Vino e carne cibi dannosi? No! L'Italia batte l'Europa

Passo indietro della Commissione europea, che ha eliminato carne, salumi e vino dall'elenco dei cibi considerati dannosi per chi li consuma. In caso contrario, i produttori non avrebbero potuto ricevere fondi dall'Ue . Si tratta di un successo importante per l'Italia, che avrebbe visto danneggiare pesantemente il suo comparto agroalimentare

09 dicembre 2022 | 12:56
di Gianluca Pirovano

L'Italia batte l'Europa: carne rossa, salumi e vino non sono più nell'elenco dei cibi considerati dannosi per chi li consuma. Il passo indietro fatto dalla Commissione europea rappresenta infatti un'importante vittoria per il Belpaese, che avrebbe visto altrimenti il suo comparto agroalimentare pesantemente danneggiato. Il motivo? Se carne rossa, salumi e vino fossero rimasti nell'elenco, non avrebbero poi potuto ricevere finanziamenti europei, senza contare poi l'incalcolabile danno d'immagine per un filiera tra le eccelenze del Made in Italy. 

«È una notizia importantissima per tutta la Nazione, una vittoria che abbiamo ottenuto lottando con determinazione a difesa delle eccellenze italiane - ha commentato il ministro della Sovranità alimentare Francesco Lollobrigida - Non solo, adesso ci sono anche più risorse economiche per le Indicazioni Geografiche, con altri 2 milioni di euro, proprio come avevamo chiesto noi». 

La Commissione Ue frena: carne e vino non fanno male 

La "battaglia" tra Italia e Unione Europea sul tema è ormai argomento noto. A ottobre Bruxelles aveva inserito tra i criteri per l'assegnazione dei fondi per la promozione di prodotti alimentari e agricoli, alcuni requisiti molto stringenti per specifiche categorie, tra cui la carne rossa e i suoi derivati, il vino e gli alcolici in generale. Una decisione che avrebbe messo a rischio numerosi operatori del settore Dop e Igp, per i quali le campagne promozionali rappresentano uno strumento vitale per creare nuove opportunità di mercato e fornire un sostegno al consolidamento delle imprese già esistenti. 

Un problema per l'Italia, ma non solo, almeno a giudicare dai voti contrari arrivati alla proposta. Oltre al Belpaese, a ottobre, si dissero formalmente contrari anche Bulgaria, Francia, Irlanda, Olanda, Polonia, Portogallo, Romania, Slovacchia e Spagna. Ora il sigillo finale, con il definitivo passo indietro della Commissione Europea, con l'approvazione del regolamento senza i vincoli per carne rossa e vino. 

A difesa delle eccellenze del made in Italy 

La notizia giunta da Bruxelles è stata accolta con entusiasmo non soltanto da Lollobrigida. «L’Italia ottiene un importante successo in Europa, a difesa dei propri prodotti e della dieta mediterranea. Sono orgoglioso di aver contribuito al lungo lavoro che ha convinto la Commissione UE a escludere carne e vino dagli alimenti dannosi per la salute», ha evidenziato Gian Marco Centinaio, vicepresidente del Senato e già ministro e sottosegretario alle Politiche agricole. 

 

Soddisfatto anche Dario Stefàno, già senatore e tra i "padri" della norma che ha regolato l'enoturismo in Italia. «A Bruxelles ha prevalso la ragione su quello che era un approccio proibizionista e animato da un pregiudizio grossolano perché accomunava i superalcolici al vino, l’uso all’abuso - ha sottolineato - Questa scelta apre oggi ad un orizzonte sicuramente più sereno, più pacificato e che consentirà alle nostre importanti realtà di continuare a crescere». 

Sulla stessa lunghezza d'onda anche Coldiretti, da sempre in prima linea sul tema, che invita però a tenere alta l'attenzione e prepararsi a nuovi attacchi. «Il lavoro fatto negli ultimi mesi - ha spiegato il presidente della Ettore Prandini - e che ci ha portato a un confronto diretto con i commissari Ue Timmermans, Wojciechowski e Gentiloni, e quello fatto dal nostro Governo, ha rotto il fronte a livello europeo. È però ora necessario mantenere alta la guardia perché nel prossimo regolamento non si torni a demonizzare alcuni prodotti invece che lavorare a una corretta informazione sulla quantità di alimenti che devono essere consumati nell’arco della giornata». 

Quanto vale la Dop economy italiana? 

Per comprendere il peso del passo indietro della Commissione Europea, è sicuramente utile capire il valore della Dop economy italiana, tracciato dal Rapporto Ismea-Qualivita. Il comparto del cibo e del vino Dop e Igp nel 2021 ha raggiunto il valore complessivo di 19,1 miliardi di euro e un export da 10,7 miliardi. Il comparto cibo Dop Igp sfiora gli 8 miliardi di euro (+9,7% sul 2020), mentre il settore vitivinicolo supera gli 11 miliardi di euro (+21,2%), valori record che hanno portato per la prima volta a quota 21% il contributo della Dop economy al fatturato complessivo del settore agroalimentare nazionale. 

Sul fronte delle esportazioni, le Dop Igp agroalimentari e vitivinicole nel 2021 raggiungono i 10,7 miliardi di euro, per un peso del 21% nell’export agroalimentare italiano complessivo, un risultato che è somma di un “doppio record” con il cibo a 4,41 miliardi di euro e un +12,5% su base annua e il vino a 6,29 miliardi di euro (+13,0%).

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Alberto Lupini


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