Salvare i locali storici d'Italia. Stop a troppo franchising: in arrivo 150 milioni

Promozione dei locali storici d’Italia, depositari di storia e luoghi simbolo della cultura, della gastronomia e dell’ospitalità dei territori italiani. Si ispira a questi principi il disegno di legge del senatore Centinaio. Una proposta virtuosa che si preoccupa di preservare e rivitalizzare un imponente patrimonio culturale ed economico

12 aprile 2023 | 17:27
di Berto Silva

Promuovere e valorizzare i locali storici d’Italia, depositari della storia e luoghi simbolo della cultura, della gastronomia e dell’ospitalità dei territori italiani. È ispirato a questi principi il disegno di legge presentato dal senatore Gian Marco Centinaio in conferenza stampa presso la "Sala Caduti Di Nassirya" di Palazzo Madama. Si tratta di locali - veri e propri simboli della cultura, della gastronomia e dell’ospitalità - che si sono ritrovati in grande difficoltà prima dalla pandemia e, oggi, dalla difficile congiuntura economica nazionale, con ricadute importanti sulle economie cittadine.

Il disegno di legge per i locali storici d'Italia

In Italia si stima che siano circa 300 i locali storici - tra questi il prestigioso Gambrinus di Napoli, oppure il Caffè Greco di Roma e l’hotel Bernini Palace di Firenze - che hanno almeno 70 anni di storia. Alberghi, ristoranti, pasticcerie-confetterie-caffè letterari e fiaschetterie che hanno fatto la storia dell’ospitalità italiana, e un terzo sono alberghi, un terzo tra ristoranti e antiche trattorie e un terzo tra caffè, confetterie-pasticcerie e grapperie sparsi su tutto il territorio. Il disegno di legge chiede di intervenire con fondi da destinare a pubblici esercizi, esercizi commerciali e artigianali e alberghieri che presentano una tradizione di esercizio al pubblico, al fine di mantenere la presenza nelle città di attività tradizionali e delle loro caratterizzazioni morfologiche di pregio storico e artistico. È prevista anche una dotazione finanziaria di 150 milioni di euro per gli anni 2023, 2024 e 2025, fondi che saranno assegnati con il via libera del Ministro delle Imprese e del made in Italy, di concerto con il Ministro dei Beni e delle attività culturali, previa intesa in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano.

 

Centinaio: «Bisogna salvare i locali storici»

Nel suo intervento il senatore Centinaio, primo firmatario del ddl, ha sottolineato l’importanza di «salvare i locali storici, che rappresentano uno spaccato della storia e della cultura dei territori nei quali sono nate e fortemente radicate, depositarie di antiche tradizioni che continuano ad essere tramandate di generazione in generazione. Con questo disegno di legge, vogliamo aiutare i locali storici a mantenere la loro specificità come identità culturale collettiva, ispirandoci alle convenzioni Unesco che tutelano il patrimonio culturale immateriale. I centri storici stanno diventando tutti uguali, con catene di fast food, franchising e negozi che potrebbero essere identici a Roma, a Milano, ma anche a Parigi o Barcellona. Questa proposta che abbiamo depositato vuole invece difendere i locali che esprimono la storia, l'arte e le tradizioni del territorio». Alla conferenza stampa sono intervenuti, moderati dal giornalista de Il Sole 24 Ore, Giorgio Dell’Orefice, Enrico Magenes, presidente dell’Associazione Locali Storici d'Italia, e Magda Antonioli, senior professor di Macroeconomia ed Economia del Turismo all’Università Bocconi di Milano, mentre in sala erano presente una rappresentanza dei proprietari di locali storici italiani.

Antonioli: «I locali storici e il nostro patrimonio culturale hanno un effetto moltiplicativo del turismo»

Enrico Magenes, presidente Associazione Locali storici d’Italia, ha spiegato che «l’associazione, che gode del patrocinio del ministero per i Beni e le Attività Culturali, è nata nel 1961 con lo scopo di tutelare, valorizzare e tutelare i locali storici con iniziative culturali, turistiche ed editoriali per evitare che vengano cancellate memorie e attività prestigiose. I locali che aderiscono all'Associazione sono luoghi che a tutti gli effetti si possono definire musei dell’ospitalità o fotografie del passato per le testimonianze, gli arredi, lo stile e i ricordi che conservano».  A fare una panoramica e a mettere in correlazione turismo e territorio è stata Magda Antonioli che ha evidenziato come «i locali storici e il nostro patrimonio culturale hanno un effetto moltiplicativo del turismo perché la nostra cultura rimane un asset importante. È bene riconoscere e tutelare i nostri beni, entrare in un locale storico rappresenta un’esperienza, con le location che di fatto si declinano in brand e promozione. Nel ddl c’è un argomento importante: la formazione utile per la conservazione dei mestieri e la promozione turistica del singolo locali”. 

Un disegno di legge virtuoso che si preoccupa di preservare e rivitalizzare un imponente patrimonio culturale ed economico, che si trasmette da generazioni e che caratterizza sia i centri storici delle grandi città che numerosi piccoli centri e borghi del nostro Paese.

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Alberto Lupini


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