Virus, Boris Johnson positivo Il contagio dopo le beffe all'Italia
Il Primo Ministro britannico ha annunciato su Twitter la sua positività al virus dichiarando l’autoisolamento. Dopo settimane a farsi beffe dell’Italia, ora forse è arrivato il momento di fare i conti con la realtà . La speranza ora è che tutto il mondo si accorga di quanto il fenomeno sia in espansione e non guardi in faccia nessuno
27 marzo 2020 | 12:46
«Sono positivo al coronavirus». Boris Johnson, premier britannico, annuncia la propria positività dopo settimane di sberleffi nei confronti dell’Italia e di teorie folli come quella del contagio di gregge o la rinuncia al test. «Nelle ultime 24 ore - ha detto - ho sviluppato sintomi lievi e sono risultato positivo al coronavirus. Sono in autoisolamento, continuerò a guidare la risposta del governo all'emergenza in videoconferenza mentre combattiamo questo virus», dice il Primo Ministro in un video diffuso su Twitter.
«Nelle ultime 24 ore - prosegue - ho sviluppato sintomi lievi del coronavirus, vale a dire febbre e una tosse persistente. Su indicazione dei medici ho fatto il test e sono risultato positivo. Sto lavorando da casa, sono in autoisolamento. E' la cosa giusta da fare», dice il premier, evidenziando che «grazie alla tecnologia comunicherò con il mio team per guidare la lotta al coronavirus». Dunque anche Johnson si convince che la cosa giusta da fare sia l’isolamento (il termine autoisolamento da lui usato forse non è del tutto corretto, dimostrazione del fatto che con il fenomeno non ha una grande dimestichezza). Un piccolo passo verso la sua stanza, un grande passo per l’umanità. Almeno si spera perché nel mondo forse ancora tutti non hanno capito l’onda d’urto devastante che porta con sé questa emergenza.
Forse, invece che perdere tempo a schernire il nostro Paese, sarebbe ora di prenderlo come modello. Magari non nella gestione dell’emergenza, ma sicuramente nel capire come prevenirla prima che sia troppo tardi.
E quanti saranno ora realmente gli inglesi infettati ? Altro che logica del gregge. Il virsu colpisce tutti, primi ministri e eredi al trono, come disoccupati o immigrati. Qualche altro goivernante europeo convinto che al nord si sta meglio, forse dovrà riveere le sue idee...
Boris Johnson
«Nelle ultime 24 ore - prosegue - ho sviluppato sintomi lievi del coronavirus, vale a dire febbre e una tosse persistente. Su indicazione dei medici ho fatto il test e sono risultato positivo. Sto lavorando da casa, sono in autoisolamento. E' la cosa giusta da fare», dice il premier, evidenziando che «grazie alla tecnologia comunicherò con il mio team per guidare la lotta al coronavirus». Dunque anche Johnson si convince che la cosa giusta da fare sia l’isolamento (il termine autoisolamento da lui usato forse non è del tutto corretto, dimostrazione del fatto che con il fenomeno non ha una grande dimestichezza). Un piccolo passo verso la sua stanza, un grande passo per l’umanità. Almeno si spera perché nel mondo forse ancora tutti non hanno capito l’onda d’urto devastante che porta con sé questa emergenza.
Forse, invece che perdere tempo a schernire il nostro Paese, sarebbe ora di prenderlo come modello. Magari non nella gestione dell’emergenza, ma sicuramente nel capire come prevenirla prima che sia troppo tardi.
E quanti saranno ora realmente gli inglesi infettati ? Altro che logica del gregge. Il virsu colpisce tutti, primi ministri e eredi al trono, come disoccupati o immigrati. Qualche altro goivernante europeo convinto che al nord si sta meglio, forse dovrà riveere le sue idee...
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Alberto Lupini
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