A spasso per l'Italia: genuinità a tavola in Toscana
La cucina toscana è celebrazione della materia prima: dalla fiorentina al lardo di Colonnata fino al pane "sciapo". Ma tante sono anche le chicche enologiche che attraggono i turisti buongustai
21 marzo 2021 | 17:26
di Stefano Nico
Una curiosità: le torri pendenti a Pisa sono 3
Pensate che la famosa Torre di Pisa non è l’unica torre al mondo “che pende”. Sempre a Pisa ne esistono altre due, sicuramente meno famose, la torre campanaria della Chiesa di San Michele degli Scalzi e il campanile ottagonale della Chiesa di San Nicola. La ragione della presenza di ben 3 torri pendenti nella stessa città non è legata ad uno strano stile architettonico, bensí al tipo di territorio su cui poggiano, al sottosuolo, di natura argillosa e sabbiosa.
A tavola in Toscana: da piatti come la fiorentina a prodotti come il lardo di Colonnata
Uno dei grandi piatti della tradizione toscana è la bistecca fiorentina. L’etimologia del nome ci riporta indietro nella Firenze del ‘500. In occasione di una festa popolare, ad alcuni inglesi che si trovavano in città per affari venivano servite le carbonate, ovvero carni alla brace. Innamorati di questo piatto, iniziarono a gridare a gran voce “beef steak”, chiedendone ancora. Da qui, il popolo toscano riprodusse una sorta di calco improvvisato del termine inglese, riconducendolo a “bistecca”.
Tra i salumi più conosciuti, la finocchiona, salume preparato inizialmente utilizzando il pepe, ma visti gli alti costi i produttori decisero di risparmiare sostituendolo con i semi di finocchio. E ancora, il lardo di Colonnata, definito il piatto del cavatore di marmo: la storia racconta che un cavatore, mettendo del maiale con degli aromi in una conchetta di marmo, scoprì una delle eccellenze alimentari toscane rinomate in tutto il mondo. Una particolarità della Toscana è senza dubbio il suo pane "sciapo", cioè senza sale, base di ottimi piatti di origine contadina, come ad esempio la ribollita.
La Toscana, regina dell'enologia italiana
Il patrimonio enologico, di assoluta eccellenza, vede il 50% della produzione riservato solo a vini di qualità. I SuperTuscans hanno contribuito fortemente all'affermazione dell'enologia italiana all'estero. Con i suoi 90 Tre bicchieri Gambero Rosso, conferma il suo stato di grazia di regione con più riconoscimenti (a contenderle il primato, anno dopo anno, è solo il Piemonte). Tra i vini più conosciuti nel panorama internazionale, il Brunello di Montalcino, il Sassicaia, il Chianti ed il Morellino di Scansano vanno a colmare le cantine dei migliori ristoranti di carne e le enoteche.
L'altra faccia della medaglia: l'olio evo made in Tuscany
In Toscana, oltre ai vini, sono gli oliveti a tratteggiare un quadro di rara bellezza, permettendo alle varie comunità di identificarsi con i loro prodotti. La Toscana, ormai da anni, non produce solo olio extravergine d'oliva di altissima qualità, ma vere e proprie emozioni, con sentori verdi e persistenti di carciofo, cardo, ortica, erba, mandorla e pepe. A conferma i suoi 18 riconoscimenti Tre Foglie nella guida del Gambero Rosso.
La tradizione culinaria toscana riflette la propria origine contadina e semplice, una gastronomia che esalta la bontà delle genuine materie prime che la compongono: già i nomi acquacotta e pappa al pomodoro ne sono la conferma.
La ristorazione: pioggia di stelle Michelin
La ristorazione oltre a godere delle splendide soddisfazioni che la terra offre, vanta anche un turismo enogastronomico legato proprio ai riconoscimenti della guida Michelin. La Toscana, capitanata dal tre stelle Michelin Enoteca Pinchiorri vede la presenza di cinque ristoranti con due Stelle e ben 36 con la stella Michelin.
Nell’ultima tornata della presentazione delle stelle, la Michelin ha presentato un nuovo riconoscimento legato alla sostenibilità, il simbolo ha l’aspetto di un quadrifoglio e certifica l’impegno di un ristorante e di uno chef nei confronti dell’ambiente e della collettività. Dei 13 riconoscimenti in tutto lo Stivale, la Toscana se ne aggiudica due, il Virtuoso Gourmet – Tenuta le Tre Virtù e I’Ciocio – Osteria di Suvereto.
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Alberto Lupini