Come si dorme e mangia nel miglior hotel del mondo? Un viaggio nel Passalacqua
Da storica villa a rifugio di lusso, vincitore del The World’s 50 Best Hotels 2023. Un lusso familiare che e si esalta nell'eleganza senza tempo delle sue suite e nell'autenticità culinaria dello chef Alessandro Rinaldi
Il settore alberghiero globale è un'arena di sfida, dove l'eccellenza si calibra in termini di servizio, lusso e unicità dell'esperienza proposta. Quest'anno, la lista inaugurale "The World's 50 Best Hotels" ha fatto il suo debutto, dando inizio a una nuova tradizione di distinzione nell'ospitalità. L'epicentro di tale eccellenza ha trovato casa sulle rive incantevoli del lago di Como. Passalacqua a Moltrasio (Co) non solo si è distinto come una stella luminosa nel panorama alberghiero, ma ha conquistato l'ambito titolo di "miglior hotel del mondo" per il 2023.
Un viaggio nel tempo: le radici storiche di Passalacqua
La storia di Passalacqua, un tempo Villa Lucini Passalacqua, è un ricco tessuto di eredità e tradizione che risale alla fine del XVIII secolo, quando la famiglia Odescalchi decise di edificarla. La villa, che una volta incorporava un antico monastero e una chiesa medioevale, fu acquistata nel 1787 dal Conte Andrea Lucini Passalacqua, che la trasformò in una residenza estiva di raffinata eleganza con l'aiuto di noti architetti e decoratori dell'epoca. Sotto la cura del Conte, fu arricchita con una biblioteca e opere d'arte, e accolse illustri ospiti come il compositore Vincenzo Bellini che, tra il 1829 e il 1833, compose alcune delle sue opere più celebri nella villa, tra cui “La Norma” e “La Sonnambula”. Dopo il 1890, continuò ad ospitare personalità eminenti, ma con il passare del tempo, attraversò vari proprietari e periodi di abbandono, finché non fu restaurata negli anni '70.
Passalacqua, da antica villa a hotel di lusso
La trama del destino si è intrecciata in modo inaspettato quando la famiglia De Santis ha incrociato il cammino della storica Villa. L'acquisto, avvenuto nel 2018, è stato il preludio di una riscrittura significativa della narrazione dell'ospitalità sul lago di Como. Valentina De Santis, la mente dietro l'audace impresa, ha portato con sé non solo il capitale necessario, ma una ricca eredità di saggezza alberghiera.
La sfida era titanica. Trasformare una villa del XVIII secolo in un'epitome di lusso e raffinatezza, preservando al contempo il suo fascino storico, era un compito che richiedeva una sensibilità squisita. Ma la famiglia De Santis non è nuova a tali imprese. Con oltre cinquant'anni di esperienza nel settore alberghiero, è ben attrezzata per intraprendere tali imprese. E così, con le giuste dosi di rispetto per il passato e una visione per l'innovazione, ha iniziato il processo di rinnovamento. L'apertura dell'hotel nel giugno 2022 ha inaugurato una nuova pagina della storia gloriosa di questo pezzo di paradiso vista lago. Ogni angolo dell'hotel racconta una storia, ogni servizio offerto è un omaggio all'ospitalità italiana. La scalinata d'ingresso, la qualità dei tessuti, l'eleganza discreta degli arredi, tutto parla di un lusso senza tempo, attento ai dettagli e profondamente radicato nel locale.
Suite tra cielo e lago: fasti d'antan e storia a Passalacqua
Le ventiquattro esclusive suite di Passalacqua sono dislocate in tre diverse strutture: la Villa, il Palazzo e la Casa al Lago. La Villa, con i suoi giardini formali che si estendono fino alle acque sognanti del lago, è stata la dimora di artisti e aristocratici. Ospita dodici stanze, lussuose e “opulente”, che variano da eleganti camere doppie a suite grandiose. Tra queste, spicca la Suite Bellini, un omaggio di 250 metri quadri all'illustre compositore omonimo, che qui ha soggiornato e lavorato nell'XIX secolo. La sistemazione ruota attorno a una sala della musica centrale e il design interno è un perfetto riassunto dei più diversi stili, dai ricchi affreschi barocchi che decorano le pareti, ai tessuti Fortuny utilizzati per la tappezzeria. I lampadari in vetro di Murano soffiato aggiungono un tocco di eleganza, mentre i grandi bauli ai piedi dei letti sono un omaggio all'artigianato locale. I bagni, con i loro marmi estratti dalle cave di Verona e Carrara, sono un tripudio di lusso italiano.
Il “Palazzo”, nascosto dietro la Villa, ospita otto stanze incantevoli, ideali per chi cerca privacy con un tocco di romanticismo. Le suite variano in dimensioni, con stanze di media grandezza di 37 metri quadri e Grand Room di 50 metri quadri. Infine, la Casa al Lago, immersa nei giardini rigogliosi della tenuta e vicina all'acqua, è un mondo magico a parte, e dipinge Passalacqua nella sua versione più affascinante, ariosa ed eclettica. Offre quattro stanze speciali con viste in prima fila sul Lago di Como. Le suite variano da una media di 30 metri quadri a una Junior Suite di 60 metri quadri, ognuna progettata per avvicinare gli ospiti all'incantevole bellezza naturale del lago.
Alessandro Rinaldi: il cuore gastronomico di Passalacqua
Chef Alessandro Rinaldi, nato nel 1989 ad Avellino, ha iniziato il suo viaggio nel mondo culinario in età molto giovane, giocando con pentole e pasta secca nella cucina della nonna, custode di antiche ricette. A quattordici anni, ha mosso i primi passi nel settore della ristorazione al Ristorante La Scintilla, un'esperienza che lo ha entusiasmato al punto da iscriversi a una scuola alberghiera.
Successivamente, ha lavorato al Therasia di Vulcano e con lo chef Agostino Iacobucci al ristorante stellato I Portici di Bologna, un incontro che ha segnato una svolta nella sua carriera, infondendogli la cultura della cucina gastronomica ma, al contempo, mantenendo vivo il culto del cibo, inteso come elemento “familiare”, e della semplicità.
No alla monotonia, sì al lusso “familiare”: i capisaldi di Rinaldi a Passalacqua
Rinaldi racconta del suo primo giorno a Passalacqua, il primo maggio del ‘23: «Mi sono trovato in un ambiente completamente nuovo, un contesto che avrebbe richiesto impegno e dedizione». Con l'appoggio di un team di undici esperti tra cucina e pasticceria, ha lavorato per dare forma a ciò che oggi rappresenta Passalacqua. Una delle sue distintive è l'avversione per la monotonia: «Se la natura ci offre un ingrediente per dieci giorni, quel prodotto diventa protagonista del nostro menù per quel periodo. Questa scelta, oltre a mantenere alto l'interesse del team, consente ai nostri ospiti di assaporare la vera essenza di ogni stagione». L'inclusività è una pietra miliare del suo approccio: «In totale, siamo quindici. Sì, abbiamo quattro lavapiatti, ma per me, ognuno di loro è tanto prezioso quanto il cuoco più esperto. La loro dedizione e il loro contributo sono fondamentali per il successo del ristorante».
Parlando di lusso, Rinaldi ha una visione chiara: «Passalacqua è il miglior hotel del mondo, ma la nostra ambizione è quella di renderlo familiare come una casa. Vogliamo che ogni ospite si senta accolto, coccolato e compreso» E come si fa? «Il segreto è un team che si comporta e si sente come una famiglia».
Come funziona la cucina di Passalacqua
La metodicità e l'organizzazione caratterizzano la giornata lavorativa dell'intera cucina: «Inizia presto, con alcuni membri del team che si dedicano alle colazioni già dalle sei del mattino. A mezzogiorno, è tutto un fermento di preparativi per il pranzo, e la serata vede la cucina trasformarsi in un vero e proprio laboratorio di sperimentazione culinaria».
L'impegno di Rinaldi verso la tradizione e l'autenticità è forte: «per me, un piatto genuino, che rispecchia la tradizione, è insuperabile. La bellezza visiva conta, ma è il gusto a fare la differenza» E se un cliente si innamora di un piatto? «È la migliore ricompensa». Riflette infine sulla sua filosofia e sull'importanza di rimanere fedeli alle proprie radici: «Sì, una volta ho rifiutato una richiesta di un cliente: pasta con panna e pollo. Perché? Non rispecchia ciò che la mia cucina rappresenta. Ogni piatto è un omaggio all'Italia, un tributo alla sua ricchezza culinaria. E questo è ciò che vogliamo condividere con ogni ospite».
Tradizione familiare e filosofia culinaria: l'armonia tra Rinaldi e Passalacqua
Rinaldi porta con sé una tradizione familiare nella panificazione: utilizza, ad esempio, lo stesso lievito madre che veniva usato dalla sua bisnonna, tramandato attraverso le generazioni fino a lui. Questa eredità è oggi al centro della panificazione nelle cucine di Passalacqua.
La sua cucina è “pulita, nitida e decisa”: il gusto è al centro di tutto. Una filosofia che si sposa perfettamente con quella di Passalacqua: riconosce ed esalta sia la bellezza che la bontà. La sua ricetta del successo comprende il rispetto per gli ingredienti freschi e di stagione, la passione per le tradizioni antiche, e la ricerca della ricchezza nella semplicità. Arrivato a Passalacqua, Rinaldi assume il ruolo di “chef di casa”, portando con sé una formazione eccellente nell'arte gastronomica, pur rimanendo sempre attento ai gusti e ai desideri dei suoi ospiti. E come i cuochi delle antiche famiglie nobili, Rinaldi valorizza le primizie dell'orto di Passalacqua, un vero e proprio giardino delle delizie, che diventano l'elemento chiave di molti suoi piatti.
Passalacqua
Via Besana 59 - 22010 Moltrasio (Co)
Tel 031 44311
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Alberto Lupini