All’Antica Filanda la cucina è un affare di famiglia
Nel locale di Capri Leone, in provincia di Messina, i piatti della tradizione si ordinano con un Ipad: in cantina oltre mille etichette (di cui 600 rossi)
31 ottobre 2019 | 12:46
di Gianni Paternò
L'Antica Filanda e la sua piscina
Insieme al ristorante luminosissimo creano ampie sale dove poter soddisfare eventi e grandi cerimonie, una cantina che fa anche da privée, una sala rustica con muri in pietra e volte in mattoni, un hotel 3 stelle con 16 camere, una coreografica piscina, tutto a balcone panoramico sulla vallata che arriva fino al mare.
La sala del ristorante e la veranda esterna
Antica Filanda è sempre gestito in famiglia tra i Campisi e i Parafioriti, in cucina le mogli Nuccia, Pinuccia e Pina e la sorella Nina, splendide autodidatte che con la passione e lo spirito di innovare sono diventate il motore validissimo di questo eccellente ristorante. Si fanno affiancare da alcune giovani figlie: Licia che ha seguito parecchi stage con chef importanti e Gaia addirittura laureata in scienze dell’alimentazione, più che speranza la certezza che il futuro della Filanda è destinata alle stelle, magari francesi, del firmamento culinario. Non esiste una executive chef, tutta la cucina è il risultato di un armonioso lavoro di squadra, con le cuoche intercambiabili e con la garanzia che sempre la cucina sarà al top. In sala ma con sconfinamenti nell’ideare i nuovi piatti e nelle pubbliche relazioni i fratelli Nunzio e Salvatore Campisi. Gli altri membri delle famiglie, e sono tanti, sono suddivisi tra amministrazione, hotel, sala e tutto quello che necessita per fare di Antica Filanda un posto globale dove rallegrare non solo il corpo e la pancia ma anche lo spirito.
Le chef Nunzia, Pinuccia, Nina, Pina
Limitiamoci al ristorante. «La nostra mission è ristorare le persone, un significato ampio che mira a far star bene il cliente a tavola sotto tutti i punti di vista: dalla sala al servizio, dai cibi al vino - afferma Salvatore - La nostra è una cucina veramente di territorio, quanto più locale possibile, formaggi, carni, verdure, ortaggi vengono dai Nebrodi, il 90% e più è tutto siciliano, le poche cose che compriamo oltre lo stretto sono prodotti di eccelsa qualità che da noi non sono presenti».
«Questa cucina che affonda nella storia è stata rivista nelle forme e nella sostanza secondo una visione più attuale e moderna, riducendone anche le calorie, forti anche delle più sofisticate tecniche di cottura che le nostre donne hanno saputo metter in atto – aggiunge Nunzio Campisi – la nostra clientela è per la maggior parte siciliana e spesso locale, la gente viene, magari passa anche la notte da noi, e poi ritorna, anche più volte. Questo ci spinge a rinnovare costantemente la nostra offerta, non possiamo limitarci sempre agli stessi piatti».
Nunzio Campisi
Abbiamo gustato questa cucina a 10 e più mani in un pranzo autunnale. Salvatore ci propone un antipasto di successo: Pizzaiola rivisitata, una tartare di filetto di manzo su acqua di pomodoro, maionese all’origano, scagliette di formaggio ragusano. Siamo scettici, perché non amiamo la carne cruda ma proprio per sfidarli accettiamo ed abbiamo fatto bene. Un piatto freddo dal grande equilibrio: il gusto della carne tenerissima, l’acidità del pomodoro, i profumi dell’origano, il gusto sapido del Ragusano Dop ci hanno affascinati, comprendendo così la ragione del successo della pietanza.
Pizzaiola rivisitata
Primo: Spaghetto di casa su crema di patate, asparagi e provola dei Nebrodi affumicata, la porzione è abbondante, ma non abbiamo lasciato niente tanto è gustoso ed appetitoso nella sua semplicità.
Spaghetto agli asparagi
Per secondo altro piatto che valorizza il territorio: Capocollo di maialino nero dei Nebrodi con riduzione di frutti di bosco, mele caramellate, salsa barbeque; la parte più pregiata del maialino è cotta a bassa temperatura,
tenerissima e arricchita dall’agrodolce degli altri ingredienti.
Capocollo di maialino
Per finire: Millefoglie di ricotta, in pratica un cannolo, il re dei dolci siciliani, presentato come una lasagnetta a strati alternati di cialda al forno e crema di ricotta con l’immancabile arancia messa a parte sotto forma di composta profumata e gocce di cioccolato a completare; una bontà che dà in più la possibilità di arrangiarla secondo il proprio gusto.
Millefoglie di ricotta
Se siete stati attenti vi sarete accorti che tutti i piatti non comprendono più di 3 ingredienti base, è la loro caratteristica perché si vuole mantenere l’identità gustativa delle materie prime che non deve confondersi in un melting pot di non individuabili sapori.
La modernità della ristorazione della Filanda è esaltata dall’uso degli ipad, dal menu solo elettronico corredato dalle foto che comprende anche le 1.000 etichette dei vini, comodità e stupore. Avete letto bene, i vini in cantina sono circa 1.000 etichette di cui 600 rossi, che nemmeno nella maggior parte dei ristoranti stellati, indice della passione dei Campisi per Bacco validata dalla scelta dei clienti che anche per la correttezza dei prezzi ordinano spesso bottiglie importanti per completare un pasto che non è solo nutrimento corporale bensì emozioni spirituali. Trovate il ristorante in tutte le guide gastronomiche e tra i soci de Le Soste di Ulisse. Il ristorante chiude il lunedì in inverno e dal 15 gennaio al 1° marzo.
Prezzi superiori a quelli che potete trovare nelle trattorie della zona ma veramente economici se rapportati a tutto quello che Antica Filanda sa offrire.
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