Alla scoperta della Valle Subequana tra borghi e prodotti tipici abruzzesi

La Valle Subequana incanta con borghi medievali, castelli imponenti e una natura vera. Un itinerario tra storia, cultura e gastronomia, perfetto per chi cerca un'esperienza autentica lontano dai circuiti turistici

03 settembre 2024 | 16:31
di Ornella D’Alessio

Tra il gruppo montuoso del Sirente e il fiume Aterno, all’interno del Parco naturale regionale Sirente Velino, nel cuore dell’Appennino centrale abruzzese, si svela la valle Subequana, un concentrato di storia, cultura, gastronomia e bellezze naturali, ancora poco visitato, a pochi chilometri dall’Aquila e da Sulmona (Aq).

Cosa vedere nella valle Subequana

Nel corso della storia è stato un territorio di transito, nel 1216 la valle ospitò San Francesco a cui sono dedicati la chiesa e il convento di San Francesco di Castelvecchio Subequo, dove è conservato un ciclo di affreschi dedicato alle storie del Santo della fine del XIV secolo. Medievale anche il castello di Gagliano Aterno, a tutt’oggi la più importante fortificazione del territorio (non visitabile). Dell’antica roccaforte di epoca normanna resta la Torre di Castel di Ieri, dalla quale si ammira lo spettacolare gruppo del Sirente. Nel centro abitato di Secinaro (Aq) si visitano la chiesa parrocchiale di San Nicola da Bari, la chiesa della Madonna della Consolazione e la torre medievale. La storia di Molina Aterno (Aq) è legata alla posizione strategica d’accesso alla valle Subequana. Il piccolo e antico nucleo composto dalla chiesa di S. Maria del Colle (XII secolo), la chiesa di San Nicola con il suo campanile (1631) e il palazzo baronale che sovrasta la grande piazza centrale, si è sviluppato intorno al castello con la torre di difesa, ancora oggi riconoscibile, anche se è stato inglobato nell’ampliamento di Palazzo Piccolomini.

J’ntremé, il piatto ritrovato nella valle Subequana

Se per lo spopolamento dell’area in tempi recenti la valle Subequana ha perduto la sua centralità, la sta riacquisendo come meta gastronomica verace, per l’amore delle persone che l’hanno scelta per viverci con l’obiettivo di valorizzarla. Uno dei migliori esempi è l’ape Comé di Gagliano Aterno (Aq). Tre dei neoabitanti - Ivan Caso, Elisabetta Dini e Stefano Sacerdoti - hanno lanciato un’iniziativa gastronomica originale come riproporre alcuni dei piatti tipici che si stavano perdendo come J’ntremé, a base di coratella di agnello cotta con peperoni, sedano, aceto e rosmarino, tutto sminuzzato in piccoli pezzi, la cui ricetta è stata ereditata dalle monache di clausura del monastero di Santa Clara. Una ricetta lunga da preparare, ma si sa le monache avevano tempo, quello che non si conosce con certezza è il perché del nome francese.

L’idea è stata quella di proporre J’ntremé in un panino e venderlo su un’ape, attrezzando un angolo del paese con piante e tavolini in piazza del Popolo, oggi trasformata in uno dei poli culturale del paese, dove ogni mese il sindaco Luca Santilli, raggruppa gli abitanti per aggiornamenti sulle decisioni prese e da prendere e dove ha sede anche la radio di comunità Antiche Rue. Il menu di Comè varia ogni giorno secondo le proposte del mercato, il venerdì è spesso pesce. Il menu e gli eventi sono pubblicati sulla pagina FB: Comè il panino virtuoso. «Abbiamo cominciato con i panini imbottiti, in tre anni abbiamo ingrandito la cucina, per quanto possibile in un ape, e oggi proponiamo vari piatti della tradizione e non solo, spiegano i tre soci con soddisfazione».

Dove dormire nella valle Subequana

Gagliano Aterno merita ben più di una scappata e fuga, anche per passare del tempo a sfogliare tomi nella libreria di rari libri d’occasione Simon Tanner, appena trasferita da Roma. Per dormire ci sono i monolocali di Gagliano Experience, superattrezzati e nel centro del paese così come le ampie camere di Casa di Angizia o nella casa vacanze da Medardo, che ospita fino a 12 persone. Gagliano Aterno è un’ottima base di partenza per escursioni di ogni tipo di difficoltà, tra le più spettacolari tra quelle organizzate da Orsa Maggiore Trekking e Ambiente, c’è quella per antichi sentieri che raggiunge le casette in pietra delle Pagliare di Tione, con un semplice dislivello di 150 metri, adatta anche alle famiglie oppure un’altra passeggiata perfetta per settembre, anche per ascoltare il bramito dei cervi, è quella alle piane di Canale, passando all’interno di una faggeta.

Dove mangiare nella valle Subequana

Ottimi sapori al Bar ristorante da Lisa a Catel di Ieri (Aq), frequentato dai locali soprattutto per la carne e al ristorante Vivendostore, cooperativa impegnata nella rivalutazione dei piatti e nella valorizzazione del territorio, in un’antica struttura a Castelvecchio Subequo (Aq) dove c’era una falegnameria come raccontano gli strumenti che decorano le varie sale. Qui si assaggiano gnocchi e pasta fatta a mano con farina di qualità, selvaggina, sughi alle tre carni, formaggi e marmellate aquilane.

Per acquistare i pregiati funghi ipogei raccolti in valle c’è la giovane azienda Barbati Tartufi. Speciale l’esperienza al Cibario al castello di Beffi (Aq) dove Stefano Rispoli e la compagna Serena Della Fornace, stupiscono gli ospiti per la location e per la cucina: antipasti, primi, arrosti e arrosticini, tutto preparato espresso. I piatti si degustano comodamente seduti intorno a una tavola imbandita sul prato, tra i resti delle fondamenta del castello, riparati dal sole da scenografiche vele tese tra i rami degli alberi.

Bar ristorante Da Lisa | Via Nazionale 18 - Castel di Ieri | Tel +36 62792439

Ristorante Vivendo | Via Ignazio Silone 4 - 67024 Castelvecchio Subequo (Aq) | Tel 0864 797942

Cibario | Castello Medioevale di Beffi - Beffi (Aq) | Tel +347 9048731

Acquisti gastronomici nella valle Subequana

Portarsi a casa i sapori della valle è molto facile. Per fare la spesa c’è la Super Coal, in fondo al paese Castelvecchio Subequo, dove acquistare le mozzarelle di bufala del caseificio Sant’Agata, aperto da pochi mesi. A Secinaro alla macelleria Bernabei si trovano eccellenti carni di manzo e di pecora dell’allevamento di famiglia, poco più avanti, sulla piazza del paese, sono interessanti i prodotti locali freschi tracciabili della Botteguccia, dove Anna Maria Marini fa una attenta ricerca per proporre nei suoi scaffali le mostarde, le salse tartufate, il farro, la pasta di grano solina, e i formaggi di un piccolo caseificio di Sulmona. Il miele di acacia o millefiori si acquista all’Apicoltura Pignatelli a Gagliano Aterno, la birra agricola Bag a Goriano Sicoli, mentre il pane a lievitazione naturale con la farina di grano solina coltivato in valle al Forno artigiano Fabrizi a Castel di Ieri, che prepara anche la ciambella all’anice e i biscotti tradizionali con farine locali.

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Alberto Lupini


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