Il Castoro di Preci, il tartufo di qualità per tutte le tasche

Il ristorante, che sorge in provincia di Perugia, ha nel tartufo il suo punto forte. Durante il lockdown Stefano Nardi, patron dell'attività, ha lavorato per ampliare i coperti, che ora sono più di duecento

31 ottobre 2022 | 15:55
di Jerry Bortolan

Il Castoro è nato con l’idea di creare una struttura simile a una bella baita di montagna per mettere a proprio agio la clientela. Il suo successo - oltre al format dell’interno tutto in legno che gli ha valso il soprannome di “la tana del Castoro” - è dovuto al patron del ristorante, Stefano Nardi, che del Castoro è anche cuoco, cameriere e tartufaro.

È una bella storia quella di Stefano e del suo ristorante situato ai piedi di un paese della verde Umbria incastonato tra Visso e Norcia: Preci è un paese antico (nel XVI secolo ospitava una scuola di chirurgia oculistica) e suggestivo, collocato sulle pendici di un’altura che guarda la Val Nerina, nel Parco Nazionale dei Monti Sibillini.

Terremoto e lockdown non hanno fermato Il Castoro di Preci 

Dopo lo spopolamento causato da terremoto, il suo ristorante è diventato ancor di più un faro dove trovare un riparo per socializzare e non sentirsi soli e una tavola dove mangiare gustosissimi piatti tradizionali molto sfiziosi realizzati con alimenti naturali.  Per questo nel suo ristorante si può fare un percorso gastronomico tutto a base di tartufo a prezzi altamente abbordabili grazie ai bassi ricarichi sulle pietanze.

La richiesta di un tavolo da parte della gente che veniva da tutti i paesi limitrofi era diventata così numerosa che nella baita non si trovava mai posto, a meno di prenotarlo con molto anticipo. Stanco e insoddisfatto di dover rifiutare il posto ad amici e nuovi avventori, scelta anche economicamente improduttiva, durante il fermo per il lockdown, Stefano ha deciso di non fermarsi e di raddoppiare il Castoro. Non ha ampliato la baita, ma ne ha fatto costruire un'altra, più grande e innovativa con soluzioni strategiche all’interno per velocizzare un lavoro complesso come quello della cucina e del servizio, in grado di ospitare fino a 200 coperti, e con un bellissimo dehor. Neanche a dirlo, l’aspettativa che aveva creato l’apertura è stata confermata e tutto è sempre full.

Tartufo nero, eccellenza umbra 

Se il Piemonte è la patria del tartufo bianco, l’Umbria è quella del tartufo nero che ha vita più lunga e costa meno per cui più abbordabile per quasi tutte le tasche. Lo si può trovare sui monti di Norcia, Cascia, Gubbio e in altre zone limitrofe, come a Preci, sia d’inverno, che chiamano il “nero pregiato o uncinato”, sia in estate, quando diventa “scorsone”, altrettanto gustoso come quello invernale. 

Stefano percorre i sentieri dei monti insieme alla sua Emma, la cagnetta da tartufi che sa fiutare i percorsi per trovare interrato nei boschi “l’oro nero”, che non è il petrolio, ma appunto il prezioso tubero che è il Tartufo: ne hanno sempre trovato così tanto che, già da tempo, Stefano ha avuto l’idea di proporre piatti a base di “tartufo di giornata”, a km 0.

In tavola la tradizionale cucina dell'Umbria 

I piatti che escono dalla sua cucina ripropongono quello che normalmente si trova nella cucina umbra e locale, cucina casalinga ma in un’atmosfera da fuori casa, insieme all’allegro vociare dei clienti. Ma - of course - quasi tutti i piatti sono a base di tartufo nero.

Ai fornelli in cucina c’è Rita, la moglie, che fa uscire piatti di grande impatto per i sapori decisi, come la straordinaria e morbida “frittatina al tartufo nero”, accompagnata da magiche bruschette al tartufo spalmato su fette di pane sciapo, per esaltarne il gusto. E poi le classiche paste come gli “strangozzi al tartufo” o il “risotto con gamberi di fiume con tartufo”, e altre 9 paste al tartufo estivo mentre quelle con il nero pregiato salgono tutte 20 euro. Strepitose sono le costolette d’agnello, nella variante alla brace o fritte, leccornie da gustare con le mani come si faceva una volta senza offendere il bon ton a tavola. Una nota non da poco è che tutte le carni sono prodotte nel territorio, per cui si tratta di una filiera super controllata. Per i gourmet, ma quelli di buon appetito, c’è la scelta di un menu con 10 portate tutte a base di tartufo. 

Insomma, sicuramente Preci non è destinazione nota, ma il posto e la tavola valgono il viaggio: è come entrare nella macchina del tempo, è come ritornare nel passato e per qualche ora dimenticare il ”futuro”.

Il Castoro 
Via Roma 27, 06047 Preci PG
Tel 0743939248

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Alberto Lupini


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