Il Carnevale di Mamoiada: riti e maschere tra le più antiche al mondo

Nel cuore della Sardegna è una celebrazione che mescola riti e maschere misteriose. Con figure come i Mamuthones e Issohadores, affonda le radici in epoche antiche, offrendo tradizione, sapori locali e rituali

11 gennaio 2025 | 16:19
di Elisa Erriu

Ricordate la famosa pubblicità Ichnusa, che dipingeva in chiaro e scuro una Sardegna selvaggia, ancora misteriosa e aspra? Era una bella cartolina dell’anima autentica di questa terra primordiale, ma dovreste provare a vivere il Carnevale di Mamoiada, comune della provincia di Nuoro. Niente coriandoli e mascherine di plastica che si rompono al primo soffio di vento, niente gonne voluminose e costumi che sfidano l’architettura come al Carnevale di Venezia, poco rumore e tanta sostanza: il Carnevale di Mamoiada, nel cuore selvaggio della Barbagia, tra i monti sardi e il profumo del mirto selvaggio, sembra fermare il tempo al ritmo dei campanacci dei Mamuthones, le enigmatiche figure che dominano questa festa.

La storia del Carnevale di Mamoiada

Ma andiamo con ordine, perché il Carnevale di Mamoiada non è un evento qualunque: è un viaggio nel passato che risale a epoche talmente lontane che persino gli storici ancora discutono sulle sue origini. C’è chi lo associa ai riti propiziatori per i raccolti, chi a cerimonie dionisiache, chi ancora a culti nuragici e fenici risalenti a ben prima della nascita di Cristo, rappresentandolo dunque come uno dei Carnevali più antichi della storia. Poche prove però sono pervenute a noi e ciò che resta di concreto è un Carnevale che è un incontro tra sacro e profano, che solo in Sardegna poteva prendere vita.

Fuochi, riti e sapori al Carnevale di Mamoiada

Tutto prende il via il 17 gennaio, in occasione della festa di Sant’Antonio Abate, quando Mamoiada si illumina con i falò rituali accesi nei vari rioni. Intorno alle fiamme, che danzano tra terra e cielo, i Mamuthones e gli Issohadores compiono le loro prime danze, sancendo ufficialmente l’inizio del Carnevale. È una scena di grande suggestione, in cui sacro e profano si intrecciano con naturalezza, ricordandoci che, in fondo, la festa è anche un modo per sentirsi parte di qualcosa di più grande.

I protagonisti assoluti di questa celebrazione sono i Mamuthones e gli Issohadores, le due facce della stessa medaglia. I Mamuthones, con le loro maschere nere intagliate nel legno, le pelli scure e i campanacci appesi alla schiena, avanzano in processione con un passo lento e cadenzato, quasi ipnotico. La loro presenza è un richiamo ai ritmi ancestrali della natura, un gesto che sembra voler invocare la fortuna e scacciare gli spiriti malvagi.

Accanto a loro, gli Issohadores, vestiti con abiti più vivaci e maschere bianche, aggiungono una nota dinamica e giocosa alla scena. Con le loro corde (le famose "sohas"), catturano simbolicamente gli spettatori: un gesto che, secondo la tradizione, porta fortuna. E sì, se vi trovate lì, non cercate di scappare: lasciatevi “catturare” e abbracciate l’esperienza.

Oltre ai Mamuthones e agli Issohadores, il Carnevale di Mamoiada include altre figure e momenti rituali che arricchiscono l’esperienza. Tra questi, spiccano i Vartzolos, maschere satiriche che rappresentano figure della quotidianità contadina o sociale, spesso con un tocco di ironia. Vestiti con abiti tradizionali o improvvisati, i Vartzolos girano per il paese interagendo con la comunità, incarnando lo spirito del Carnevale come momento di rovesciamento delle convenzioni.

Un altro momento chiave è il Martis Sero (il Martedì Grasso), l’ultimo giorno del Carnevale. In questa occasione, si celebra un vero e proprio rito di chiusura che segna la fine dei festeggiamenti e l’inizio della Quaresima. Spesso viene messo in scena un processo simbolico, in cui una figura allegorica, spesso chiamata “Juvanne”, rappresentante il Carnevale, viene condannata e "bruciata". Questo gesto, che ricorda tradizioni simili in altre parti d’Italia, è un momento di grande partecipazione collettiva, accompagnato da canti, balli e la condivisione di cibo e vino.

I sapori del Carnevale di Mamoiada

Oltre ai suggestivi rituali e alle maschere ancestrali, il Carnevale di Mamoiada si distingue anche per i suoi sapori autentici, che riflettono la ricchezza della tradizione gastronomica sarda. Durante i festeggiamenti, la comunità si riunisce per condividere dolci tipici e altre prelibatezze che raccontano storie di antichi saperi e legami con il territorio.

Caschettas

Le caschettas sono dolci eleganti e delicati, simbolo della tradizione dolciaria barbaricina. Questi dolci, a forma di spirale o fiore, sono realizzati con una pasta sottile e friabile che racchiude un ripieno di miele e mandorle, spesso aromatizzato con scorza di limone o arancia.

La loro preparazione richiede grande abilità manuale, per questo ogni caschetta viene spesso regalata con grande rispetto, come simbolo dell’artigianalità della cucina sarda.

Papassinos Nigheddus

I papassinos (o popassinu) sono biscotti tipici della Sardegna, preparati con mosto cotto o vino, che conferisce loro un colore scuro e un gusto intenso. Spesso includono uvetta e frutta secca, come mandorle o noci, e sono tradizionalmente preparate durante il Carnevale.

Questi dolci, spesso condivisi durante i falò di Sant'Antonio o nei momenti conviviali del Carnevale, non sono solo cibo ma veri e propri simboli di appartenenza e memoria collettiva. Gustarli significa partecipare a un viaggio sensoriale che affonda le sue radici nelle tradizioni millenarie della Barbagia.

Biancus (Bianchini Sardi)

I biancus, noti anche come bianchini sardi, sono dolcetti a base di albumi montati a neve e zucchero, simili alle meringhe ma con una consistenza più morbida e un tocco unico dato dalla presenza di scorza di limone o essenza di vaniglia. In alcune varianti locali, vengono arricchiti con mandorle o nocciole, che aggiungono una nota croccante al loro cuore soffice. Questi dolci leggeri, dal sapore delicato, sono perfetti per concludere un pasto o per accompagnare un bicchiere di vino dolce sardo durante i festeggiamenti del Carnevale.

Coccone ‘in mele

Il coccone ‘in mele è un pane dolce arricchito con miele, che gli conferisce un sapore dolce e una consistenza morbida. Questo dolce rustico, semplice ma delizioso, rappresenta la convivialità del Carnevale e viene spesso accompagnato da un bicchiere di vino dolce locale. Preparato con pochi ingredienti, il coccone ‘in mele è un omaggio alla cucina povera, che riesce a trasformare elementi essenziali in una delizia senza tempo.

Dove dormire per il Carnevale di Mamoiada

L’ospitalità sarda è leggendaria quasi quanto il Carnevale di Mamoiada. Nel corso del tempo il fascino di questa festa così singolare ha attratto sempre più turisti nella piccola cittadina, così da allargare anche la sua proposta alberghiera. Non sono molti gli alberghi in centro, spiccano soprattutto camere, appartamenti e case da affittare, che proprio per l’evento offrono alcuni pacchetti pensati proprio per vivere al meglio l’esperienza. Tra questi, segnaliamo.

AbbaNive Guest House

Situata in una posizione tranquilla a pochi minuti dal cuore di Mamoiada, questa struttura si distingue per il comfort offerto agli ospiti. Poche, anzi pochissime camere: cinque camere da letto arredate in modo semplice ma elegante, con una zona comune ideale per famiglie o gruppi di amici.

Il grande giardino esterno, con tavoli e sedie, è l'ideale per rilassarsi dopo una giornata di esplorazione. La struttura si trova a breve distanza dalle principali attrazioni del paese, come il Museo delle Maschere Mediterranee, oltre alle principali vie in cui sfileranno i celebri Mamuthones e Issohadores.

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B&B Domus Deiana

Questo piccolo e accogliente bed & breakfast è invece situato proprio nel centro storico di Mamoiada, rendendolo ideale per chi desidera vivere un'esperienza autentica a pochi passi da ristoranti, botteghe e attrazioni.

Le camere, arredate in stile tradizionale sardo, sono curate nei dettagli per garantire agli ospiti un soggiorno tipico, mentre la colazione, servita ogni mattina, include prodotti locali come formaggi, dolci e marmellate artigianali.

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Affittacamere S'Ortensia

Un’opzione economica ma confortevole, questa struttura si distingue per il calore e l’ospitalità dei proprietari. S'Ortensia fa sentire i propri ospiti “a casa”, grazie al suo stile semplice e tradizionale, con alcune camere con balcone affacciato sulle vie del paese.

Si trova in una posizione centrale ma silenziosa, perfetta per esplorare Mamoiada a piedi. L’host inoltre è sempre disponibile per fornire consigli su escursioni e ristoranti.

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Antichi Ricordi

Questo bed & breakfast a pochi passi dalle principali attrazioni del centro, è un vero tuffo nella tradizione locale. Le camere, con pareti in pietra e tessuti lavorati a mano, richiamano la cultura e l'artigianato della Barbagia.

La colazione viene servita in una sala comune, spesso arricchita da racconti dei proprietari sulla storia e le tradizioni di Mamoiada.

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Dove mangiare: ristoranti sardi e non solo

Ogni celebrazione che si rispetti ha il suo lato gastronomico, e il Carnevale di Mamoiada non fa eccezione. Ricco dei sapori forti e antichi della Sardegna, il Carnevale ha le sue ricette tradizionali, non solo fatto di dolci tipici, ma anche piatti di carne e di legumi, in cui spicca ad esempio la faddada, un minestrone di fave che può essere accompagnato da cavoli, finocchietto selvatico o anche uova, pepe, erbe e salse, a seconda della casa che lo propone. La tradizione sarda non si ferma però al Carnevale e per gustare al meglio tutta la sua originalità vi consigliamo.

Ristorante Il Rifugio di Sant’Efisio

Questo ristorante propone una cucina tradizionale sarda in un ambiente rustico e accogliente. Durante il Carnevale, il menu si arricchisce di piatti legati alla tradizione, come il "su filindeu" (una pasta fatta a mano rarissima dato la sua difficoltà tecnica) e i dolci tipici del periodo carnevalesco, come le frittelle "orillettas" al miele. La vicinanza al centro delle celebrazioni lo rende un’ottima scelta per una pausa tra una sfilata e l’altra.

Sa Rosada

Situato in una casa del XIX secolo ristrutturata, Sa Rosada è più una locanda come una volta. Infatti, è possibile prenotare anche qualche camera, a seconda della disponibilità.

Nel menu non mancano i piatti più tipici della cultura sarda, come il porceddu (maialetto arrosto), cucinato secondo la tradizione, oltre a una ricca proposta di Cannonau pregiati. Durante il Carnevale si arricchisce di maschere antiche e di racconti legate ad esse.

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Cantina Vike Vike

Un'esperienza diversa dal classico ristorante, questa cantina locale offre degustazioni di vini sardi abbinati a taglieri di salumi, formaggi e pane carasau.

Durante il Carnevale, organizzano eventi a tema con assaggi di piatti tipici. Una proposta pensata per gli amanti del vino e per chi vuole vivere il Carnevale in modo alternativo.

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Alberto Lupini


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