Baccofurore, il fascino unico della Costiera Amalfitana

Una cucina che è frutto dell'unicità di un territorio che unisce la montagna al mare, qui dal 1930 la famiglia Ferraioli guida questo Dinner&Bed d'eccellenza. La componente Bed consta di nove camere

17 agosto 2023 | 09:30
di Vincenzo D’Antonio

I due golfi, quello di Napoli e quello di Salerno, hanno il meeting point principale che è Punta Campanella al limitare della Penisola Sorrentina. Lì l’incontro è in acqua. C’è un meeting point secondario, in altura diremmo. Questo meeting point è allo scollinamento dei Monti Lattari. Da Stabia provenienti, quindi dal Golfo di Napoli, ci si arrampica su verso Gragnano, la città della pasta, poi Pimonte e poi si arriva in vetta ad Agerola, famosa per la sua fresella, per i suoi latticini e per il Provolone del Monaco Dop.

 

Questo è il meeting point in altura, da qui comincia il Sentiero degli Dei. Si scende verso Amalfi, quindi verso il Golfo di Salerno e, incontrandolo così di strada, fugace, nulla che lo sospinga a rendersi vistosamente manifesto, quasi restio a mostrarsi, il borgo fatato di Furore. Per moltissimi turisti che transitano in Costiera Amalfitana, Furore è un fiordo, bellissimo da vedere, affascinante, ma comunque nulla più di un fiordo! E invece no! Furore è questo borgo meraviglioso che è terrazza sul mondo, laddove il mondo è il Golfo di Salerno.

E a Furore c’è il D&B Baccofurore, titolare la famiglia Ferraioli. Ci accoglie con garbo e professionalità la bravissima Simona. Una storia lunga un secolo tra appena sette anni. Era il 1930 quando l’allora osteria cominciò a lenire appetiti robusti di lavoratori e desideri capricciosi di quei divi del cinema che cominciarono a scoprire il fascino unico della Costiera che così divenne divina. La componente Bed consta di nove camere. Domenico Ferraioli, solare, allegro, iper laborioso, descrive con efficace immagine la struttura come albergo dipinto, per come le pareti delle nove camere sono state di recente dipinte da altrettanti artisti italiani. Le stanze sono: Pupatella, Ciaciarella, Cerasella, Nannarella, Scugnizzella, Suspiratella, Maruzzella, Nammuratella, Maliziusella. Ci viene assegnata la Scugnizzella, il cui tocco pittorico si è giovato del talento della pittrice Nadia Farina. In scenario fiabesco, con tutta calma, ci si prepara per la cena.

 

Il fattore connotante di questa ineguagliabile cucina è nell’unicità di un territorio che unisce la montagna al mare. Giunzione armonica, con saporiti lembi di sovrapposizione, tra piatti di terra e piatti di mare. Ciò è possibile perché gli abitanti di Furore sono contadini di giorno e pescatori di notte. In cucina, a governare la laboriosa e affiatata brigata, pronta a esaudire i desideri di una clientela cosmopolita, la bravissima cuoca Erminia, la madre di Domenico. Erminia è ai fornelli da sempre. Il governo della sala è affidato a Domenico, solerte, attento, nulla gli sfugge; schietto e non di facciata il suo bel sorriso. Erminia e Domenico, continuità della famiglia Ferraioli, ben presente a Furore con marito/papà sindaco per decenni, e in parentela con la brava e famosa vitivinicoltrice Marisa Cuomo. è il suo Furore Bianco Fiorduva da uve Fenile 30%, Ginestra 30%, Ripoli 40% che, in appropriato calice, saprà concorrere a rendere memorabile, complice anche il falcetto di luna, la sontuosa cena. Quel connubio originale, semplicemente improponibile altrove, tra mare e montagna trova immediato riscontro già nella suadente proposta di antipasto che sa raccontarci Domenico: Fresella di Agerola in acqua di pomodoro con tonno di montagna salsa al prezzemolo, scarola riccia e noci. Perplessi, si chiede cosa sia il tonno di montagna. è la bravissima, solerte e gentile Luisa, coadiuvante di Domenico in sala, a svelarcelo. Il tonno di montagna è il maiale, qui proposto in straccetti sott’olio.

Calembour nella seconda componente di un antipasto che da solo, nelle sue generose articolazioni, varrebbe già tutta la cena: Alici come prima. Le alici sono quelle di Cetara, borgo costiero famoso anche per la Colatura di Alici di Cetara Dop. Altro caso ghiotto di connubio mare-terra sono le Montanare di mare. Erminia le montanare le condisce con burro, aggiunge alici e zeste di limone sfusato amalfitano e guarnisce ghiottamente con ragù di totani e con la suddetta Colatura di Alici di Cetara Dop. Ancora, capperi, noci e olive.
Non anticipiamo “quanti” primi abbiamo degustato. Diciamo solo che sono davvero quattro piccoli capolavori, tutti e quattro! Oddio, ma allora lo abbiamo detto! Cominciamo con Spaghetti di Gragnano Igp al limone sfusato amalfitano, gamberi crudi e passata di datterini gialli. Proseguiamo con un altro primo piatto imperdibile, omaggio alla grande Anna Magnani: Ferrazzuoli alla Nannarella con pesce spada affumicato, pomodorini, pinoli, uvetta e rucola. Proprio qui, a questi tavoli, all’imbrunire Nannarella veniva a trascorrere le ore liete con il suo grande amore, il regista Roberto Rossellini.

E dopo questi due piccoli assaggi (!), in verità mezze porzioni abbondanti (!), proseguiamo con l’assaggio del terzo primo: ‘Ndunderi di Minori al sauté di cozze con crema e punte di asparagi e Provolone del Monaco Dop. Gli ‘ndunderi sono una sorta di gnocchi giganti. L’origine degli ‘ndunderi è antichissima. I pastai di Minori si ispirarono alle “palline” di epoca romana, formate dalla “farina caseata”, ovvero da farro e latte cagliato. Oggi, la variante degli ‘ndunderi prevede, anziché farro, farina, ricotta, uova, formaggio di vacca, sale e pepe, noce moscata. La lavorazione avviene rigorosamente a mano. Il quarto primo a proporcelo dalla cucina è proprio Erminia: Risotto con piselli, seppia arrosto, cruditè di carciofi alla menta. Una vera prelibatezza. Il riso proviene dalle risaie Magisa, sulla costa ionica di Calabria. Blend di Piedirosso e Aglianico metà e metà, il gradevolissimo Costa d’Amalfi Rosato fatto da Marisa Cuomo, dal risotto a proseguire ci accompagna. Millefoglie di pesce spada con zucchine alla scapece è il secondo suggerito da Domenico: ottimo. Ma sembra proprio che sia il calice di Rosato a reclamarla ed ecco che allora arriva in tavola la Frittura di paranza, un vero piccolo capolavoro.

A compimento di una cena memorabile, i dolci. è la bravissima Luisa a interpretare l’inespresso desiderio. Purché assaggini e non porzioni intere, perché mettere in OR quanto merita un AND? Ovvero, perché scegliere tra questo oppure quello oppure quell’altro ancora quando invece li vorremmo degustare tutti e tre?! Ed eccoci allora al trionfo: Brioche col tuppo ripiena di sorbetto al limone sfusato amalfitano; Bocconotto atranese con pasta frolla, crema e amarene; Ananas al cioccolato bianco, elisir di furore rosso e nocciole.

A chiudere, così salutando la famiglia Ferraioli con arrivederci all’indomani mattina, un bicchierino di Nanassino, il liquore al fico d’India che fa Erminia. Un altro bicchierino di Nanassino e ci si alza dalla tavola.
Il mare scuro è di sotto.


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Baccofurore
via G. B. Lama, 9 - Furore (Sa)
Tel 089 830360

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