Capitale della Cultura... a tavola: Acqualagna e tartufo, un legame millenario

Acqualagna, conosciuta come la “Capitale del Tartufo”, unisce tradizione e identità culturale. La via Flaminia attraversa questo borgo storico, dove il tartufo è un simbolo di continuità e un tesoro della terra

03 settembre 2024 | 11:55
di Carla Latini

Acqualagna (Pu) è considerata, di diritto, “Capitale del Tartufo”, dove la tradizione secolare si fonde con l’identità culturale. La via Flaminia, antica arteria dell’Italia, si snoda attraverso il borgo, testimone del passato e del presente. Qui il tartufo non è solo una rara bontà ma è un simbolo di continuità. È un tesoro nascosto nella nebbia dell’alba che si illumina con i riflessi del tramonto.

Acqualagna racconta di battaglie antiche e di storie dimenticate, le sue acque torbide sono echi di un tempo in cui natura e storia si legavano. La cittadina, con le sue tante feste e fiere, trasforma le strade in palcoscenici viventi, dando risalto alla generosità della terra e alla creatività. In questi luoghi, la spiritualità si manifesta nelle antiche abbazie e nei santuari che sorgono come testimoni silenziosi della fede e offrono rifugio di pace ai pellegrini.

Il nome Acqualagna, che evoca immagini di acque limacciose e terreni paludosi, simboleggia le vicende di un luogo che ha saputo preservare il proprio patrimonio attraverso i secoli. Il tartufo, gioiello della natura, cercato con passione e rispetto, è il protagonista indiscusso.

Alla cittadina di Acqualagna, capitale del tartufo, abbiniamo la ricetta del Nodino di Vitello con verza, Casciotta d’Urbino e tartufo d’Acqualagna di Roberto Dormicchi. Questa ricetta celebra, non solo il tartufo bianco di Acqualagna, ma anche la Casciotta d’Urbino e la Favetta di Fratterosa.

Acqualagna: la Fiera Nazionale del Tartufo

La Fiera Nazionale del Tartufo di Acqualagna è un evento che ogni anno attira migliaia di visitatori, desiderosi di assaporare il tartufo fresco e di immergersi negli eventi culturali che rendono questo appuntamento unico.

Ogni stand, ogni assaggio e ogni incontro sono espressioni di una comunità che ha fatto del tartufo il simbolo della sua identità. La fiera celebra la vita e la generosità della terra, dove i tartufi, con il loro profumo inconfondibile, sono indiscusse star.

Il Museo del Tartufo di Acqualagna

Per comprendere veramente l’anima di questa delizia, è indispensabile visitare il Museo del Tartufo. Si viene a conoscenza di un mondo sotterraneo e misterioso, dove il tartufo è re e il museo il suo regno.

Nelle sezioni “Scoperta”, “Iniziazione” e “Rarità” i visitatori fanno un viaggio sensoriale e culturale, che svela la scienza e l’ecologia che sono dietro la crescita dei tartufi, il loro ruolo nella mitologia e nella storia, e la loro inestimabile importanza nella gastronomia locale e mondiale. Il museo racconta la terra da cui nasce il tartufo e le mani che lo cercano.

Acqualagna: la Riserva Naturale Statale della Gola del Furlo

Un anfiteatro naturale dove la grandiosità della creazione si manifesta con una forza prorompente. Un santuario ecologico, ufficializzato nel 2000, una sinfonia di biodiversità, un rifugio dove la natura si esibisce in tutto il suo splendore inalterato. La Gola del Furlo è un capolavoro scolpito dal tempo e dagli elementi: pareti rocciose che si ergono intorno al fiume Candigliano, disegnando un paesaggio di rara bellezza che invita all’esplorazione e alla contemplazione. Un paradiso per gli amanti del trekking, del birdwatching e della fotografia naturalistica, dove il silenzio è rotto dal canto degli uccelli e dal mormorio del fiume.

La gestione della riserva è esemplare, un equilibrio delicato tra conservazione e accessibilità. Con oltre 3.600 ettari di boschi e prati, la riserva è un’oasi di pace, un luogo dove ritrovare sè stessi e riconnettersi con il ritmo naturale dell’esistenza. Le passeggiate sono più di una semplice attività fisica: sono un pellegrinaggio attraverso il quale si scopre la ricchezza della flora e si possono avvistare le aquile reali che dominano i cieli con la loro maestosa eleganza.

Ma il Furlo non è solo natura; è anche storia e memoria. Il profilo del Duce, inciso sul Monte Pietralata, è un segno indelebile del passato in questi luoghi. Anche la gastronomia locale è un elemento di una tradizione culinaria che si intreccia con la storia. Infine. come non citare il Museo del Territorio “Lorenzo Mannozzi-Torini”. Un luogo di incontro e di conoscenza, dove il territorio della Gola del Furlo si rivela in tutte le sue dimensioni: geografiche, naturalistiche e culturali.

Il Passo del Furlo è un portale del tempo, un crocevia di epoche dove ogni pietra è imbevuta di storia. La storica via Flaminia si inerpica tra le falesie, dove le mani di antichi popoli hanno scolpito un percorso attraverso le montagne. Narra di ingegneri etruschi e romani che hanno trasformato una terra inaccessibile in una strada di civiltà e commercio.

Le gallerie del Furlo sono cattedrali scolpite nella roccia, testimoni di millenni. Come la galleria romana voluta da Vespasiano, che ancora oggi è un monumento vivente dell’ingegno umano. Ma il Furlo non è solo un archivio di gesta eroiche; è un luogo di bellezza naturale, dove il fiume Candigliano serpeggia con eleganza. Nel corso dei secoli, il Furlo ha osservato il cambiamento dei regni e delle ere.

È stato attraversato da eserciti in marcia, è stato un rifugio per viandanti e pellegrini e un museo a cielo aperto per storici e amanti della natura. Il passo ha visto la ricchezza del Ducato di Urbino e ha assistito all’ascesa e al declino dello Stato Pontificio. Ha visto anche la crescita del ventesimo secolo, quando il progresso ha sfidato la tradizione.

Le nuove gallerie costruite negli anni ‘80 parlano di un’epoca moderna, di un’umanità che cerca il dialogo tra il rispetto per il passato e le esigenze del presente. Queste strutture moderne si inseriscono con discrezione nel paesaggio, preservando la sua integrità.

Acqualagna: luoghi sacri

In queste terre, dove il profumo del tartufo si intreccia con l’eco delle preghiere, si ergono l’Abbazia di San Vincenzo al Furlo e il Santuario del Pelingo, faro di spiritualità che illumina la valle del Candigliano.

L’abbazia, testimone silenziosa di secoli di devozione, è custode di storie di santi e pellegrini. Fondata in tempi antichi, è un ponte tra il divino e il terreno, eretta sui resti di un tempio pagano.

Un’aura di sacralità avvolge il luogo, dove la storia della cristianità si sovrappone ai misteri di credenze più antiche. San Romualdo e San Pier Damiani hanno lasciato un’impronta eterna, infondendo al monachesimo un nuovo spirito di riforma e contemplazione. Nonostante le vicissitudini della storia, tra splendori e devastazioni, l’abbazia ha conservato il suo ruolo di faro spirituale.

Il Santuario del Pelingo, scrigno di fede e storia, conserva le visioni di Pelingo Ciccoli e la devozione mariana che avvolge queste terre. Ii santuario riflette l’impegno di una comunità che ha creato il proprio racconto di pietà e miracoli. L’attuale chiesa del Pelingo, con i suoi tre altari sacri e le sue volte, è un invito alla meditazione e al raccoglimento.

Acqualagna: l'Antiquarium Pitinum Mergens, un ponte verso l’antichità

L’Antiquarium Pitinum Mergens è il custode silenzioso del passato glorioso di Acqualagna. Offre un dialogo senza tempo tra presente e passato. Ogni reperto, dal più minuto frammento ceramico ai maestosi mosaici, parla di un’era in cui Pitinum Mergens era un nodo vitale lungo la via Flaminia.

L’Antiquarium è un ponte verso l’antichità, un’occasione per i visitatori di passeggiare tra le ombre dei loro antenati romani. Le pietre e i manufatti svelano i segreti di una civiltà che ha lasciato un’impronta indelebile non solo sul territorio ma sulla storia stessa dell’umanità.

Le campagne di scavo, frutto di sinergie accademiche e istituzionali, hanno portato alla luce una fattoria romana, rivelando il legame indissolubile tra terra e popolo. Il museo racconta di un’epoca in cui la vita quotidiana si intrecciava con l’arte dell’agricoltura, dell’artigianato e del commercio.

Acqualagna: il sogno industriale di Enrico Mattei

Nel centro di Acqualagna, c’è la casa natale di Enrico Mattei. Oggi trasformata in museo, narra la vita di un uomo che ha saputo vedere oltre, un visionario la cui eredità si estende ben oltre i confini della sua amata città.

Mattei, figura chiave del miracolo economico italiano, iniziò la sua avventura con una scommessa ardita, trasformando l’Agip da candidata alla liquidazione a simbolo di un’Italia in rinascita. Investendo risorse e speranze nel metano della Valle Padana, infranse gli schemi e le aspettative, tracciando il percorso per l’indipendenza energetica del paese. Fondatore dell’Eni, Mattei incarnava la convinzione che l’impresa dovesse andare oltre il profitto, inseguendo il benessere collettivo e l’innovazione come motore del progresso nazionale.

La sua politica imprenditoriale, incentrata sulla responsabilità sociale e l’inclusione dei giovani talenti, ha costituito un modello di riferimento. La tragica fine di Mattei in un incidente aereo ha gettato un’ombra di mistero sulla sua figura, alimentando teorie di complotto e sabotaggi. Ma resta indiscusso il segno che ha lasciato: una società energica e proiettata verso il futuro, testimoniata dal museo che custodisce gelosamente la sua storia e i suoi valori.

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Alberto Lupini


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