Valle dei Templi, tra gli obiettivi la sottozona nella Doc Sicilia
Il sogno della Strada del vino e dei sapori della Valle dei Templi è immaginare che nella Doc Sicilia possa nascere una Uga, Unità geografica aggiuntiva, cioè una sottozona che si chiami Valle dei Templi
Si è svolto ad Agrigento l’evento Valle dei Templi Oil and Wine, promosso dalla neonata Strada del vino e dei sapori della Valle dei Templi per far conoscere le eccellenze del territorio agli appassionati e ai professionisti del settore enogastronomico. La prima edizione dell’evento si è svolta nelle prestigiose sale del Museo Archeologico “Pietro Griffo” della Valle dei Templi ad Agrigento, messe a disposizione dalla lungimiranza e dalla capacità imprenditoriale del direttore Roberto Sciarratta. Questa edizione, la prima che la Strada ha potuto organizzare, è stata battezzata l’edizione “zero” come a voler marcare che quest’anno è stato solo la prova generale di ciò che nei prossimi anni si potrà organizzare.
Alla scoperta del Nero d’Avola e dell’olio
Un appuntamento annuale, quindi, voluto dalla Strada del vino che ha preso il via con un convegno dal titolo “Il Nero d’Avola della Strada del vino della Valle dei Templi, stato dell’arte e prospettive di sviluppo dei vini del territorio” per poi proseguire con una Masterclass sul Nero d’Avola e una sull’olio extravergine di oliva.
Durante il convegno, moderato da Gianni Paternò, corrispondente di Italia a Tavola, hanno preso la parola diversi attori del mondo del vino che hanno acceso un dibattito costruttivo su quali possono essere gli scenari per i prodotti di questo areale. Secondo il presidente della Strada del vino, Luigi Bonsignore «È il momento per far comprendere a tutti il valore del grande vigneto Sicilia, sul quale si sta investendo tanto. Abbiamo un sogno, immaginare che nella Doc Sicilia possa nascere una Uga, Unità geografica aggiuntiva, cioè una sottozona che si chiami Valle dei Templi».
Giovanni B. Ficani, coordinatore del Consorzio Doc Sicilia, dopo aver presentato i successi della Doc, soprattutto in termini di numeri, indica come questa denominazione ad oggi rappresenti una struttura utile a tutti seppur in uno scenario molto diverso nei vari areali siciliani, sia per biotipi presenti ma anche per territorialità. Anche se, evidenzia Ficani «c’è ancora molto da fare soprattutto sulla comunicazione». Torna a parlare di sottozone anche l’enologo Tonino Guzzo. «L’evoluzione della Doc Sicilia - dice Guzzo - è nelle sottozone. Una Doc verticale, come per esempio succede in Francia con le Aoc, darebbe più valore ai prodotti del territorio e permetterebbe di non svendere la produzione, entrare nei mercati più facilmente ma allo stesso tempo differenziare i prodotti della Regione».
Altro relatore Francesco Baldacchino, presidente Ais-Associazione italiana sommelier Sicilia, che ha messo al centro l’importante ruolo che la comunicazione deve avere anche attraverso una formazione adeguata dei vari attori chiamati alla causa. «Il Nero d’Avola è un vino eclettico - dice Baldacchino – perché trova spazio a tavola in ogni circostanza. Eppure, ancora si è legati a una immagine di Nero d’Avola pesante e con elevate estrazioni quando invece oggi questo vino si è evoluto tanto e oggi riesce a regalare espressioni interessanti e moderne. Ecco perché è importante il ruolo dei comunicatori» conclude Baldacchino.
Puntuale anche l’intervento di Calogero Romano, agronomo, che da tecnico evidenzia come il territorio agrigentino riesca a far esprimere le piante della vite in modo quasi naturale, senza troppi sforzi, e questo rappresenta un valore aggiunto importante. E rimarcando il dibattito sulle sottozone, Romano va oltre chiedendo anche che si parli di “menzione vigna”. Un dibattito ricco e stimolante che ha prodotto idee da sviluppare e portare avanti nei prossimi anni, non solo per il territorio di Agrigento ma per tutta la Sicilia.
Masterclass sul Nero d’Avola con 13 etichette e 5 olii Evo
Dopo il convegno si è svolta un’interessante masterclass dedicata al Nero d’Avola. La degustazione, guidata da Luigi Salvo, sommelier Ais, ha visto 13 etichette di 13 aziende delle province di Agrigento e Caltanissetta che fanno parte della Strada del Vino. Successivamente ha riscosso altrettante successo la Masterclass dell’olio extravergine della Valle condotta da Massimo Carlino dell’Accademia Val Paradiso che ha illustrato le differenti caratteristiche di cinque evo.
Obiettivo: far cresce in territorio insieme
«La Strada del Vino e dei Sapori della Valle dei Templi con questo primo importante evento vuole lanciare il territorio con tutte le sue cose buone oltre che come luogo storico e monumentale - dichiara il presidente Luigi Bonsignore - La nostra missione sarà internazionalizzare le nostre eccellenze con il brand “Valle dei Templi”. Negli ultimi anni nel territorio di nostra competenza abbiamo assistito ad una bella evoluzione, sia in termini di numeri che di qualità, anche grazie ai tanti investimenti e agli interessanti progetti che molti produttori hanno fatto negli anni. Ma ciò che emerge è che ad oggi c’è molto individualismo e questo è un male se si vuole far crescere tutto il territorio. Un territorio che comunque riesce a distinguersi con prodotti molto identitari, valore aggiunto da utilizzare e sfruttare in termini di valore».
Il banco di assaggi
L’evento si è concluso con un banco di assaggi di tutte le aziende partecipanti: Azienda Agricola G.Milazzo, Baglio del Cristo di Campobello, Cva Canicattì, Vitivinicola Lombardo, Luna Sicana, Bonsignore Baglio e Vigne, Tenute Cuffaro, Bagliesi Vini Bio, Azienda agricola Giuseppe Camilleri, Val Paradiso, Tenute Lombardo, Azienda agricola Vella, Azienda agricola Salamone, Terre di Zaccanello, Morgante Vini, Azienda Olio Carbona, Masseria del Feudo, Diodoros (prodotti dell’Ente Parco della Valle dei Templi).
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Alberto Lupini