Cosa si mangia da Zurla, la bistronomia non convenzionale di Roma

La città è Roma, il quartiere Pigneto. La zona ora si anima dei colori dello scoppiettante Zurla, sull'omonima via, ristorantino-bistrot-bar. Insomma, un locale polivalente in cui mangiare qualcosa di buono e bere un drink ben fatto

17 dicembre 2023 | 15:30
di Alessandro Creta

Sa farsi indubbiamente notare, nel cuore del quartiere Pigneto di Roma, un localino di recente apertura che in poche settimane già è riuscito a far parlare di sé. Si chiama Zurla, come la via in cui sorge, ed è un indirizzo intenzionato ad affermarsi in zona, ma probabilmente non solo, come punto di ritrovo polivalente per i giovani (ma non solo, ovviamente) di qui e dei paraggi. Un intrigo di vie e viuzze, arrivare qui per chi è di fuori Roma potrebbe risultare un po' ostico ma presa dimestichezza con qualche incrocio e semaforo eccoci qua, di fronte a Zurla, locale che ama farsi definire “bistronomia”. E allora anche noi lo chiameremo così. 

Zurla, polivalente locale scoppiettante e colorato 

Partiamo, ovviamente, dall'entrata. Passato il dehors esterno, con tavolini sulla strada e bordo marciapiede, ecco una porta che apre su una grossa sala in cui, alla sinistra, già sorge la cucina. A vista, come ormai trend per buona parte delle nuove aperture della ristorazione, ma anche su strada praticamente, con un'ampia vetrata che affaccia proprio su via Zurla. Colorato, vivace, pop ma oseremmo dire quasi scoppiettante questo bistrot che, come detto, si presta come locale adatto a varie iniziative e diversi utilizzi. Oltre a quello prettamente magnereccio, infatti, c'è anche un bar dall'altra parte della sala, al termine di un corridoio corredato da una parte dai tavolini e dall'altra da un'ampia bottigliera in cui compaiono ora etichette più note, ora vini più di nicchia.

Fatto sta, percorso il corridoio troviamo il già citato bar, Ben curato, essenziale, dotato di una buona drink list ideata dal bar manager Alessandro Mercadante. Quando pensi che il locale, tra ingresso nell'ampia sala con i tavolini, corridoio e bar, sia finito ecco che si apre un'altra saletta dedicata agli aperitivi, accanto a un nuovo dehor, al chiuso stavolta, che sicuramente durante la bella stagione si riempirà per l'happy hour e l'after dinner. Ma non è finita qua.

C'è un'altro spazietto, raggiungibile attraverso pochi gradini, in cui ci si dedica alle serate musicali. Un palchetto, qualche strumento, e la serata prende il giusto flow.

Cosa si mangia da Zurla?

Bistronomia, dicevamo, termine che ai puristi del settore forse non piacerà ma che calza a pennello sul locale. La cucina, seguita dallo chef Andrea Fava, è curata quanto basta, senza eccessive formalità o schiribizzi, ricercata il giusto e comunque sia attenta e dalla buona resa per quanto (ma questo è fisiologico, dato il rodaggio praticamente appena cominciato) di certo migliorabile. Il gusto però c'è, e l'importante è quello.

Bella selezione di antipasti, da quello vegetariano (e molto gustoso) a base di hummus di ceci, rapa rossa, funghi shitake, blu di pecora e cipolla passando per il mare, tra capasante in ceviche, salsa pad thai, patata dolce, coriandolo e lime. C'è anche la terra, con un carpaccio di manzo sottilissimo e una bella spolverizzata di tartufo. Cucina a parte, cosa emerge sin dalle prime battute? Innanzitutto un servizio di sala sciolto (sciallo, direbbero a Roma), informale ma comunque preciso, attento, e la bellezza delle ceramiche in cui vengono proposte le ricette.

Si passa quindi ai primi. Arriva un tortello ripieno di maiale con crema di zucca e pecorino, quindi uno spaghettone aglio e olio, spigola e tartare di leccia, un pesce non così comune nelle cucine. Bella realizzazione, bella resa, piatto di cui si fa volentieri il bis. Tra i secondi spicca sicuramente il maiale in due versioni: presentata la pancia e il collo (anche qui, un taglio non proprio diffusissimo), con mostarda ai peperoni. Carne cotta a dovere, la pancia è un burro e l'unico difetto è che sia finita così presto (ma qui solo perché siamo noi voraci). Nota dolente, forse, il secondo a base di pesce: riecco la leccia (il pescato del giorno) sotto forma di filetto su un kimchi di sedano. Complice anche il suo poco grasso la leccia risulta un po' secca e stoppacciosa. Magari in accompagnamento a una parte più grassa, che possa anche essere un qualche tipo di maionese, la resa finale (tattile e gustativa) potrebbe beneficiarne.

Finito anche il dolce, un semifreddo agli arachidi e caramello, ci accingiamo verso il bar, per un cocktail finale prima di tornare verso casa. Abbiamo scoperto un bel localino, in una zona in cui può sicuramente farsi notare non solo per la proposta di cucina ma anche di mixology e, perché no, serate a tema ed eventi che potrebbero prestarsi benissimo al tipo di locale. 

Zurla
Via Placido Zurla 66/70 - 00176 Roma
Tel 351 841 9604

Foto di Officina Visiva

© Riproduzione riservata


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Alberto Lupini


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