Alla fine, vincono i balneari. Le concessioni balneari verranno, infatti, prorogate di un anno, fino al 31 dicembre 2024. Fratelli d’Italia ha dato il via libera all’emendamento di maggioranza, non rinnegando, in ogni caso, la legge sulla concorrenza. La proroga di un anno servirà anche per la mappatura delle concessioni. Entro la prossima settimana, il testo andrà al voto. Resta, però, sullo sfondo l'ostacolo dell'Ue che potrebbe anche avviare una procedura di infrazione visto che la Corte di Giustizia Ue ha sancito l'obbligo di applicare la direttiva Bolkestein sui servizi.
Cinque mesi in più per la mappatura
L'apertura al mercato slitta, dunque, dal 2024 al 2025 e ci saranno cinque mesi di tempo in più (fino a luglio 2023) per portare a termine la complessa operazione di mappatura delle concessioni esistenti che, diversamente, si sarebbe dovuta concludere entro fine febbraio. Una mappatura del demanio marittimo, fluviale e lacuale che dovrà verificare lo stato d'uso delle risorse pubbliche sia sul piano amministrativo sia su quello della disponibilità di nuove aree da affidare in concessione. Nel mentre i comuni non potranno istituire nessun bando di gara.
Accordo raggiunto
Questo, dunque, il compromesso raggiunto dalle commissioni affari costituzionali e bilancio del Senato su uno degli emendamenti più controversi al disegno di legge di conversione del decreto legge Milleproroghe (dl 198/2022), ossia quello che proroga la procedura prevista dalla legge sulla concorrenza approvata ad agosto 2022 dal governo Draghi.
L’accordo raggiunto convergerà in un emendamento al decreto milleproroghe a firma di Antonio Balboni (Fratelli d’Italia) e Dario Damiani (Forza Italia) e probabilmente confluirà nel maxi-emendamento del governo che sarà presentato la prossima settimana.
Come dicevamo, dunque, si conferma così la volontà delle forze di centrodestra di attuare la legge sulla concorrenza voluta dal Draghi, che ha imposto la scadenza delle concessioni balneari al 31 dicembre 2023 e la loro riassegnazione tramite evidenze pubbliche.
In ogni caso, la proroga di un anno è una misura già prevista dalla legge sulla concorrenza, che concede una finestra temporale fino al 31 dicembre 2024 in caso di “difficoltà oggettive” a disciplinare le gare entro il 2023.
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Serve più tempo
La proroga, come dicevamo, è giustificata come misura per avere il tempo di verificare la disponibilità di spiagge libere da poter mettere a gara prima delle concessioni esistenti. In ogni caso la maggioranza non vuole discostarsi dalla legge sulla concorrenza, altrimenti, come riporta Mondo Balneare, avrebbe abrogato gli articoli sulle gare delle concessioni balneari. Invece, l’accordo continuerebbe a riferirsi a quella norma e ne rinvierebbe semplicemente il decreto attuativo di qualche mese, dal momento che era impossibile rispettare la scadenza del 27 febbraio scritta da Draghi prima che si dimettesse.
Una possibilità già velata dal ministro agli affari europei Raffaele Fitto. Il ministro aveva, infatti, annunciato che il governo stava valutando due strade possibili:
- la proroga di un anno delle concessioni
- il rinvio di tre o quattro mesi della delega per attuare la legge sulla concorrenza.
Politica e associazioni soddisfatte
Le associazioni premevano per la proroga e l’accordo raggiunto sarebbe una sintesi fra le due possibilità, che metterebbe tutti d’accordo.
Gianluca Caramanna, deputato e responsabile turismo di Fratelli d’Italia ha commentato: «Il percorso intrapreso, pur non ancora risolutivo, evidenzia la chiara volontà politica di Fratelli d’Italia e delle forze di maggioranza a difesa delle aziende del comparto. A questo dovrà seguire un’ulteriore fase di interlocuzione con la Commissione europea con l’obiettivo di arrivare a una soluzione definitiva dell’annosa vicenda».
I senatori Licia Ronzulli, Maurizio Gasparri e Dario Damiani aggiungono: «Grazie a un lavoro dei gruppi di maggioranza in Senato con il governo, siamo riusciti finalmente a trovare una sintesi che permetta da un lato di prorogare le scadenze di un anno, come avevamo chiesto con il nostro emendamento approvato, e dall’altro di evitare che i Comuni facciano subito nuove gare in attesa che un tavolo tecnico, convocato dal governo, valuti tutti gli aspetti di questa annosa vicenda, prima su tutte quella della mappatura delle coste italiane per definire che, come pensiamo, non si tratti di un bene scarso. Un chiaro segnale in difesa non di privilegi, ma di aziende italiane che hanno fatto milioni di investimenti, sono state in molti casi vittime dei danni provocati dal maltempo e rappresentano un fiore all’occhiello dell’economia turistica nazionale. Un ulteriore passo avanti verso la definizione di questa vicenda di cui Forza Italia è stata protagonista, non avendo mai messo in discussione la propria linea a sostegno di imprese e famiglie che meritano certezze per il futuro».
Capacchione (Sib): La miniproroga serva per la soluzione definitiva
Ma Antonio Capacchione, presidente del Sindacato Italiano Balneari aderente a Fipe/Confcommercio sottolinea come la miniproroga debba servire per la soluzione definitiva: «Prendiamo atto, con rispetto, della volontà della maggioranza di governo di emanare una miniproroga di un anno della scadenza delle concessioni e di cinque mesi per regolare le gare istituendo un tavolo per la mappatura - ha dichiarato Capacchione - Si tratta, del resto, di termini, di fatto, già scaduti e oramai impossibili da rispettare sia per quanto riguarda l'emanazione dei decreti attuativi (che doveva avvenire entro il 27 febbraio), che per le decine di migliaia di gare che i Comuni avrebbero dovuto fare entro la fine di quest'anno. Auspichiamo che questa miniproroga serva non per applicare norme “pasticciate e frettolose”, ma per adottare, finalmente, con il coinvolgimento delle Regioni e dei Comuni, quella soluzione strutturale e definitiva annunciata giorni fa dal presidente Giorgia Meloni. Nell’interesse del Paese è necessario superare la disciplina varata dal precedente Governo che, a nostro avviso, presenta molteplici criticità foriere di gravi conflitti istituzionali, (come la pianificazione di esclusiva competenza regionale), e di un esteso contenzioso in danno dei Comuni (come la nullità degli atti già rilasciati). Ci aspettiamo che tutti affrontino con senso di responsabilità e senza polemiche strumentali questa questione che - ha ricordato il presidente del Sib - riguarda un modello di balneazione attrezzata che il mondo ci invidia, costituito da decine di migliaia di famiglie di onesti lavoratori che rischiano di perdere la propria azienda».
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Alberto Lupini
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