Capitale della Cultura... a tavola: Piazza Arnaldo e il coniglio alla bresciana
La piazza Arnaldo Da Brescia è il simbolo della movida della Leonessa d'Italia ed è legata ad uno dei piatti più iconici della città: il coniglio alla bresciana, conosciuto anche come “il piatto di Arnaldo da Brescia”
È il salotto buono della città, il regno della movida: piazza Arnaldo da Brescia, è dominata dalla imponente statua del monaco predicatore, un rivoluzionario di mille anni fa. Eretico, riformatore religioso nato a Brescia nel 1090, allievo di Abelardo, Arnaldo venne giustiziato a Roma nel 1155 per aver denunciato la crescente corruzione del clero, negando il potere temporale della Chiesa. Un luogo che assieme alla storia sa offrire anche un piatto tradizionale e gustoso: il coniglio alla bresciana.
Lo abbiamo assaggiato in due diverse versioni, in via Trieste alla “Mezzeria” e a Capriano del Colle (Bs) da Gigi, che ha riaperto la trattoria “del Mella”. Sempre e comunque accompagnato dalla polenta, con farina di Storo o del mulino di Bedizzole. La tradizionale “Mezzeria” offre un coniglio arrosto che da solo merita una sosta prima di recarsi al museo di Santa Giulia per godersi le splendide mostre della Capitale della Cultura: Plessi e Mattotti. Piatto semplice, con aggiunta di olive (Mezzeria) e di pomodori e verdure di stagione nella versione alla cacciatora (Trattoria del Mella).
Coniglio alla Bresciana: piatto della tradizione e icona della Leonessa
«Il coniglio - scrivono Marino Marini e Giuseppe Masserdotti nel libro “Brescia da mangiare e bere” - è una passione per i bresciani, la nonna aveva una teglia apposita per cuocerlo e non la usava per nient'altro.» La ricetta: un coniglio nostrano di 1 kg, 50g burro di malga, 50g di lardo con la vena, un bicchiere di vino bianco secco, 3 foglie di alloro, 1 spicchio di aglio, salvia e rosmarino in abbondanza, buccia di limone, sale e pepe, noce moscata, 2 chiodi di garofano.
«Lavate e asciugate bene il coniglio, fatelo a pezzetti. In un tegame fate rosolare il burro e il lardo pestato, lo spicchio d'aglio, la salvia e il rosmarino, disponete il coniglio e lasciate che prenda il colore, insieme mettete le foglie di alloro, che sono da togliere prima di aggiungere la noce moscata e i chiodi di garofano - scrivono Masserdotti e Marini - Salate e pepate e, dopo alcuni minuti versate il vino facendolo evaporare. Mettere il tegame coperto in forno a 180° per circa 75 minuti, bagnando, quando serve, con dell'acqua calda, scoprite la teglia negli ultimi minuti.» Se gradite aggiungete delle patate, sempre arrosto e intingolo.
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Un piatto degno della miglior tradizione , da gustare magari dopo aver assaggiato pochi saporiti casoncelli, rigorosamente alla bresciana (ripieni di carne). In abbinamento è d'obbligo un rosso Igt del Garda o meglio, il “Gropel” di Comicioli, robusto e rigoroso come Arnaldo, forte come la Leonessa.
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Alberto Lupini