A spasso per l'Italia: Emilia Romagna, 2.300 km di gusto fra prosciutti, formaggi e ristoranti stellati
Un itinerario nella Food Valley, culla della tradizione enogastronomica italiana e patria di 42 prodotti Dop e Igp - invidiati da tutto il mondo - che spiccano nei piatti dei grandi chef
12 gennaio 2021 | 09:29
di Stefano Nico
Parmigiano Reggiano, Aceto balsamico, Prosciutto di Parma
La ricchezza della Food ValleyDall’Adriatico agli Appennini, passando per la pianura e le città d’arte, qui sorge il più grande distretto del cibo italiano, la Food Valley con 2.300 chilometri di itinerari di gusto, un prestigioso paniere di prodotti della tradizione. Una tentazione irresistibile per il turista appassionato che vuole carpire l’anima di un luogo attraverso i suoi sapori, che vuole scoprire e non solo visitare, assaporare e non solo mangiare, provare e non solo vedere. E a chi vuole vivere i luoghi dove si reca scoprendone e gustandone il patrimonio enogastronomico, queste province offrono la bellezza di 42 prodotti protetti dai marchi Dop (Denominazione di origine protetta) e Igp (Indicazione geografica protetta) che ne garantiscono la qualità e la genuinità e che in molti casi, fuori dai confini nazionali, si cerca di imitare, anche se con scarsi risultati.
Una piramide culinaria irresistibile, in cima alla quale svettano il Prosciutto di Parma Dop, da maiali selezionati Large White, Duroc e Landeance, il “re dei formaggi” il Parmigiano Reggiano, ma che subito sotto propone un lungo elenco di eccellenze gastronomiche da degustare, come la mortadella di Bologna, l’aceto balsamico di Modena, il formaggio di fossa, lo Squacquerone di Romagna, lo strolghino (salamino da spalmare), il cappello da prete (stinco disossato e salato) e dei noti presidi Slow Food come, il culatello di Zibello (a base di coscia di maiale), la mariola (salsiccia fatta con tutte le parti del maiale, anche consumata cruda) la spalla cruda di tradizione parmense ed il sale artigianale di Cervia.
Bologna
Sapori e piatti invidiati in tutto il mondoI piatti tipici dell’Emilia-Romagna sono spesso annoverati tra le ricette italiane maggiormente apprezzate nel mondo. Le ricette tipiche emiliane sono caratterizzate dalla pasta fresca fatta a mano, come tortellini, lasagne, cannelloni, passatelli, anolini, maltagliati, che vengono conditi con sughi corposi come il ragù alla bolognese, inoltre vantano anche una corposa lista di secondi piatti, come lo stracotto di manzo, l’anguilla, le verdure ripiene, il bollito bolognese, la punta di vitello ripiena, la Salama da sugo ferrarese che conquistò Greta Garbo, nonché il classico cotechino o lo zampone, solitamente serviti con la zuppa di lenticchie nelle festività natalizie. Non meno conosciuta anche nel campo enologico ed oleario, con i quindici Tre Bicchieri capitanati dal lambrusco, dal sangiovese e dall’Albana di Romagna, la più antica Docg bianca d’Italia, e con le Tre Foglie dove spicca anche la Stella (l’azienda che per ben dieci anni ha avuto il massimo riconoscimento).
A cena dalle stelle
Nonostante non sia tra le regioni più rappresentate dalle stelle Michelin (come la Campania e il Trentino), l’Emilia-Romagna è rappresentata da venticinque realtà ristorative capitanate da Massimo Bottura, Osteria francescana, con le tre stelle e il Premio sostenibilità. Ma anche nelle altre provincie emiliane e romagnole scoviamo ristoranti da non perdere, nel Cesenatico, Magnolia con lo chef patron Alberto Faccani, nell’imolese con San Domenico, dove zio e nipote, Valentino Marcattilii e Massimiliano Mascia, si tramandano tradizioni e innovazioni. Inoltre, percorrendo la via Emilia non si possono non menzionare ristoranti che si sono contraddistinti e che meritano sicuramente una visita: Da Gorini, La Zanzara, l’Osteria del Povero Diavolo, I Portici e Righi a San Marino. Che dire, una regione dove fermarsi sicuramente ad assaporare le tipicità, oltre che visitare il portico più lungo al mondo a Bologna e dove nasce il Tricolore.
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Alberto Lupini