A Lisbona, dove insegnano a vivere con leggerezza e poesia

La maestria nella capitale portoghese è nello stile di vita. Una città a forte vocazione turistica, capace di conquistare per il suo clima e per i suoi piatti tramandati di generazione in generazione

26 dicembre 2022 | 16:30
di Fabio Di Pietro

Capita grazie al nostro lavoro di ricercatori di viaggiare e, grazie al cielo, questo ci porta sempre più spesso a riempirci gli occhi di nuovo e di bellezza. “Di una città non apprezzi le sette o settantasette meraviglie, ma la risposta che dà ad una tua domanda”: Italo Calvino aveva ragione, anche e soprattutto se una degli interrogativi ai quali ho cercato più spesso di rispondere è: “Dove si mangia?”.

Lisbona, capitale con leggerezza

Scherzi a parte, Lisbona si presenta come una città capitale, ma che non ha voglia di prendersi troppo sul serio: queste strade enormi, questi palazzi moderni e luminosi fanno filò con lo stile classico e sornione della Região bagnata dall’Atlantico. In questa stagione il profumo di caramello e di banchetti di caldarroste si sposano benissimo con il rosso mattone dei tetti ed i sorrisi della gente. 

Nei momenti in cui il sole scavalca le nuvole, si specchia negli Azulejos creando nuovi motivi e sfumature fra gli scorci nei vicoli, creati dall’ammucchiarsi di case e di gradini che sembrano star vicini per permettere al vento dell’Oceano di fischiare e di mescolarsi con i suoni ed il vociare dei borghi. 

Le salite e le discese di una città costruita sulle colline sembrano ricordare gli alti e i bassi fonetici di una lingua fatta apposta per essere sussurrata o spesa per racconti in qualche taverna di fronte ad un calice. Ci troviamo qui perché stiamo conoscendo nuove realtà, nuovi luoghi per eventi e nuovi importatori... ma è innegabile che con il team abbiamo dedicato del tempo per vivere la città e le sue sfumature il più possibile e quindi, fra un incontro ed un altro, ci lasciamo trasportare intenzionalmente dalla nostra voglia di perderci in città per scoprire i luoghi più suggestivi. 

Una città vocata al turismo

Questa attitudine ci permette di osservare i ritmi di una vita portoghese che scorre all’insegna dell’accoglienza e del turismo internazionale che proviene da ogni dove per provare le stesse nostre sensazioni. L’orologio sociale sembra scandito a ritmo di musica o, meglio, di Fado (Patrimonio immateriale Unesco) in una perfetta improvvisazione dove fuori menu, artigianato prodotto al momento e musica vengono offerti ad ogni angolo della città. 

Qui i Fenici hanno per primi condiviso la tecnica di vinificazione in anfora e hanno contribuito a costruire il dna di viaggiatori al popolo Lusitano.

Il quartiere di Belem, oltre a custodire la tradizionale ricetta dei pasteis de nata (dei meravigliosi tortini di sfoglia e uova), è anche uno dei luoghi suggestivi della periferia della capitale portoghese: la sua Torre (altro patrimonio Unesco) sembra primeggiare sull’orizzonte lievitando sul bagnasciuga della foce del Tago quasi a protezione delle ricette del posto; non è difficile imbattersi in luoghi dove il marisquo è il re delle taverne ed i codfish cake sono il valido sostituto dello street food. Il bacalhau è proposto in tutte le sue sfaccettature e c’è chi giura che neanche la più gagliarda delle nonne portoghesi conosca tutte le più di 365 ricette tipiche per proporre il baccalà.

Baccalà e scoperte

Il Baccalà è così diffuso perché, essendo terra di viaggi e di esplorazioni (bellissimo anche il maestoso monumento degli esploratori sempre a Belem) si è tramandata una cucina povera e con la necessita di sviluppare tecniche di conservazione: anche il Porto, nato con il metodo soleras, è un prodotto che rispecchia fedelmente questa identità.

Oltre al blanco, al tawny ed al ruby una vera sorpresa è il Brandy di Lourinha che degnamente rappresenta la regione nel mondo dei distillati. Una bella sensazione di relax che vi consigliamo è anche sorseggiare (ma neanche troppo lentamente) un bicchiere di Ginja al tramonto: anche se è un liquore di marasche di sapore dolce, qui è un tutteleore che i più anziani bevono anche a colazione.

La cosa più bella in assoluto di una città come questa, e che ti colpisce dentro, è il colore del cielo e la pioggia fine che ti inumidisce il viso fra uno spruzzo di sole ed un altro, mentre la vita scorre allegra fra i chioschi della città e fra i negozi che si svegliano piano ed assonnati a mezzogiorno, per durare fino alla sera inoltrata.

La mia rubrica mi porta sempre a scovare delle maestrie specifiche da sottolineare o da condividere ma, in questo caso, mi sento di dire che la vera maestria in questo popolo è quella di come qui viene interpretata la vita.

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Alberto Lupini


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