Via i teli per proteggere i ghiacci Sul Presena si pensa all'inverno
I tecnici del Consorzio Pontedilegno-Tonale hanno iniziato le attività di rimozione dei teli geotessili che proteggono il ghiacciaio dai raggi solari estivi. Oltre 100mila i metri quadrati coinvolti dal progetto
10 settembre 2020 | 15:54
È un evento che ormai contraddistingue ogni passaggio dalla tarda estate all'autunno sul ghiacciaio Presena, a cavallo tra Lombardia e Trentino: gli operai della Carosello, società impiantistica che fa parte del Consorzio Pontedilegno-Tonale, hanno iniziato la rimozione della immensa coperta di teloni geotessili che era stata stesa a giugno, per proteggere lo strato di ghiaccio dai raggi solari. Anche questa volta, il risultato è incoraggiante: lo strato di ghiaccio che si è salvato dallo scioglimento è di tutto rispetto, con uno spessore che va dai 3 ai 4 metri.
Anno dopo anno, la superficie di ghiaccio coperta dai teli è cresciuta: dai 40mila m² del 2014 si sono superati i 100mila m² di quest'anno. «Siamo felici degli ottimi risultati che i teli geotessili stanno dando - commenta il presidente della società Carosello, Davide Panizza - L'idea è nata nel 2008 a partire da un programma sperimentale con la Provincia autonoma di Trento e le università di Trento e di Milano per ridurre o comunque diminuire l’ablazione. Grazie ai teli riusciamo a mantenere una temperatura inferiore, perché riflettendo la luce solare riescono a ridurre la temperatura della neve. Da un confronto tra la condizione del ghiacciaio registrata nel 2008 e quella attuale, emerge che oltre 50 metri di ghiaccio sono stati salvati dallo scioglimento».
La conferma della validità del progetto era stata data già nel 2014 dall'analisi realizzata dai ricercatori universitari: «Il settore coperto con il geotessile ha evidenziato valori medi di albedo (l’unità di misura del potere riflettente di una superficie) di 0,64 contro un valore medio di 0,43 per il resto della superficie glaciale. Il settore coperto in media ha un assorbimento di energia solare del 36% mentre la superficie non coperta ha assorbito il 57% dell’energia solare. Complessivamente l’azione del telo nel modulare i flussi energetici radiativi assorbiti dal ghiacciaio porta, per il periodo di sperimentazione, ad una riduzione dell’ablazione del 52%».
Nel tempo, la tecnica per realizzare la “coperta” geotessile è stata peraltro perfezionata. I teli (che misurano ciascuno 5 metri di larghezza per 70 di lunghezza) non vengono più termosaldati ma cuciti: in questo modo non c'è scarto di materiale. Gli operai devono solo “scucire” il filo e riavvolgere i teli con l'aiuto dei gatti delle nevi, per poi riporli in un deposito fino a primavera. I lavori di svestizione del ghiacciaio sono iniziati questa settimana e proseguiranno sicuramente per tutto il mese di settembre.
La superficie di ghiaccio coperta dai teli è cresciuta dal 2014 ad oggi
Anno dopo anno, la superficie di ghiaccio coperta dai teli è cresciuta: dai 40mila m² del 2014 si sono superati i 100mila m² di quest'anno. «Siamo felici degli ottimi risultati che i teli geotessili stanno dando - commenta il presidente della società Carosello, Davide Panizza - L'idea è nata nel 2008 a partire da un programma sperimentale con la Provincia autonoma di Trento e le università di Trento e di Milano per ridurre o comunque diminuire l’ablazione. Grazie ai teli riusciamo a mantenere una temperatura inferiore, perché riflettendo la luce solare riescono a ridurre la temperatura della neve. Da un confronto tra la condizione del ghiacciaio registrata nel 2008 e quella attuale, emerge che oltre 50 metri di ghiaccio sono stati salvati dallo scioglimento».
La conferma della validità del progetto era stata data già nel 2014 dall'analisi realizzata dai ricercatori universitari: «Il settore coperto con il geotessile ha evidenziato valori medi di albedo (l’unità di misura del potere riflettente di una superficie) di 0,64 contro un valore medio di 0,43 per il resto della superficie glaciale. Il settore coperto in media ha un assorbimento di energia solare del 36% mentre la superficie non coperta ha assorbito il 57% dell’energia solare. Complessivamente l’azione del telo nel modulare i flussi energetici radiativi assorbiti dal ghiacciaio porta, per il periodo di sperimentazione, ad una riduzione dell’ablazione del 52%».
I lavori proseguiranno per tutto il mese di settembre
Nel tempo, la tecnica per realizzare la “coperta” geotessile è stata peraltro perfezionata. I teli (che misurano ciascuno 5 metri di larghezza per 70 di lunghezza) non vengono più termosaldati ma cuciti: in questo modo non c'è scarto di materiale. Gli operai devono solo “scucire” il filo e riavvolgere i teli con l'aiuto dei gatti delle nevi, per poi riporli in un deposito fino a primavera. I lavori di svestizione del ghiacciaio sono iniziati questa settimana e proseguiranno sicuramente per tutto il mese di settembre.
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