Ma c’è davvero qualcuno che in Italia vuole rischiare che si torni a chiusure generalizzate e a lockdown nazionali? Con la ripresa progressiva delle attività produttive e, a brevissimo, con la riapertura delle scuole, è utile che tutti mettano le carte in tavola. Imprese e sindacati si stanno schierando, ma fra i politici restano troppe posizioni ambigue. Il punto è che se non si prendono in fretta decisioni chiare potremmo avere un’impennata di contagi fra i troppi non vaccinati che ancora ci sono.
L’obiettivo dell’80% di italiani vaccinati non è così vicino... ma l’autunno sì, mentre crescono i timori che negli ospedali si possa tornare al tutto esaurito di letti e terapie intensive per una ripresa dei contagi. E in questa prospettiva l’incertezza con cui il Governo ha finora affrontato un tema centrale come l’obbligo vaccinale per alcune categorie, lascia purtroppo aperta la possibilità che si potrebbe tornare a chiudere, partendo magari da bar, ristoranti e cinema. Uno scenario che non si dovrebbe nemmeno immaginare.
Contro il rischio di un nuovo lockdown l’unica arma sono i vaccini
La possibilità che si possa tornare a restrizioni o chiusure è purtroppo realistica, visto almeno quanto sta succedendo in alcune regioni (Sicilia, Calabria e Sardegna in testa), dove pare si stia addirittura barando sul numero dei posti letto effettivamente disponibili negli ospedali. Per carità, potrebbe anche succedere che miracolosamente il Covid e le sue sempre più contagiose varianti abbandonino in autunno la nostra Penisola e l’intero pianeta. Ma per stare coi piedi per terra c’è piuttosto da aspettarsi una quinta ondata della pandemia. E a questa possibilità dobbiamo poter far fronte senza più dover ricorrere ai lockdown. E l’unica arma che ci permette una qualche speranza oggi è essere vaccinati e poter così continuare a lavorare in tutti i settori senza problemi, riducendo di gran lunga i problemi per sé, per i colleghi e per i parenti.
Ed è quello che con grande senso di responsabilità stanno facendo moltissimi giovani, che non vogliono più fare lezioni a distanza o stare chiusi in casa, e a differenza di alcuni genitori hanno dimostrato di credere più al valore della scienza, e di una punturina, che non alle fake news di troppi terrapiattisti o avvistatori di extraterrestri.
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Serve l’obbligo vaccinale anche nel settore trasporti, nel pubblico impiego e nelle forze dell’ordine
Quasi sul filo del rasoio si è deciso (finalmente) che a scuola insegnanti e personale non docente dovranno essere vaccinati. Ma perché questo non deve valere anche per il personale che si occupa dei trasporti pubblici? È sui pullman e sui treni che i nostri ragazzi correranno ora i maggiori rischi (“rave” o feste illegali a parte). Per non parlare ad esempio del personale dei supermercati, a contatto con migliaia di persone a cui non è richiesto il green pass per fare acquisti. E ancora, come è possibile che l’impiegato pubblico continui a restare a lavorare (?) da casa quando dovrebbe stare allo sportello o fare il custode o l’uscere? Basterebbe che fossero vaccinati: ci sarebbero meno rischi per tutti e i servizi tornerebbero a funzionare. Ma il sindacato si oppone alla fine di questo ingiustificato smart working, e qualche dubbio sulle motivazioni vere lo pongono ormai quasi tutti quelli che lavorano in ufficio o in fabbrica. E che dire del 15% di poliziotti non ancora vaccinati e che per questo non possono entrare in mensa? Che credibilità può avere uno Stato che non tutela la salute delle sue forze dell’ordine e dei cittadini che possono essere controllati da questi agenti? E l’assurdo è che un poliziotto non vaccinato può controllare i green pass per l’accesso ad eventi o in un ristorante.
È tempo che il governo prenda una decisione per garantire la sicurezza reciproca di lavoratori e pubblico
Pur rispettando le scelte di chi non vuole vaccinarsi, lo Stato deve prendere una decisione. Ma non lo si può fare usando le faq per imporre l’accesso alle mense aziendali solo a chi ha il green pass. Su questo ha ragione il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, nel chiedere una legge, anche se ha mostrato tutta la pochezza delle sue posizioni equivoche che fanno il paio con quelle di certi leader politici (di estrema destra e di estrema sinistra) che cercano voti fra i no vax.
Dal mondo delle imprese la richiesta è ormai quasi unanime: i lavoratori devono essere tutti vaccinati, a partire da chi è a contatto col pubblico. E ciò per la sicurezza reciproca di lavoratori e pubblico. Questa era del resto la proposta avanzata in tempi non sospetti da Fipe e Confesercenti per evitare di chiudere bar e ristoranti. Una proposta che oggi si può sintetizzare in green pass per tutti: addetti e clienti. Una posizione via via condivisa da agricoltori e artigiani, e che ora è diventata un tema dominante con la scelta fatta anche dalla Confindustria. Se non vogliamo mettere a rischio la ripresa in atto dobbiamo avere luoghi di lavoro sicuri per tutti. Ciò riduce la diffusione del Covid, evita altri catastrofici lockdown e riduce la pressione sugli ospedali garantendo a tutti gli italiani vaccinati di potersi curare per le tante malattie che da quasi due anni sono come accantonate per questa emergenza che ora, volendo, potremmo finalmente controllare meglio. E, alla fine, questo è l’unico modo per permette agli italiani di tornare a divertirsi viaggiando e frequentando bar, ristorati e hotel con la certezza di stare in luoghi sicuramente protetti. Per chi non si vaccina restano pur sempre i picnic o i film e i concerti in tv a casa.
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Alberto Lupini
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