Vaccini in vacanza? Per ora, un mezzo flop: solo 8 Regioni coinvolte

La possibilità di ricevere la vaccinazione nei luoghi di villeggiatura non scalda gli animi. Liguria e Piemonte, capofila dell'iniziativa, hanno "convinto" solo 1.400 persone. E molti territori attendono

12 luglio 2021 | 11:32

Le vacanze estive sono già iniziate per molti italiani, ma sulla vaccinazione nel luogo di villeggiatura i tempi non combaciano. Al momento, infatti, sono solo 8 (su 21) le Regioni che permettono, non senza limitazioni, di poter ricevere la seconda dose in ferie. Tanto che le prenotazioni, poco più di un migliaio, parlano già di un mezzo flop. E rilanciano uno dei temi fin da subito esposti da Italia a Tavola: vaccinarsi in vacanza o in vacanza vaccinati?

 

L'accordo Piemonte-Liguria: tanto clamore, ma poche adesioni

Le prime Regioni a partire, grazie a un accordo bilaterale, con la somministrazione del vaccino ai vacanzieri, sono state Liguria e Piemonte. Dall’1 luglio, a condizione che il soggiorno sia dovuto a scopi turistici e per una durata che rende difficoltosa la somministrazione nel luogo di residenza, è possibile che i cittadini dei due territori si possano vaccinare al di fuori della Regione di residenza. Nella propria richiesta, inoltre, il cittadino dovrà specificare le proprie condizioni di salute e rilasciare le autorizzazioni al trattamento dei propri dati. L’avvenuta vaccinazione sarà poi notificata all'Anagrafe vaccinale nazionale Covid (Avc), che provvederà a inviare alla Regione di residenza tutte le informazioni. Le stesse che poi serviranno da base per riequilibrare le varie scorte a seconda dei picchi di domanda. L’accordo, sottoscritto dai governatori Giovanni Toti (Piemonte) e Alberto Cirio (Liguria) ha provato a fare breccia anche in Lombardia. Ma per ora su questo fronte non sembrano essere andati oltre la redazione di un protocollo. Mentre al 7 luglio si contavano 1.377 piemontesi vaccinati in Liguria e 257 liguri in Piemonte.

Cosa succede nella altre Regioni

Per quanto riguarda le altre Regioni, la Valle d’Aosta apre a tutti i turisti italiani ma solo se si fermano per una durata di almeno 30 giorni. Servono invece tre settimane per potersi vaccinare sulle spiagge della Puglia. In Abruzzo e Trentino i vaccini vengono somministrati ai turisti che si fanno le classiche due settimane di ferie. Nessuna limitazione nelle Marche: basta anche un solo week-end turistico per consentire l’accesso alla vaccinazione lontano da casa. Stessa “libertà” anche in Calabria dove, però, bisogna registrarsi sulla piattaforma realizzata ad hoc per gestire queste evenienze.

 

 

In stand-by, come detto, la Lombardia e l’Emilia-Romagna. Stessa cosa per la Sicilia, la Toscana e la Sardegna (dove, peraltro, prima dell'avvio della stagione estiva era stato mobilitato un sistema di screening che non ha impedito il rimbalzo dei contagi a fronte di numerosi italiani che si spostavano verso le seconde case). Contraria, invece, la Campania del governatore Vincenzo De Luca.

 

 

Le vacanze si possono programmare, il vaccino è un'occasione da non perdere

Come sottolineato in apertura, Italia a Tavola ha già trattato il tema. Certo, avere il richiamo del vaccino in piena estate è una rottura di non poco conto, ma non dimentichiamo che il punto è garantire vacanze in sicurezza per tutti e, soprattutto, evitare rischi e pasticci che le non perfette burocrazie regionali non sempre sanno gestire al meglio. Le ferie le si possono programmare anche in funzione delle vaccinazioni e, soprattutto, per una questione di rigore ed etica, sarebbe utile evitare nuove differenziazioni. Insomma, meglio compiere questo ultimo miglio della vaccinazione in sicurezza e con saggezza. Ci sono ristoranti che hanno dovuto chiudere per mesi, e molti lo saranno ancora per un’altra settimana. Farsi come da calendario il vaccino vicino a casa sarebbe la cosa più logica e rispettosa di tutti. E se serve, spostiamo a settembre le ferie, con vantaggio per tutto il turismo.

 

Con la variante Delta in circolazione, si torna a parlare di revisione dei parametri

D'altronde, a preoccupare è la diffusione della variante Delta che ha già raggiunto una quota del 30% sul totale (basso) dei contagi. Con gli attuali parametri, Abruzzo, Campania, Marche e Sicilia vedono all'orizzonte la zona gialla. Il criterio è quello dell'incidenza dei contagi: per 50 ogni 100mila abitanti, scatta il primo livello di restrizioni. «Al momento non vedo, con i numeri attuali, la necessità di un ritorno di alcune regioni in zona gialla. A oggi non c’è questo rischio, ma vediamo cosa accade nelle prossime settimane. Abbiamo numeri bassi e non vedo al momento neanche il ritorno di restrizioni», ha affermato Pierpaolo Sileri a Radio 24. Restrizioni i cui automatismi verranno presto rivisti dagli esperti, tenendo in considerazione la continuazione della campagna vaccinale e la minore intensità dei casi gravi.


 

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Alberto Lupini


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