Vacanze: boom di pernottamenti, ma manca il personale e la ripresa stenta
La prima estate senza restrizioni parte con +23,5 milioni di pernottamenti rispetto al 2021, ma per Assoturismo a rischio 6,5 miliardi di consumi per i pochi stagionali. Inoltre i livelli preCovid sono lontani (-12,2%)
Con l’arrivo del solstizio, inizia ufficialmente l’estate, questa volta (quasi) senza restrizioni. Ma per il turismo la stagione è già partita da tempo, e con buone prospettive: tra giugno e agosto, si prevedono 44,7 milioni di arrivi e un totale di 187,7 milioni di pernottamenti, 23,5 milioni in più rispetto al 2021. È quanto emerge dall’indagine di Assoturismo Confesercenti, realizzata dal Centro Studi Turistici di Firenze su un campione di 1.589 imprenditori della ricettività in Italia. Ma sulla buona riuscita della stagione pesa la carenza di personale stagionale; un fenomeno che rischia di far perdere al comparto 6,5 miliardi.
Inoltre, per Assoturismo-Confesercenti la percentuale di presenze (-12,2%) è ancora inferiore ai livelli dell'estate del 2019; un dato che di fatto contrasta con quanto comunicato ieri dall'Enit, l'Associazione nazionale del turismo, che invece ha parlato di «un esordio di estate a livelli pre pandemici» con un +324% di prenotazioni a giugno (rispetto al 2021) e di un +222% di prenotazioni rispetto (a luglio).
L’estate 2022 parte bene
L’estate 2022 segna dunque un deciso cambio di passo dopo i due anni della pandemia: rispetto alla passata stagione le stime di Assoturismo Confesercenti indicano una crescita del +16,6% degli arrivi e del +14,3% dei pernottamenti. Un netto balzo in avanti, anche se i numeri non sono ancora sufficienti a raggiungere i livelli dell’estate pre-pandemia (-12,2% di presenze).
A crescere sono soprattutto i flussi di visitatori esteri, le cui presenze segnano un aumento del +25,7% rispetto al 2021, per un totale di circa 72,2 milioni, un livello per ancora inferiore al 2019 (-28,3%). Per quanto riguarda le singole nazionalità straniere di chi sceglie l’Italia per le vacanze estive, il trend registrato è quello di una conferma dei mercati tradizionali europei. Segnalazioni di aumenti sono stati registrati per i flussi tedeschi, francesi, olandesi, svizzeri, austriaci, britannici, belgi, Paesi dell’Est, spagnoli e scandinavi. Tra i mercati extraeuropei in aumento l’unica segnalazione rilevata è per il mercato statunitense.
Anche gli italiani - nonostante le maggiori possibilità di viaggiare all’estero - continuano a scegliere il Belpaese per le vacanze estive. Nessuna fuga all'estero, dunque, ma anzi numeri in crescita: le presenze italiane stimate per quest'estate si attesterebbero a 115,5 milioni, il +2,3% rispetto all'estate 2019. Anche per questo, in questa stagione rimarrà ampiamente maggioritaria la domanda italiana con una quota di mercato del 61,6%, contro il 38,4% della domanda estera. Nel 2019 i valori erano rispettivamente 52,9% e 47,1%.
Le mete più scelte sono le città d’arte
Nel trimestre estivo saranno le imprese ricettive che operano nelle città d’arte e d’affari e nei centri minori a registrare l’incremento maggiore dei flussi: +23,2%. Anche per le località dei laghi si prevede un aumento rilevante della domanda (+22,3%), trainata soprattutto dalle richieste degli stranieri. Bene anche le imprese delle aree rurali e di collina (+19,8%) e delle località termali (+14,6%). Per le imprese delle località marine e montane, che nel 2021 registrarono valori molto positivi, la variazione stimata è del +9%.
Per tutte le aree del nostro Paese è atteso un incremento della domanda: +16,5% e +14,4% rispettivamente per il Nord Ovest e il Nord Est, mentre per il Centro e il Sud-Isole la variazione attesa è del +13%.
La mancanza di personale rischia di vanificare la ripresa
Sulla buona riuscita dell’estate 2022 per il turismo pesa però la questione legata alla carenza di personale stagionale. «Le imprese del turismo si aspettano molto dal trimestre estivo – ha premesso Vittorio Messina, presidente di Assoturismo Confesercenti – L’estate 2022 si prospetta come una vera e propria boccata di ossigeno dopo due anni di enorme difficoltà, con migliaia di attività che hanno chiuso definitivamente i battenti. Certo speravamo in un contesto meno complicato tra conflitto in Ucraina, aumento di costi fissi e bollette e, soprattutto, mancanza di personale. Se la domanda di lavoratori non riuscirà a essere soddisfatta, sono a rischio l'offerta di servizi e 6,5 miliardi di euro di spesa turistica nel nostro Paese. A questo si aggiungono le cancellazioni dei voli estivi da parte delle compagnie aeree low cost: un fenomeno inqualificabile che crea un danno enorme a viaggiatori e imprese e sul quale è necessario intervenire con urgenza».
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Alberto Lupini
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