A caccia di borghi e città svizzere con il Trenino verde delle Alpi

Un mezzo per godere a pieno il panorama, la cultura e lo sport. Si può spaziare dalla pianura alla montagna, dal lago a Berna, cuore della Svizzera e patrimonio dell’Unesco. Ecco cosa non perdere

14 ottobre 2021 | 11:25
di Emanuela T. Cavalca

Il cambiamento climatico lo richiede: tralasciare l’auto per scegliere il treno. Chi desidera passare delle giornate all’aria aperta per godere della natura ha la possibilità di prendere il Trenino verde delle Alpi. Basta arrivare a Domodossola e salire a bordo: le ampie vetrate offrono la possibilità di osservare il paesaggio delle Alpi Svizzere in tutta la loro bellezza. Non solo si può approfittare per fermarsi lungo il percorso e fare escursioni. Il trenino circola con frequenza: un percorso di 2 ore circa attraverso la Valle del Rodano con le vette della Jungfrau sullo sfondo, le terrazze soleggiate del Vallese e le montagne dell'Oberland Bernese con Kandersteg. Il traforo del Sempione, lungo 20 chilometri, collega Domodossola con Briga, è considerato una grande opera di ingegneria, realizzato nei primi del Novecento, grazie al lavoro di oltre tremila lavoratori. Nel 1906 è nata la Compagnia Berna Sempione, poco dopo sono iniziati i lavori, nel 1913 è stata inaugurata la linea ferroviaria.

 

Pianifica il viaggio con le diverse Carte

La tratta del Trenino verde è iniziata elettrificata e da allora sono transitate milioni di persone e merci, poi dopo cento anni la tratta è stata ammodernata. Il modo migliore per viaggiare è acquistare pacchetti comprensivi di una carta giornaliera BLS Trenino verde che comprende anche la navigazione sul battello nel lago di Thun. Con la Carta Avventura il pass si amplia con la possibilità di fare da escursioni e attività nell’Alto Vallese.

 

Kandersteg, tuffo nella Belle Époque

Chi ama le passeggiate si può fermare a Briga, da lì può imboccare sentieri che si snodano lungo o sopra la ferrovia attraverso una vegetazione suggestiva. Chi lo desidera può sempre accorciare la passeggiata raggiungendo Kandersteg. È un paese con 1200 abitanti, con una offerta turistica che spazia dall’hotel 4 stelle superior fino a hotel 3 stelle e case vacanza. Qui si può praticare ogni genere di sport: parapendio, pesca anche d’inverno, trekking, bike, sci di fondo, nuoto in piscina scaldata, arrampicata sulla roccia, ferrata, sci alpino, pattinaggio sul lago…

Le numerose baite e i rifugi del Club Alpino Svizzero della regione fanno da punto di partenza per organizzare escursioni in quota. Non solo la cittadina offre anche sentieri per disabili. Kandersteg è il paradiso per fondisti: è possibile usufruire di oltre 50 km di piste da fondo battute. Quando si fa una sosta non si può fare a meno di assaggiare i piatti tipici della zona, come il formaggio à la raclette, il rösti, il goloso piatto a base di patate o la fonduta.

L’ultima settimana di gennaio Kandersteg si veste a festa, tutta la cittadina fa un tuffo all’epoca della “Belle époque”: il villaggio si anima, dalle vetrine ai locali, dalle persone allo sport. Tanto è vero che si può perfino sciare su vecchi sci di legno, sulla pista di ghiaccio si gioca a curling, si gareggia su slitte trainate da cani e nel pomeriggio va in scena il te danzante. A coronamento della settimana non può mancare un grande concerto.

 

Frutigen: case tropicali e lago d’acqua azzurra

Una tappa da non perdere è Frutigen: in venti ettari di verde troviamo il lago di Blausee con un’acqua azzurra incontaminata, dove nuotano pacificamente trote. C’è una leggenda intorno alla nascita di questo lago: pare che sia nato dalle lacrime di una giovane che aveva perso il suo grande amore. In pochi minuti a piedi si arriva alla Casa tropicale di Frutigen.  

Dal 2009 grazie all’acqua di sorgente della galleria sotterranea è stata creata una serra tropicale unica. Si possono richiedere tour guidati per fare il percorso del caffè, scoprire le piante del pepe oppure osservare i processi di coltivazione dei frutti tropicali. Non basta: si può osservare da vicino lo storione siberiano che viene allevato in vasche esterne da cui si ricava dell’ottimo caviale. Tutto all’insegna delle energie rinnovabili e risparmio energetico.

 

Tappa a Berna: tra musei, fontane e ristoranti

E infine arriviamo a Berna, capitale della Confederazione Elvetica: una splendida città, costruita sul fiume Aare, che affascina per la sua storia, i palazzi eleganti, le fontane e i negozi antichi. Le sue origini risalgono al XII secolo, come si può osservare nella città vecchia dagli edifici medievali rimasti intatti. Il centro storico di Berna appartiene al patrimonio mondiale dell'Unesco dal 1983, che ha il compito di preservare il tessuto storico all'interno e all'esterno degli edifici. È formato da sei chilometri di vie in pietra arenaria, fiancheggiate da portici animati da negozi, bar e ristoranti.

Berna è la città delle fontane, tra queste spicca la fontana dell’Orco, che rappresenta un gigante intento a divorare un bambino. Da visitare nel centro storico è anche la Berner Münster, la cattedrale è in stile tardo-gotico, i lavori per la sua costruzione sono iniziati nel 1421 per terminare molto più tardi. Chi ha la fortuna di capitare l’ultimo mercoledì di novembre non può perdersi il mercato delle cipolle, diventata una festa popolare famosa. Nell’elegante piazza davanti alla cattedrale (Münsterplatz) si trova la fontana di Mosè, dove ogni anno si tiene il mercatino di Natale.  Durante il periodo dell’Avvento Berna si illumina con bancarelle, luci, candele, stelle, decorazioni natalizie e oggetti in legno.

Raccomandiamo di non perdersi una cena o un aperitivo al ristorante Kornhauskeller: imponente per la sua struttura lignea barocca, ma soprattutto notevole per il livello di cucina raffinato. Il ristorante si trova al piano di sotto con una navata centrale e due laterali, invece, nel piano di sopra troviamo il bar dove sorseggiare un aperitivo o un drink.

 

Non si può dimenticare che dal 1902 al 1909 Albert Einstein ha soggiornato a Berna, così gli è stato dedicato un museo. Un comodo bus arriva vicino al Zentrum Paul Klee, opera dell’architetto Renzo Piano, che ha voluto creare una struttura inserita perfettamente nella natura circostante. Paul Klee aveva visto nel giardino un luogo di formazione, tanto che la natura lo ha sempre stimolato artisticamente. Nel museo si trovano più di quattromila opere oltre a molti oggetti privati, come le marionette che lo stesso Paul costruiva per il proprio figlio Felix, piante e fiori essiccati. Nell’ambito del progetto “Paul & ich” vicini e collaboratori del museo coltivano un giardino comune. (www.paulundich.ch). La costruzione si caratterizza per un movimento ad onda, ampie vetrate e un criterio espositivo piacevole. Il museo è parte integrante della natura circostante, dei campi e  un ampio parco. Il complesso invita a splendide passeggiate: ben 18 percorsi intorno all’edificio prendono il nome dai capolavori di Klee. Renzo Piano non si è dimenticato dei bambini, così ha dedicato un intero piano con atelier di pittura esclusivamente per loro.

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