Bergamo torna un po’ veneziana In Città Alta Mimmo porta il bacaro
Si chiama Medì - La via del mare ed è il locale che la famiglia Amaddeo ha aperto sulla Corsarola nonostante la crisi della ristorazione. Nel menu solo pesce che richiama lo stile della cucina della Serenissima
09 ottobre 2020 | 15:23
La storica insegna Da Mimmo che da oltre 50 anni rappresenta un caposaldo della cucina a Bergamo, in Città Alta ha scelto di aprire un nuovo locale sfidando il periodo di instabilità e crisi generato dal covid. Si chiama Medì - La via del mare e si ispira ai bacari veneziani richiamando così lo storico legame tra la Serenissima e Bergamo. Non un sushi dunque, ma un’osteria di pesce in pieno stile italiano che non intacca dunque lo stile e la quiete di un centro storico.
La proposta è la più classica che si trova nelle calli della Laguna: vini in calice, piatti e “cicchetti” di pesce. Quanto alla disposizione del locale, il minimo indispensabile per rendere Medì un posto “alla buona”, ma raffinato: pochi posti a sedere, un bancone per la mescita e un piccolo dehors. Arredo minimal ma senza dimenticare di far sentire il cliente a casa, stampe e specchi alle pareti tinteggiate di azzurro, tavolini in legno, pavimenti in graniglia. Nel menu non possono mancare le sarde in saor, il baccalà e moscardini, polenta bianca e zuppa di pesce, alici ma anche qualche proposta più modernista come i “poke bowl” e “roll” rivisitati per accontentare tutti i palati.
Anche i prezzi si attengono ai bacari: aperitivi, pranzi e cene vanno dai 7 euro per un calice di bianco e bruschette ai 15-20 euro per il pranzo. E per mantenere viva la celebre “Corsarola” (la via centrale che percorre il cuore del centro storico) la cucina aperta sino alle 22.30.
«La nostra volontà - ha spiegato Roberto Amaddeo, erede del fondatore di Mimmo - è quella di proporre pesce, pesce povero da proporre a pranzo e cena con prezzi accessibili. Tutto è improntato su Venezia, dal menu all’arredo puntando sul concetto di mare. Venezia è crocevia di culture ed è per questo che abbiamo inserito qualche proposta di stampo più orientale. Per noi è una sfida come era stata la sfida quella di mio padre quando aprì il suo ristorante in Città Alta che negli anni ’60 non era quella di oggi».
Il nuovo locale dispone anche del servizio di asporto e consegna a domicilio così come Da Mimmo e Mimì-La casa dei Sapori che è l’altro locale della famiglia aperto di fronte a quello “storico”. «Il fatto di aprire un nuovo ristorante in un momento come questo che ha ferito profondamente Bergamo è un motivo per dare speranza e per essere vicini alla nostra gente. Per la ristorazione non è semplice, basti pensare che quest’estate abbiamo visto ridursi gli affari del 35%, ma i clienti non sono mancati. In luglio sono arrivati da noi tanti bergamaschi, ad agosto invece è toccato agli stranieri che sono tornati in città e nel nostro locale. Dal punto di vista delle presenze siamo tornati al periodo che precedeva il boom dell'aeroporto. Una situazione con la quale dovremo fare i conti ancora per un po’».
L'interno di Medi
La proposta è la più classica che si trova nelle calli della Laguna: vini in calice, piatti e “cicchetti” di pesce. Quanto alla disposizione del locale, il minimo indispensabile per rendere Medì un posto “alla buona”, ma raffinato: pochi posti a sedere, un bancone per la mescita e un piccolo dehors. Arredo minimal ma senza dimenticare di far sentire il cliente a casa, stampe e specchi alle pareti tinteggiate di azzurro, tavolini in legno, pavimenti in graniglia. Nel menu non possono mancare le sarde in saor, il baccalà e moscardini, polenta bianca e zuppa di pesce, alici ma anche qualche proposta più modernista come i “poke bowl” e “roll” rivisitati per accontentare tutti i palati.
Una delle proposte del menu
Anche i prezzi si attengono ai bacari: aperitivi, pranzi e cene vanno dai 7 euro per un calice di bianco e bruschette ai 15-20 euro per il pranzo. E per mantenere viva la celebre “Corsarola” (la via centrale che percorre il cuore del centro storico) la cucina aperta sino alle 22.30.
«La nostra volontà - ha spiegato Roberto Amaddeo, erede del fondatore di Mimmo - è quella di proporre pesce, pesce povero da proporre a pranzo e cena con prezzi accessibili. Tutto è improntato su Venezia, dal menu all’arredo puntando sul concetto di mare. Venezia è crocevia di culture ed è per questo che abbiamo inserito qualche proposta di stampo più orientale. Per noi è una sfida come era stata la sfida quella di mio padre quando aprì il suo ristorante in Città Alta che negli anni ’60 non era quella di oggi».
I cicchetti
Il nuovo locale dispone anche del servizio di asporto e consegna a domicilio così come Da Mimmo e Mimì-La casa dei Sapori che è l’altro locale della famiglia aperto di fronte a quello “storico”. «Il fatto di aprire un nuovo ristorante in un momento come questo che ha ferito profondamente Bergamo è un motivo per dare speranza e per essere vicini alla nostra gente. Per la ristorazione non è semplice, basti pensare che quest’estate abbiamo visto ridursi gli affari del 35%, ma i clienti non sono mancati. In luglio sono arrivati da noi tanti bergamaschi, ad agosto invece è toccato agli stranieri che sono tornati in città e nel nostro locale. Dal punto di vista delle presenze siamo tornati al periodo che precedeva il boom dell'aeroporto. Una situazione con la quale dovremo fare i conti ancora per un po’».
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