Venere fa infuriare Bacco negli uffici del ministero del Turismo

Continua a sollevare polemiche la campagna promozionale Open To Meraviglia del ministero e dell'Enit dove oltre alla Venere di Botticelli-Ferragni spunterebbe video clip girato in Slovenia... con vino sloveno

24 aprile 2023 | 15:17
di Jenny Maggioni

“Bacco, tabacco e Venere riducono l'uomo in cenere”, cita un antico proverbio, utilizzato, spesso, in modo scherzoso per rivolgersi a chi conduce una vita particolarmente sregolata… Tralasciando il “tabacco” e parafrasandolo un po’ potremmo dire che “Bacco e Venere potrebbero ridurre il ministero in cenere”… Dove per ministero intendiamo quello del Turismo al centro del “caso Venere di Botticelli influencer” nella contestatissima campagna Open to meraviglia prodotta dal ministero del Turismo ed Enit, che costerà 9 milioni, gestita dall’agenzia pubblicitaria Armando Testa. Per la quale sono in molti a chiedersi: promuovere il Made in Italy è davvero così difficile? Servono davvero “stratagemmi” per far venire i turisti in Italia? Non basta, come sostengono i più (Vittorio Sbarbi, in testa) il nostro patrimonio artistico, culturale, paesaggistico ed enogastronomico? Ma il problema non è solo la Venere in stile Ferragni, ma l’assenza del vino italiano nelle immagini della campagna (dove invece sono presenti le icone del made in Italy, dalla pizza alla Vespa) e i cadute di stile: c’è chi dice che in un video clip non sia l’Italia, ma la Slovenia. Errori che riportano in auge antichi ricordi. Ci riferiamo al sito www.italia.it, portale del Turismo, già inaugurato da Lucio Stanca (con un investimento faraonico di 45 milioni di euro), che l’ex ministro Michela Vittoria Brambilla tento di rilanciare con 8 milioni e 600mila euro. Il risultato? Un flop! Snobbato dalla rete (nel 2010 era al 4562 posto del ranking italiano e al 184.594 di quello internazionale, ben al di sotto dei portali turistici degli altri paesi e anche dello stesso sito dell’Enit) e con informazioni a dir poco imbarazzanti: quattro informazioni “turistiche” limitate a un “cosa vedere”, “cosa fare” e “cosa assaggiare”, senza dar conto, ad esempio, di “dove dormire” (sul sito dell’Enit invece presenti). Un ricordo su tutti? Alla voce “shopping in Italia”, il sito dopo aver segnalato la presenza di via Condotti a Roma e via Montenapoleone a Milano, affermava “andare a fare shopping in Italia non significa soltanto negozi e boutique: esistono più di 3700 outlet e spacci aziendali”… senza per altro riportarli… Errori e mancanze di ieri che sembrano, appunto, non abbiano insegnato nulla all’oggi. Non tanto, dicevamo, per la Venere influencer, scelta per «avvicinare i giovani» ha specificato la ministra del Turismo Daniela Santanchè (calcolando poi che Enit e il ministero si sono affidati alla più grande agenzia pubblicitaria italiana, che in fatto di promozione, marketing e comunicazione, dovrebbe capirci qualcosa, no?) ma per le “cadute di stile”: sembra, infatti, che il video promozionale dell’Italia per la nuova campagna sia stato girato in Slovenia (con tanto di vino sloveno) e comprato su una piattaforma! E a proposito di vino: nella campagna si parlerebbe di mare, storia, paesaggio, monumenti, Vespa, pizza e…acqua, come commenta amaramente l’Unione italiana vini, ma non di vino (o quantomeno, a questo punto, non di quello italiano!).

Open to Meraviglia, la clip di promozione girata in Slovenia

A lanciare la bomba il registra Massimiliano Milic, della casa di produzione triestina Terroir films, che su Facebook, riguardo alla scena in cui dei giovani bevono vino Cotar sul tavolo di quello che dovrebbe essere un agriturismo italiano, ha scritto: «Sapete come il ministero del Turismo ha deciso di rilanciare il Made in Italy? Con un bel video di riprese stock, prevalenti in questo video di una cantina slovena spacciate per immagini dell’Italia». A dare conferma della veridicità dell’informazione di Milic Selvaggia Lucarelli che sul Fatto quotidiano ha scritto di aver verificato e che il video sia presente sulla piattaforma straniera Artgrid (l’abbonamento annuale costa 600 euro). Il registra della clip è Hans Peter Scheep, olandese. Dunque, di italiano ci sarebbe bene poco, anzi a dir la verità nulla (compresa la bottiglia Cotar, anch'essa slovena).

Santanchè: «Open to Meraviglia è una campagna pensata per i giovani»

Nel mentre di scoprire la verità, dal canto suo la ministra risponde alle critiche e ai meme sulla Venere-Ferragni: «Riguardo ai meme che circolano in rete mi sono fatta una risata - ha detto Santanchè, ospite di “Non Stop News” su Rtl 102.5 in compagnia di Barbara Sala, Luigi Santarelli e Antonio Sica. Ho scelto consapevolmente la Venere di Botticelli, un'icona conosciuta in tutto il mondo e simbolo della nostra italianità. È evidente che non la potevamo proporre nella campagna così com'è dipinta, perché uno degli obiettivi di questa campagna internazionale è quello di avvicinare i giovani, abbiamo quindi utilizzato strumenti e linguaggi a loro vicini».

Una scelta che secondo Ivana Jelinic, amministratore delegato di Enit, sembrerebbe stia dando i suoi primi frutti: «Dall’estero i primi feedback sulla campagna Open to Meraviglia del ministero del Turismo ed Enit con la Venere di Botticelli sono molto positivi perché comunque l’immagine iconica di Venere piace molto. Questo modo sbarazzino e divertente anche nell’abbigliamento viene percepito come stile italiano. E anche quello che è stato criticato, come la pizza. Dobbiamo essere orgogliosi di essere riconosciuti anche per la pizza perché è tipicamente italiana. E quindi che cosa avremmo dovuto fare, metterci del sushi, un hamburger? Riappropriamoci anche un pochino di elementi dell’orgoglio nazionale».

E per chi critica il costo della campagna, la ministra ha specificato: «Nove milioni è il costo della campagna che faremo in tutto il mondo, ossia gli acquisti degli spazi negli aeroporti, nelle stazioni, nelle città, dagli Stati Uniti d'America all'India, fino a toccare tutti i Paesi e i continenti. Come sempre, quando c'è malafede, vengono veicolate delle informazioni errate, lo fanno solo per avere qualcosa da dire. Non è che la campagna sia costata nove milioni, solo un cretino potrebbe pensare una cosa del genere».

Pizza e mandolino, la solita retorica o promozione dell'Italia?

Sul parere di molti che riassumono la campagna con la solita retorica dell'Italia pizza, spaghetti e mandolino, Daniela Santanchè risponde: «Non capisco la critica, la pizza è famosa in tutto il mondo, fa parte della dieta mediterranea e della nostra cucina, che è apprezzata, imitata e copiata in tutto il mondo. Forse viene criticata dalle persone un po' snob e radical chic che mangiano caviale e salmone, ma la maggioranza degli italiani e dei tanti turisti che arrivano da ogni parte del mondo la apprezzano. Poi, per chi è abituato a bere champagne e a mangiare caviale capisco che la pizza sia un po' pop».

«Noi abbiamo il terzo brand al mondo: l'Italia - ha continuato la ministra. Lo dico sempre a tutti gli assessori al turismo e ai presidenti delle regioni. Quando andiamo all'estero dobbiamo promuovere l'Italia, poi le sue specificità. Chi viene dall'estero non conosce le nostre città, conosce l'Italia. Non credo sia un giusto metodo di comunicazione promuoverla diversamente, è come se la Coca-Cola promuovesse la caffeina, che è solo un ingrediente della ricetta. C'è voglia di Italia nel mondo. Finalmente il turismo, che è il settore che ha sofferto di più durante la pandemia, sta tornando ai numeri del 2019, un anno storico. Sono certa che il 2023 sarà l'anno del sorpasso di quell'anno pre-pandemico».

Ottime intenzioni, certo, ma sorge spontanea la domanda? A questo punto non si poteva chiamare davvero Chiara Ferragni senza scomodare la Venere… puntando all’Italia, non alla Slovenia...

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Alberto Lupini


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