di terra, attraverso il rispetto della stagionalità, sia nella pesca che nei prodotti agricoli del territorio».
Visitare la Sicilia rappresenta certamente un viaggio affascinante, anche se a volte compiuto in pochi giorni. A chi decide di esplorare questa parte dell’isola, consigliamo vivamente di concedersi anche una sosta Al faro verde, dove si è accolti dai sorrisi e dalla gentilezza del personale di sala, mentre lo chef vi consiglierà al meglio cosa il mare ha donato quel giorno da assaporare.
Cosa si magia Al faro verde
Tra i suoi piatti da assaggiare doverosamente, Maurizio cita i crudi, che si diverte a servire in maniera ricca ad apertura della pausa gastronomica, cui fa seguito il gambero scacchiato, dalla tipica forma a scacchiera viola, con la pittoresca trama in chiaroscuro. E poi, le prelibate fritture del ristorante, anch’esse testimoni di tutta la freschezza e la bontà del pescato del giorno; le ricciole, interpretate dallo chef in modo semplice o con qualche accorgimento più ricercato e sugoso; i caponi, tipici della sua cucina; le gallinelle per le zuppe; il classico gusto dettato dalle cernie. Si aggiunga la bontà delle linguine alla bottarga di tonno, lavorata direttamente dalla famiglia Balistreri, secondo i metodi antichi; o ancora, i tortelli con burrata e patate, che lo chef realizza a mano, arricchendoli con gamberi e pomodorino stagionato semi dry.
Cosa si beve Al faro verde
Anche sul fronte enologico, la cantina de Al faro verde ha molte e prestigiose referenze, la maggior parte siciliane. «Amiamo esprimerci innanzitutto attraverso il nostro territorio anche con il vino. La territorialità è la nostra regola da sempre, assieme alla tradizione, sia per i prodotti agricoli che per quelli marini» conclude Maurizio. E non è un caso che noi lo abbiamo conosciuto durante il tour organizzato dal Consorzio di tutela dei vini della Doc Sicilia, “Sicilia Doc Collection” 2024, che per l’occasione ha allestito degli interessanti banchi d’assaggio durante l’incontro, abbinati ai piatti dello chef Balistreri.
Al faro verde: oltre le guide ci sono i clienti
E infine, alla domanda specifica sulle guide ai ristoranti e sulla eventuale presenza de Al faro verde, il nostro cuoco ha risposto: «Siamo e siamo stati più volte citati e segnalati in guide prestigiose. È una cosa che fa piacere, certamente. Ma non nascondiamo che la soddisfazione più grande è quella di vedere tutti i nostri clienti soddisfatti». Parola di chef, erede di una famiglia di pescatori a Porticello e oggi narratore di antichi racconti marinari attraverso i suoi piatti…
Al faro verde
Largo San Nicolicchia - 90017 Porticello Santa Flavia (Pa)
Tel 091 957977
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Alberto Lupini