Il Biostopper accorcia le distanze I segreti del muro invisibile

Ecco come funziona l'antivirus inventato dall'italiano Palazzetti. Dopo l'annuncio generico di Report, il professor Marco Simonetti ci spiega perchè è ideale per bar, ristoranti e uffici . Già per fine luglio dovrebbero essere realizzati i primi prototipi al Politecnico di Torino dove si fanno le sperimentazioni

15 giugno 2020 | 06:50
di Piera Genta
Dopo la trasmissione di Report su Rai Tre tutti ne parlano. Noi, curiosi di capire il suo funzionamento, abbiamo raggiunto l’ing. Marco Simonetti, docente al Dipartimento di energia “Galileo Ferraris” presso il Politecnico di Torino, responsabile del team di sviluppo, per farci spiegare come funziona in concreto Biostopper, il rivoluzionario Sistema antivirus nei piccoli spazi, ideato dall’ing. Mario Palazzetti, già inventore degli ABS.



L’ing. Mario Palazzetti è un personaggio che vanta nella sua lunga carriera presso il Centro Ricerche Fiat di Torino ed in seguito con una società private: a lui si devono un’ottantina di brevetti tra cui il Totem (Total Energy Module), un microcogeneratore di energia elettrica e calore, ed anche il sistema frenante ABS. Da tempo in pensione  si avvale del laboratorio del Politecnico di Torino per la realizzazione dei suoi progetti.

L’Ing. Marco Simonetti da anni si occupa invece di impianti per le strutture sanitarie (fa parte del gruppo di lavoro per la realizzazione del Parco della salute) ed oggi anche di Covid-19, contro la cui diffusione Biostopper potrebbe costituire davvero una rivoluzione. Un sistema dai osti contenuti ma sostalmente risolutivo per le diverse necessità.


L'inventore Mario Palazzetti

Che cosa è biostopper?
Si tratta di una sorta di centrotavola che crea una barriera biologica che può essere paragonata ad una distanza maggiorata. È di facile installazione e gestione: occorre una normale presa di corrente per alimentarlo e stiamo pensando anche ad una versione a batteria, mentre alcuni designer stanno lavorando sulla parte esterna. È valido per un utilizzo in spazi chiusi frequentati da più persone a distanza ravvicinata.

Praticamente l’ideale per ristoranti ed uffici...Come funziona?
Occorre non circondarlo completamente con altri oggetti, così che possa creare una direzione dell’aria verso il tavolo per fare cadere le goccioline di saliva di diverse dimensioni che emettiamo mentre parliamo (i drops portatori dell’eventuale virus, ndr) verso il basso in prossimità del corpo della persona che le diffonde, senza invadere lo spazio dell’altra persona.  

Quale è l’obiettivo di Biostopper?
Lavorare sulla distanza, ovvere rendere più sicura l’effetto della distanza prescritta dalle linee guida.


Il professor Marco Simonetti

Come interferisce Biostopper con l’aria condizionata del locale?
Se l’impianto è a norma, la velocità residua dell’aria è molto bassa e non influenza in maniera particolare. Sono problematiche che abbiamo preso in considerazione, anche se sarebbe raccomandabile una sorta di verifica direttamente nel locale.

Quanto siete vicini ad avere i primi esemplari in vendita?
L’obiettivo tecnico non è molto lontano: entro fine luglio potremo avere una prima versione semplice, che poi potrà essere implementata. Mancano ancora da controllare tutti gli aspetti normativi. Stiamo comunque cercando di accellerare i tempi per poterlo utilizzare entro l’estate.

Avete pensato ad un costo?
L’oggetto in se è molto semplice. L’idea lo rende interessante e non è particolarmente sofisticato per gli strumenti che utilizzano i laboratori di biologia. Il posizionamento sul mercato non è però affidato al Politecnico. Il prezzo, secondo me, dovrebbe essere contenuto per poter essere facilmente acquistato.

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