Cene private in camera al San Giors Via il letto, arrivano tavoli e sedie

L'albergo di Torino ha inaugurato una nuova formula in tre delle sue 13 stanze d'artista. Un'esperienza tra arte, cultura e cibo per un massimo di 4 persone. In camera il menu dello chef Paolo Ribotto

22 giugno 2020 | 14:01
di Piera Genta
Per molti ritornare al ristorante presenta ancora alcuni elementi di incertezza. Niente timori, a Torino il San Giors da qualche giorno ha inaugurato la formula di cene private in tre delle tredici camere d’artista. Cultura, arte e buon cibo per un'esperienza diversa: è questa l’idea dell’architetto Simona Vlaic che gestisce la struttura. Il letto viene sostituito da un’immagine fotografica del torinese Daniele D’Antonio per ricordare come era la camera, al suo posto tavoli e sedie. Si cena in due, al massimo in quattro, seguiti da un cameriere, con la possibilità di avere un bagno privato, aria condizionata e collegamento wifi. Intimità, riservatezza e sicurezza subito molto apprezzati. La scelta dei piatti è la stessa che hanno i clienti del ristorante al piano di sotto.

Immagini appese al muro al posto del letto

Lo chef Paolo Ribotto ha studiato un menu di transizione, da quello invernale a quello estivo, ancora in preparazione, sostituendo il tradizionale bollito con la carpionata, altra ricetta tipica della cucina piemontese d’estate. Il gran carpione del San Giors è composto da nove pezzi: milanese di vitello, di pollo, polpetta di manzo, trota, capitone, alici, zucchini, asparagi, uova al tegamino ed è disponibile per le consegne a domicilio o l’asporto nel barattolo di vetro. La cena in camera è prenotabile dal martedì al sabato, a partire dalle 19,30. La quota fissa della prenotazione è di 15 euro e copre le spese di sanificazione. Ogni singolo ambiente viene utilizzato una volta sola per serata.

I piatti fanno parte del menu dello chef Paolo Ribotto

Nel menu troviamo altre nuove ricette che utilizzano molti prodotti che lo chef ogni giorno acquista nei banchi dei contadini del vicino mercato di Porta Palazzo, finalmente riaperto. Trippa alla piemontese tiepida con lenticchie di Colfiorito e porri croccanti, gli agnolotti in versione all’amatriciana con fave e pecorino, i tajarin fatti in casa con scampi, asparagi, fiori di zucca, lime e zenzero, e il risotto verde di primavera con robiola di capra Corbusier. Insoliti dessert, come la cheesecake di burrata, frutti di bosco freschi e gelato ai piselli. Cena in camera, al ristorante del piano terra oppure per vivere la zona anche sulla terrazza con affaccio sul cortile interno.

Per informazioni: www.sangiors.it

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Alberto Lupini


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